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Luigi De Mossi

Oggi la riunione al Mef. Il futuro di Mps e le istanze del territorio

Come annunciato ieri mattina durante la seduta del consiglio comunale, il sindaco di Siena Luigi De Mossi oggi sarà al Mef. Sul tavolo il futuro di Mps e le istanze del territorio. In particolare: difesa del marchio, del legame con Siena, dei livelli occupazionali e della sede, sempre a Siena, della direzione generale.

Non solo. Luigi De Mossi affronterà anche le questioni relative all’azione risarcitoria della Fondazione (3,8 miliardi di euro in merito all’aumento di capitale del 2011), che potrebbe tramutarsi anche in uno scambio di azioni della banca: in questo modo Palazzo Sansedoni risalirebbe nel capitale di Rocca Salimbeni. Sarebbe però un’operazione tutta da costruire a livello tecnico, anche perché bisognerebbe capire come “tutelare” la stessa Fondazione nel prossimo futuro in caso di ulteriori ed eventuali aumenti di capitale. Perfettamente utile, infatti, risalire adesso per poi essere diluiti di nuovo in un prossimo futuro, in caso di mancata possibilità da parte della Fondazione di “seguire” gli aumenti della banca che verrà.

“I tempi però sono ristretti, c’è stata una accelerazione fortissima sulla questione della fusione – ha tenuto a precisare De Mossi -. E’ una partita complessa, estremamente difficoltosa sotto il profilo politico e tecnico perché l’Europa ha una visione bancaria molto precisa. La delicatezza dell’operazione è evidente, siamo all’ultima spiaggia, quello che possiamo ottenere servirà per la città e le generazioni future”. Di certo c’è che Siena è tornata al tavolo della trattativa, anche se è difficile dire come finirà. La “mission” non è “impossible”, ma di certo non dipende solo dai rappresentanti istituzionali della città.

L’orientamento della Bce pare chiaro. Niente aiuti di Stato senza un progetto di aggregazione imminente o quasi. Difficile, dunque, che venga concesso al Mef di sottoscrivere il paventato aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro (lo Stato dovrebbe mettersi 1,5 miliardi di euro) senza una successiva soluzione. Unicredit in pole position? L’operazione rimane non priva di ostacoli nonostante gli incentivi fiscali concessi nella legge di bilancio. Il prossimo consiglio di amministrazione della banca a metà gennaio dovrebbe chiarire chi e come sottoscriverà il settimo aumento di capitale in undici anni.

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