Fiaccolata per la pace

San Gimignano ha ribadito il proprio no alla guerra con la Fiaccolata per la pace: gli interventi di Giacomo Bassi (Rete Sociale), don Gianni Lanini e il primo cittadino Andrea Marrucci

Dopo il presidio pacifista del 26 febbraio, sabato pomeriggio la comunità sangimignanese ha ribadito il proprio no alla guerra con la Fiaccolata per la pace, iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale, dalla Parrocchia di Santa Maria Assunta e dalla Rete Sociale, in collaborazione con l’Istituto comprensivo Folgòre da San Gimignano.

Dalle 17.30, nella chiesa di San Piero in Forliano in piazza Sant’Agostino, sono risuonate note e parole di pace, a cura di Fiofa e con la partecipazione degli alunni dell’Ic Folgòre. Quindi, con l’arrivo di sempre più persone, il coordinatore della Rete sociale di San Gimignano, Giacomo Bassi ha presentato la manifestazione: “Questa fiaccolata nasce da un’idea della Rete Sociale di San Gimignano, un tavolo di coordinamento delle sei associazioni che si occupano di aiuti e di servizi socio-sanitari ed è composta dalla Misericordia; dai Donatori di sangue, rappresentati dal presidente Silvio Viti; dal Centro ascolto Caritas, guidato da Marco Giglioli; dall’Auser, presieduta da Paolo Mannucci; dalla Casa Famiglia San Michele a Strada, aderente all’associazione Papa Giovanni XXIII e rappresentata dalla fondatrice Silvia Comodo e Anna Ciani che presiede San Gimignano Solidale. Queste sei associazioni hanno deciso di lavorare il più possibile insieme per stare vicine nelle proprie attività e riuscire a dare ai sangimignanesi un servizio migliore. Abbiamo avuto l’idea della fiaccolata, immediatamente sposata dall’Amministrazione comunale. Siamo qui per dire no a questa guerra, siamo qui per dire no a tutte le guerre: sappiamo che nel mondo, in questo momento, ci sono più di venti conflitti attivi che vedono in campo eserciti nazionali e una miriade di guerre civili sparse nei vari paesi del mondo. Nel 2021, in tutto il mondo, sono stati spesi 45 miliardi di dollari in più rispetto all’anno precedente per le armi e non si sono trovate le risorse per dare il vaccino gratuito a tutti. Noi vogliamo dire no alla guerra che la Russia ha scatenato nei confronti dell’Ucraina e vogliamo dire no alla guerra come strumento di regolazione dei rapporti tra popoli e tra nazioni: vogliamo che la guerra esca dalla cassetta degli attrezzi dell’umanità. La guerra deve essere bandita nel mondo come si è fatto con il concetto di schiavitù”.

Bassi, inoltre, ha ricordato che un equipaggio della Misericordia si è recato alla frontiera polacco-ucraina e porterà a San Gimignano tre mamme con quattro bambini che saranno ospitati a San Gimignano. E, con voce commossa, ha letto un testo di Pier Paolo Pasolini, nel centenario della sua nascita: “Finché l’uomo sfrutterà l’uomo. Finché l’umanità sarà divisa in padroni e in servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui”.

Il lungo corteo, con i flambeaux accesi, le bandiere della pace e dell’Ucraina, i lavori dei bambini e dei ragazzi dell’Ic Folgòre, si è mosso verso piazza Duomo dove, dalle scalinate della Collegiata di Santa Maria Assunta, il parroco don Gianni Lanini ha svolto la propria riflessione: “In questo momento tremende nubi di paura si stagliano all’orizzonte e cupi fumi aleggiano sulle nostre teste e serpeggia il timore che si stia innestando una terza guerra mondiale. In realtà una guerra mondiale è in corso, un guerra mondiale fatta a pezzi, con conflitti cruenti e disseminati qua e là sulla terra che il conflitto in Ucraina ci ha solo portati più vicini: finora potevamo illuderci di pensare che non fosse affare nostro, invece i 60 km di mezzi armati diretti alla conquista di una nazione ci ha ricordato, con estrema violenza, che questa guerra mondiale diffusa e spezzettata è anche affare nostro. La guerra continua, i morti continuano e ogni giorno che passa, da una parte, ce la sentiamo più vicina, ma dall’altra corre il rischio di diventare una delle tante notizie che sentiamo scorrere al telegiornale. Se siamo qui stasera è per dire, e per dirci, non che questa guerra ci fa paura, ma per testimoniare con la nostra vita che vogliamo essere uomini e donne di pace: stasera tornando a casa chiediamoci se abbiamo fatto quanto era in nostro potere per essere uomini e donne di pace, costruttori di armonia, chiediamoci se quando siamo protetti dallo schermo del nostro computer seminiamo dissapori e cattiverie sui social. La maggior parte di noi non ha un ricordo della guerra, ma anche questa nostra cittadina in tempi non remoti ne ha vista una che ha lasciato dietro di sé morte e distruzione”. E don Gianni ha concluso il proprio intervento leggendo quanto scritto nella cronistoria redatta dall’allora proposto sangimignanese monsignor Carlo Paggetti nei giorni del passaggio del fronte a San Gimignano nel luglio 1944 e ha rivolto un pensiero alle madri ucraine e alle madri russe.

Sempre più persone, con sempre più fiaccole accese, si sono aggiunte alla manifestazione: un fiume di persone, attraverso via San Giovanni, ha raggiunto il piazzale Martiri di Montemaggio. Qui, al Monumento ai Caduti, ha preso la parola il sindaco Andrea Marrucci: “Non è vano essere di nuovo qui per dire no alla guerra e sì alla pace. Abbiamo passato un’altra settimana di guerra e non ne vediamo ancora la fine: per favore fermiamo questo conflitto assurdo, fermiamo questa aggressione violenta. Siamo al monumento che ricorda i caduti sangimignanesi di tutte le guerre: in questo luogo si ricordano le atrocità della guerra. Qui vicino c’è il monumento ai 19 giovani partigiani uccisi dai fascisti sul Montemaggio. Essere qui è importante: significa essere tutti parte di un destino comune. Essere qui è importante: l’ho detto sabato scorso e lo ripeto adesso; siamo qui per i popoli e per la solidarietà al popolo ucraino e siamo qui anche per la solidarietà al popolo russo, trascinato in una guerra senza senso, e per quei cittadini che sfilano contro l’autorità e l’autoritarismo del loro capo del Governo. Siamo qui nonostante la distanza, nonostante la nostra fragilità e la nostra impotenza: ieri sera abbiamo fatto il coordinamento di tutte le associazioni sangimignanesi per farci trovare pronti quando tanti ucraini arriveranno in Italia e anche a San Gimignano. Ma ci pervade un senso di impotenza, altrimenti non saremo umani. Distanza, fragilità e impotenza non vuol dire indifferenza. E la partecipazione a questa manifestazione significa non girarsi dall’altra parte. In ballo ci sono anche la liberà e la democrazia che, nonostante i mille difetti, è la migliore forma di governo sotto la quale possiamo vivere. Dobbiamo impegnarci a rinnovare la democrazia ogni giorni. Non c’è giustizia nella guerra e non c’è quel progresso sociale e culturale di cui abbiamo bisogno: la persona stessa è negata in guerra. Il lockdown per il Covid è stato paragonato più volte alla guerra: mio nonno, che la guerra l’ha dovuta fare come partigiano e poi come militare nel Nuovo Esercito Italiano per liberare l’Italia del nord occupata dai nazi-fascisti, in quei giorni mi diceva al telefono: ‘Guarda Andrea no, non è come la guerra: come la guerra non c’è niente’. Ha ragione mio nonno perché la guerra tira fuori il peggio dell’essere umano: morte, distruzione, violenza e calpesta i diritti e la dignità umani. Qual è la dignità di una persona sotto le bombe?”. Il primo cittadino ha concluso il proprio intervento rammentando il gesto compiuto da Natasha, la signora con il cappotto giallo, ricordando che “Ci sono 50 persone di origine ucraina che vivono a San Gimignano, 4 hanno cittadinanza italiana e sono 16 le persone di origine russa, di cui 10 con cittadinanza italiana: le cito insieme perché tutti siamo parte di una comunità” e spiegando le modalità per aiutare le persone in difficoltà per la guerra: “Invitiamo ad aderire alla campagna straordinaria di raccolta fondi in soccorso alla popolazione ucraina lanciata da Croce Rossa Italiana, Unicef e Unhcr con il sostegno di RAI per il Sociale, inviando un semplice sms o con una chiamata da rete fissa al numero 45525 per dare un contributo concreto al lavoro che le principali organizzazioni umanitarie stanno già svolgendo ai confini dell’Ucraina. E la Regione Toscana ha messo a disposizione un Iban per promuovere una raccolta fondi”.

Al termine della manifestazione i bambini e i ragazzi hanno consegnato ai rappresentanti della Rete Sociale i bellissimi elaborati che inneggiano alla pace e dicono no alla guerra: il coordinamento delle associazioni si è impegnato a trovare una soluzione per valorizzare i lavori dei raccolti. Da lunedì la raccolta di generi alimentari, di medicinali e delle coperte, che in questi giorni si è svolta in un locale in via Diacceto, si sposterà nei locali della Misericordia in via San Matteo. Inoltre, il Comune di San Gimignano ha attivato una mail dedicata a cui i cittadini potranno rivolgersi per avere qualsiasi informazione in merito all’emergenza (donazioni, disponibilità alloggi, comunicazioni ingressi e altro): ucraina@comune.sangimignano.si.it: se ci fossero cittadini che disponibili ad accogliere che o desiderino avere informazioni si possono rivolgere a questa mail del Comune.

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