Siena, 16 agosto 2020: il Palio non c’è, ma in contrada il sole splende

Arriviamo così al 16 agosto, il giorno del Palio che non c’è. Di nuovo. Se di luglio l’assenza della Carriera di Provenzano è stata vissuta con lo stupore e l’incredulità di qualcosa che non avremmo mai voluto vivere, ma che aveva le forti connotazioni civiche di una Siena che sceglie di rinunciare al suo tesoro più prezioso per il bene comune, il Palio di mezz’agosto ha reso ancora più ingombrante il senso di perdita e di amarezza che ci portiamo in mezzo al cuore.

Oggi, i contradaioli si sarebbero svegliati con la speranza negli occhi. Le passioni e i sogni dei 10 popoli chiamati sul tufo si sarebbero concretizzati nel minuto e mezzo di corsa e un tripudio di colori e canti di gioia si sarebbe riversato sulle lastre, portando il Cencio in Duomo.

No, nulla di tutto questo, oggi.

Oggi, però, Siena si sveglia con una consapevolezza in più. Il Palio non c’è. Mancheranno i fantini a cavallo, la passeggiata storica, i fazzoletti al collo. Ma nell’infausto anno delle rinunce, Siena ha potuto dimostrare al mondo ciò che in molti già affermano da tempo: Il Palio senza contrade non può esistere. Ma le contrade, anche senza Palio, esistono eccome.

Ed esistono i contradaioli, fieri delle proprie radici, quei contradaioli che in questa lunga estate hanno vissuto i rioni e si sono riversati nei locali della città per dare il loro contributo. Esistono i contradaioli che hanno portato le mascherine, casa per casa, durante il lockdown. Esistono i contradaioli che si sono seduti a tavola, in contrada, per consumare la cena preparata dai ristoratori del rione. Esistono i contradaioli che ieri, per il conferimento del Mangia d’Oro alla sanità senese, hanno applaudito agli uomini e alle donne che hanno protetto la comunità dalla pandemia.

Il Palio si è fermato, ma Siena non ha mai spento i motori della sua civiltà. Non sono mancati i canti che hanno accarezzato i tetti della città, non sono mancati i tamburi che hanno fatto vibrare le lastre, non è mancato il ritrovarsi nei luoghi che ognuno chiama “casa”, abituandosi ad un nuovo stile di vita, a delle nuove regole.

E quindi si sono riaccese le luci delle società, si sono riaperte le porte dei musei, si è ricominciato a raccontare chi siamo e forse, questo Palio che non c’è è stata l’occasione per mettere in luce il nostro vissuto, le nostre usanze, la nostra natura solidale che viene da dentro e che, senza che nessuno debba chiederlo, viene messa al servizio del prossimo.

Era difficile immaginarlo, ma proprio in questo anno di rinunce, proprio in questa lunga, infinita estate priva dei nostri colori, Siena ha davvero trionfato.

Oggi è il giorno del Palio che non c’è.

Ma Siena, le sue diciassette contrade e tutti i contradaioli di oggi e di ieri…

Ci sono eccome.

Siena, 16 agosto 2020.

In contrada, il sole splende.

Arianna Falchi
Penna e cuore, dal 1991. Credo nella potenza delle parole, unica arma di cui non potrei mai fare a meno. Finisco a scrivere sui giornali un po' per caso, ma è quella casualità che alla fine diventa 'casa' e ho finito per arredarla a mio gusto. Sono esattamente dove vorrei essere. Ovvero, ovunque ci sia qualcuno disposto a leggermi.

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