Un cassetto stravolto in un'abitazione di Chianciano, dove ieri notte sono entrati i ladri

Dopo la zona amiatina e dell’Orcia, i malviventi si spostano anche in Valdichiana

Non si ferma l’ondata dei furti in provincia di Siena. Si cerca un po’ di tutto, si trafuga quel che si trova, e poi via verso il nuovo obiettivo. Meglio se durante la stessa sera, alla ricerca del jackpot. Non si sa nemmeno se ad agire sia sempre la stessa “banda dei Babbi Natale“, riprendendo il titolo di un film di qualche anno fa – ma di sicuro sarebbero sciocchi a vestirsi così in questo periodo dell’anno – o se semplicemente uno dei mali del vaso di Pandora sia fuoriuscito e abbia contagiato qualche persona debole d’intelletto. Lo scenario però peggiora di giorno in giorno, riempiendo il notiziario social e intasando le linee telefoniche dei centralini delle forze dell’ordine.

In principio fu Abbadia San Salvatore, salita agli onori delle cronache per la rapina ad un bar vicino allo stadio comunale, che aveva assunto un tono tragicomico anche vista la fuga del ladro su un Ape 50 e l’inseguimento della titolare su una vecchia Panda. L’episodio non era stato nemmeno l’inizio della stagione di furti di fine anno, visto che qualche giorno prima sempre nella città badenga erano stati svaligiati anche un ristorante e una casa indipendente; subito dopo, invece, la criminalità era scesa dall’Amiata a Castiglione d’Orcia, dove addirittura il sindaco Claudio Galletti aveva chiesto più controlli alle forze dell’ordine.

Se proprio l’aumento di ronde abbia aiutato far allontanare l’ondata di malvivenza dalla zona del vecchio fiume Orcia è improbabile da affermare: sta di fatto, però, che dati alla mano così è stato. Nei primi giorni della settimana alcune case di Montallese (frazione di Chiusi) sono state prese di mira e svaligiate. Una decina di chilometri più a ovest è stato poi il turno di Chianciano, dove i ladri sono entrati in due villette in campagna – distanti si e no un chilometro – racimolando qualche oggetto in oro, probabilmente anche con meno valore rispetto al costo della finestra rotta per entrare. In uno di questi due casi i testimoni hanno raccontato che al rientro “sembrava quasi che gli autori fossero ancora dentro casa“. Gli stessi racconti arrivano anche da Cetona, il che fa allargare ancora di più la zona di proliferazione.

Il modus operandi resta comunque sempre lo stesso: i principali obiettivi non sono ovviamente persone in carne ed ossa, ma abitazioni a piano terra, perché più semplici da aprire o più facilmente raggiungibili forzando le finestre. Una volta dentro, poi, si cerca dappertutto: è finita l’era della cassaforte (o probabilmente quella rimane propria delle grandi pellicole cinematografiche e televisive), al contrario si rovista nei cassetti e negli armadi in cerca di qualche preziosità nascosta tra gli indumenti della biancheria intima. Abitazioni, soprattutto, non condominiali, meglio se solitarie e lontane dal centro cittadino. Dove, con poche probabilità, nemmeno i vicini riuscirebbero ad avvertire le forze dell’ordine. O a notare qualcosa, visto che la maggior parte dei furti avviene col calare del sole, quando la giornata lavorativa deve ancora finire. E quando le abitazioni sono la preda più facile da colpire.

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