L’assessore allo sport Paolo Benini: “Non ho buone sensazioni, bisogna smettere di giocare. No al gioco dello scarico delle responsabilità”.

Una notte di lavoro, ma la trattativa sul Siena ancora non si è sbloccata: niente firma, al momento, per il passaggio di proprietà fra Anna Durio e la famiglia armena. Sull’argomento torna a parlare questa mattina l’assessore allo sport del Comune di Siena Paolo Benini, che si è prodigato, per quanto di sua competenza, nel mediare fra le parti. E lo fa con parole dure: “Troppi silenzi – dice – bisogna smettere di giocare sulla pelle della città, poi non vorrei assistere al giochino dello scarico delle responsabilità”.

“Ricevo telefonate e messaggi da tifosi della Robur che già da tempo con ansia mi sollecitano e mi chiedono, interpretano e sognano. Ho visto un campionario di emozioni: dalla delusione alla ripresa dell’ottimismo e quant’altro. E’ stata un’esperienza umana importante, al di là di quanto possa seguire o meno la Robur. Faccio l’amministratore di questa città e ho delle responsabilità precise nei confronti della collettività. In questo senso mi muovo. La squadra di calcio è un marchio che riguarda l’intera città di Siena”. Queste le parole di Paolo Benini sulla situazione attuale.

“Davanti alla rappresentazioni della presidente, il mio compito è stato quello – riassume Benini – di essere quindi di aiuto. Semplicemente ho indirizzato verso la stessa presidente alcune persone che, non riuscendo a entrare in contatto con la società, anche forse per loro responsabilità, si rivolgevano a me in quanto assessore allo sport. Abbiamo assistito poi alle azioni della presidente, legittime trattative che sono state portate avanti. Si è poi presentata a me la famiglia armena, attraverso alcuni rappresentanti e anche lì è stata seguita la stessa proceduta: creare contatto. Ho già detto che probabilmente qualcuno aveva intenzioni vere e qualcuno meno, ma non ha importanza, il mio compito è comunque favorire il colloquio e il confronto fra le parti per cercare a tutti i costi di salvare una società importante e rappresentativa di una collettività e che merita rispetto, da parte di tutti”.

“Non sono mai entrato in questioni strettamente tecniche – prosegue Benini -, anche perché non ne ho competenza. Anche nell’ultima trattativa che è stata prima chiusa e poi riaperta in tempi strettissimi. A parte le carte che sono in mio possesso, approfondimenti di merito non sono di mia competenza. Siamo arrivati al 1 agosto, siamo vicini a una scadenza”.

“Non penso che esistano angeli e diavoli – aggiunge l’assessore allo sport – ma penso che tutti perseguano il proprio interesse. Questo non è un problema, naturalmente quando questo avviene all’interno di percorsi legittimi. Anche in questo caso mi sono prodigato per ricostruire un rapporto con i rappresentanti della famiglia armena, in modo che potesse ripartire una trattativa. Così è stato, alla luce del sole e nella massima trasparenza, poi il mio ruolo è finito: si entra in una trattativa fra soggetti privati e il mio ruolo finisce. Ognuno gioca la propria parte, cercando di portare a casa il miglior profitto. Mi pare che la situazione però si stia prolungando troppo e comincio con franchezza ed essere seccato del fatto che nessuno esprima con chiarezza la sua posizione. Questo non mi dà buone sensazioni, l’ho già comunicato e non vorrei nemmeno assistere al gioco dello scarico delle responsabilità”.

“Sono dalla parte della collettività – conclude Paolo Benini – e del tifo senese e invito chi fa trattative di tenere un profilo di tutela delle proprie parti, ricordando però che c’è una città e quindi di non dimenticare questo punto che è elemento centrale, stiamo parlando di storia e questo è un valore. Si sentono grandi silenzi, questo mi desta delle perplessità. Non si può giocare sulla pelle di una città: questo è quello che guida me, ieri, oggi e domani fino a quando ci sarò. Non si può scherzare sul nome di una città, su quello di Siena in particolare”.

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