Il 28 Aprile, Poggibonsi si veste a festa per celebrare il Santo Patrono della città, San Lucchese, diventato santo grazie ad una vita ispirata a valori quali la semplicità, la fede e l’aiuto verso il prossimo.

Un rituale che, da generazioni, ogni anno è sempre lo stesso. Per tutti i poggibonsesi la festa di San Lucchese coincide con l’inizio della stagione primaverile e con quel senso di appartenenza alla città di Poggibonsi che si ritrova nella collina che precede la Basilica.

Ieri sera la processione per le vie del centro di Poggibonsi. In tanti, veramente tanti, hanno accompagnato il corpo del Santo Patrono per le vie della città, dalla Chiesa di Romituzzo alla Collegiata. Tutta la comunità francescana, le Autorità presenti, la Misericordia di Poggibonsi, le Parrocchie, le associazioni, la Banda Sonora “La Ginestra”,sono tutti i soggetti che hanno contribuito all’organizzazione di questa consuetudine che è diventato un evento molto atteso.

Un rituale appunto, quello di percorrere la salita fino alla Chiesa fra bancarelle di dolciumi e porchetta, partecipare alla Santa Messa, rendere omaggio a San Lucchese, Lucesio per i poggibonsesi, e , infine, assistere agli affascinati fuochi d’artificio che colorano la collina con lo sfondo del bellissimo cassero della Fortezza e del castello di Strozzavolpe. La collina che si rivolge verso la Basilica del Terzo ordine francescano e che sovrasta la città è, senza dubbio, la parte più bella nonchè più storica di Poggibonsi. La PoggioBonizio medievale dove risplende la Fortezza Medicea costruita fra il 1488 e il 1511 su commissione di Lorenzo il Magnifico e dove svetta anche il Castello di Badia di Poggibonsi, una delle “badie” più antiche d’Italia. Il Convento di San Lucchese, costruito in più tappe tra il 1220 e il 1268, è una splendida chiesa medievale che poggia su una collina circondata da lunghe file di cipressi. A valle una delle opere più belle di Poggibonsi con La Fonte delle Fate, opera realizzata da Balugano Da Crema nel XIII secolo, insieme al giardino e al laghetto a forma di cuore che diventano meta per i tanti ragazzi e bambini che si ritrovano qui, in occasione di San Lucchese, a giocare a pallone.

Un luogo senza tempo e senza età, dove, nel giorno del 28 aprile l’aria si inebria di brigidini. Un panorama fantastico, quasi un acquarello colorato con le campagne senesi sullo sfondo, sono un luogo di quiete che quest’anno è tornato, finalmente, a riempirsi di quel viavai di gente che si saluta e si ritrova per rendere omaggio al Santo a cui tante famiglie poggibonsesi sono devote.

Dopo due anni di stop forzato, a causa della pandemia, la festa culmina al tramontare del sole. Nel piazzale davanti alla facciata della chiesa e negli spazzi tra giardino e vigna, ci si raggruppa in attesa dei fuochi d’artificio. Uno splendido chiarore illumina le colline con giochi di luce di inebriante bellezza in questo luogo antico e magico per tutti.

Giovani e vecchi, tutta Poggibonsi è finalmente di nuovo insieme.

Irene Chiti
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