Graziano Signorini racconta il suo incontro con Fratel Biagio nell’aprile del 2017

A pochi giorni dalla sua morte, avvenuta il 12 gennaio, sempre più persone in Italia si stanno rendendo conto della grandezza di questo personaggio fuori dai parametri, un vero e proprio San Francesco dei nostri giorni.

Era il 27 aprile del 2017 quando Fratel Biagio venne a Poggibonsi. Era diretto a Staggia, ospite dell’attivissimo parroco, Don Stefano Bimbi.

Arrivato in città, non mancò, con il suo saio, i sandali, di entrare in città e di camminare in mezzo alle persone, tra la gente che tanto ha amato in vita.

Tra i testimoni oculari della visita del frate laico in città, Graziano Signorini, fotografo e personaggio conosciuto a Poggibonsi.

Come è stato il suo incontro con Fratel Biagio?

Ero con mia moglie, quando incrociammo questa strana figura in Viale Marconi, con la macchina. Abito in quella zona.

Cosa ha pensato?

Il primo pensiero: dove va quel bertuello? In modo scherzoso, in quanto era un tipo curioso, con i sandali, una grande croce sulle spalle. Non a caso salii velocemente in casa a prendere la macchina fotografica e lo raggiunsi.

Quali impressioni ha avuto da questo incontro?

Osservandolo meglio non era un tipo curioso, ma una persona dignitosa, da seguire e ascoltare bene.

Personalmente, come molti poggibonsesi, non sono un praticante ne uno che frequenta i preti o i frati. Ma quegli occhi mi hanno colpito…dagli occhi si possono leggere tante cose, e il suo sguardo mi ha comunicato qualcosa di veramente speciale.

Che reazioni ebbero i poggibonsesi?

Con una grande pace e tranquillià che emanava, andrò in Via della Repubblica e in Via Maestra. Trovò dei ragazzi che lo presero in giro. Con delicatezza si avvicinò a scambiare qualche parola con loro. E i ragazzi cambiarono subito idea, rimanendo colpiti. Noi a Poggibonsi non siamo abituati a ragionare con i preti, ma lui era diverso, emanava una luce.

Cosa fece in città?

Stava per conto suo, e a chi si avvicinava non chiedeva niente. C’era chi voleva dargli del denaro ma non accettò nulla, non voleva la carità. Io lo ho disturbato molto, ho fatto più di un centinaio di foto, alcune delle quali sono andate a dei concorsi. Gli chiesi di potergli offrire da mangiare, o almeno un panino, ma con un sorriso mi ringraziò perchè non voleva nulla, era proprio diverso…

Che ricordo porterà di Fratel Biagio?

Sia io che mia moglie conserveremo un bel ricordo, di una grande persona, con uno sguardo che non si dimentica, sincero, con quell’azzurro pieno di luce che emanava dai suoi occhi, che parlavano anche in silenzio. Aveva lo sguardo felice, di chi è a un livello più alto. Mi dispiace che la sua grandezza sua venuta fuori tardi.

Paolo Moschi
Un etrusco con gli occhi puntati sulla Valdelsa. Aperto a tutto quanto si muove nelle città e nei paesi a nord di Siena, per raccontare la vitalità di terre antiche e orgogliose, ma anche dal cuore grande

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