Il missionario laico si è spento a Palermo, ma la città ricorda la sua visita del 2017

Spesso dei santi si parla poco, o male, quando sono in vita. Ma quando passano a…miglior vita, ecco che come per magia, viene rimosso un velo invisibile, che rende giustizia alla loro esistenza.

E’ il caso di Fratel Biagio, tornato agli onori della cronaca nazionale, per la sua recente scomparsa.

La storia del missionario laico è quella di un vero e proprio San Francesco dei giorni nostri.

Figlio di imprenditori edili, a tre anni venne portato in Svizzera in un collegio di suore, ritornando a Palermo a 9 anni.

Biagio rinuncia alle ricchezze familiari e nel maggio del 1990 sceglie di vivere come eremita, ritirandosi prima nelle montagne dell’entroterra siciliano e successivamente facendo un viaggio a piedi verso Assisi, dove capirà la sua missione.

Si prodigò dal 1991 nel portare conforto ai poveri e ai senzatetto della stazione di Palermo; ottenendo l’uso di alcuni locali nell’ex disinfettatoio comunale, nel 1993 fondò la “Missione di Speranza e carità” che oggi accoglie oltre 200 persone nei dormitori, assistendone oltre mille in varie forme.

Il messaggio universale di pace e fratellanza è stato portato anche in Via Maestra a Poggibonsi, da una sua visita, simile a quella di un pellegrino, in città.

Biagio Conte portò universalmente il messaggio di pace e fratellanza cristiano, lasciando ricordi ed emozioni anche nel capoluogo valdelsano.

Era il 27 aprile del 2017 quando il frate laico, con tanto di saio e sandali aperti, percorse il corso e le strade del centro storico, tra la curiosità, e anche l’irriverenza di molti cittadini.

Ad alcuni ragazzi, che lo presero in giro, si avvicinò con dolcezza, conquistando con poche parole anche quei giovani cuori.

Biagio non venne a Poggibonsi a mani vuote: sulle sue spalle la pesante croce, segno della totale appartenenza al Cristo, e nelle sue mani un cuore la cui bontà ben traspariva dai suoi occhi azzurri.

Molti poggibonsesi rimasero affascinati da questo personaggio, uscito come da un altro mondo, ma con un messaggio senza tempo.

“Nei suoi occhi lessi subito tanta sincerità e amore verso le persone” ha scritto Graziano Signorini.

La sua semplicità, unita da grande umiltà, ha conquistato molti cuori, anche nella laica e secolarizzata Poggibonsi.

Il 12 gennaio a causa di una terribile tumore al colon, è morto a Palermo all’età di 59 anni, e la notizia ha fatto il giro del mondo. Da molti sarà ricordato come un vero apostolo, da altri come l’espressione dell’amore.

Forse Fratel Biagio non lo sa, ma a Poggibonsi è arrivato proprio nella vigilia della festa di San Lucchese, il quale, oltre ad essere patrono di Poggibonsi, è anche il primo terziario francescano della storia. Un francescano laico, proprio come lui.

E non è un caso se l’anima francescana di Poggibonsi, dovuta a secoli di storia, ha riconosciuto qualcosa di speciale in Fratel Biagio.

Un incontro che non sarà, certamente, dimenticato dai poggibonsesi.

Paolo Moschi
Un etrusco con gli occhi puntati sulla Valdelsa. Aperto a tutto quanto si muove nelle città e nei paesi a nord di Siena, per raccontare la vitalità di terre antiche e orgogliose, ma anche dal cuore grande

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