Centro Dedalo

Sul rientro a scuola intervengono i professionisti del senese Centro Dedalo

L’imminente riapertura della scuola, il rientro in sicurezza di alunni e docenti all’interno delle strutture scolastiche, apre un largo ventaglio di argomentazioni. Si parla, con dubbio e incertezza, dei meccanismi di prevenzione da adottare negli istituti per il contenimento del contagio sulla base delle disposizioni recentemente annunciate dagli appartati governativi; si guarda ai mesi passati e si commenta la formula d’istruzione emergenziale della didattica a distanza; si volge lo sguardo al futuro e si discorre su quello che sarà il destino dell’insegnamento, una volta che si apriranno le porte delle scuole.

Valentina Campanella, direttrice del senese Centro Dedalo conferma, a Gazzetta di Siena, quanto il ragionamento sulla riapertura delle scuole debba essere affrontato su più piani: “In primo luogo è chiaro – commenta la logopedista e tecnico dell’apprendimento specializzato in attività per Dsa – che nei mesi relativi alla chiusura, sono emerse difficoltà che la scuola già aveva. È venuto fuori il punto debole della scuola italiana, una criticità importante sulla quale noi dobbiamo fare tesoro e iniziare a fare delle riflessioni. La modalità di insegnamento della didattica a distanza necessita di una revisione, soprattutto se guardiamo all’epoca sociale nella quale noi viviamo. Gli insegnati, messi difronte alla tecnologia della didattica da remoto, si sono dovuti riadattare e, non sempre, si sono individuati risultati positivi: questo sia se si parla di ragazzi con disturbo di apprendimento che di coloro che difficoltà non ne hanno“.

La dimensione della didattica a distanza, oltre a non aver agevolato il lavorio di decenti e studenti, esclude inoltre quello che secondo Valentina Campanella è l’aspetto essenziale dell’ambito scolastico, il confronto sociale: “La scuola è fonte di scambio tra i pari, l’interazione sociale è quella cosa che ci rende vivi, anche e soprattutto a scuola” afferma la direttrice del Centro Dedalo. “La situazione del mesi passati non ha agevolato nessuno ed è stata una prova per tutti un pò perché la scuola non era pronta, un pò perché i ragazzi si sono persi. Dobbiamo comprendere che siamo a un punto, a un incrocio, ad un bivio nel quale dobbiamo capire che la didattica ha veramente bisogno, per tutti i ragazzi, di essere integrata e incrementata con ulteriori sistemi. Noi non apprendiamo solo tramite il nozionismo, la concettualizzazione è solo una parte” commenta Campanella.

La didattica a distanza non sarà mai sufficiente – conclude la professionista – perché siamo esseri umani ed abbiamo bisogno del confronto e della socialità, questo è fondamentale. La scuola è il primo agente educativo che ci fornisce e ci supporta in questo, soprattutto nei delicati percorsi come l’infanzia e l’adolescenza”.

Una riapertura delle scuole in sicurezza che si prospetta fatta di regole, distanziamenti e responsabilità: “Sicuramente le disposizioni anti contagio e le misure di sicurezza avranno un impatto importante, non soltanto nei confronti dei ragazzi con disturbo specifico dell’apprendimento ma in generale su tutti gli alunni” dice a Gazzetta di Siena Claudia Liuzzi, logopedista e Tecnico dell’Apprendimento specializzato in attività per Dsa del Centro Dedalo.

La cosa importante sarà sicuramente accompagnare i ragazzi in questo percorso di adattamento al cambiamento del contesto che ci vede tutti coinvolti – commenta Claudia Liuzzi – Con i più piccoli il distanziamento sociale e l’utilizzo della mascherina possono essere trasformati in attività ludiche, mentre per quanto riguarda i ragazzi più grandi sicuramente sarà necessario far leva sul loro senso civico e potrebbe essere l’occasione per riflettere su quanto poi ognuno di noi, in qualità di cittadino, ha una responsabilità verso gli altri. Quindi sicuramente l’impatto sarà importante, forte, ma potrà avere dei risvolti positivi”.

“Quello di cui ci si è resi conto in questo periodo è quanto la scuola abbia un valore importantissimo per tutta la comunità: per le famiglie, per i docenti, ma soprattutto per i ragazzi. Quindi quello su cui bisogna far leva sono gli aspetti positivi che ci ha portato questa nuova sperimentazione affrontata con la didattica a distanza e – afferma la professionista del Centro Dedalo – bisognerebbe prendere quello che di buono c’è stato con la didattica a distanza e integrarlo con quella che è la didattica più tradizionale che comprende sicuramente l’aspetto relazionale. Il nuovo cambiamento di fare didattica potrebbe essere l’integrazione delle due modalità, quella nuova e quella tradizionale in presenza dove i ragazzi possono sperimentare un nuovo tipo di approccio allo studio, considerando che la scuola deve essere lo spazio in cui l’apprendimento viene sempre portato al primo posto”.

“In questo periodo – conclude Claudia Liuzzi – ci siamo accorti che imparare davvero si può fare attraverso la relazione: io imparo se ho accanto qualcun altro e, di difronte, un docente con cui mi confronto. E quindi il percorso di studi di un ragazzo non deve essere più una gara in solitaria, ma deve essere un gioco in cui tutti insieme cooperiamo per poter raggiungere l’obiettivo finale”.

Centro Dedalo, Centro per la formazione e ricerca delle difficoltà di apprendimento e linguaggio

Le parole di Claudia Liuzzi, logopedista e Tecnico dell’Apprendimento specializzato in attività per DSA del Centro Dedalo

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