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Martina Marolda (Culture Attive) presenta la mostra “Il mio punto di vista” la prima esposizione dei dipinti di Ferdinando Cifariello

Sabato 30 aprile, alle 12, la sala di Cultura di palazzo Pratellesi in via San Giovanni a San Gimignano accoglierà l’inaugurazione di una mostra che vede coinvolti la Casa di Reclusione di Ranza, l’Amministrazione comunale e l’associazione Culture Attive.

Martina Marolda, responsabile delle iniziative culturali dell’associazione sangimignanese, ha presentato l’esposizione “Il mio punto di vistadel detenuto-artista Ferdinando Cifariello, nato a Napoli nel 1967. Marolda ha spiegato l’importanza del ruolo di Culture Attive nel creare “situazioni-ponte” per generare iniziative che mettono insieme protagonisti diversi: “Come avvenuto nel 2016, siamo stati contattati dal personale della Casa di Reclusione di San Gimignano per organizzare la mostra di un detenuto-artista: nel 2016 erano state esposte le opere di Antonio Russo, quest’anno l’artista è Ferdinando Cifariello”.

“Cifariello ha iniziato a dipingere all’interno del carcere sangimignanese e questa sua pratica pittorica è proseguita ininterrottamente. Tramite il personale educativo e la psicologa della Casa di Reclusione lo abbiamo conosciuto. Quindi Ferdinando ha visitato gli spazi che ospiteranno la mostra e, così, è nato tutto il percorso a partire dalla scelta dei dipinti, del titolo e dell’immagine della locandina di ‘Il mio punto di vista’”.

Marolda ha analizzato la storia artistica di Cifariello e delle sue opere: “Cifariello ha iniziato a dipingere guardando fotografie, cataloghi e libri ed è rimasto affascinato dal Barocco, in particolare quello senese, i paesaggi, le nature e gli ambienti urbani che interpreta in modo astratto e soggettivo. In mostra ci saranno ritratti di donne e Madonne, e di paesaggi e di nature morte. Nella sua produzione artistica è molto interessato alla luce e all’utilizzo del chiaro-scuro di matrice caravaggesca e altri pittori di riferimento sono Manet, per l’eleganza del tratto e il disegno dal vero, e Van Gogh, per i colori”. Nell’allestimento della mostra è stata prestata attenzione ai giochi di luci e ombre per mettere in risalto ancora di più queste caratteristiche delle sue opere.

“Durante il nostro primo incontro Cifariello mi ha rilasciato questa affermazione: ‘Tutte le persone sono fatte di una parte di luce che corrisponde al 15-20% e tutto il resto è ombra‘: vedere trasposta questa sua concezione dell’essere umano, che risente del suo percorso personale oltre che artistico, ci è sembrato molto interessante’”. La responsabile di Culture Attive ha sottolineato l’aspetto del reinserimento sociale del detenuto.

“Un’altra cosa che mi piace mettere in evidenza riguarda il fatto che il materiale grafico e un testo critico di presentazione sono stati realizzati da tre giovani curatrici, Bianca Arcangioli, Caterina Guargaglini e Margherita Peccia, storiche dell’arte che in questo periodo, insieme con altre ragazze, si stanno formando con noi nell’ambito di Nottilucente Academy” (l’accademia della quale avevamo parlato in questo articolo).

Alla presentazione della mostra interverranno lo stesso Ferdinando Cifariello, che illustrerà in dettaglio la propria opera; la presidente di Culture Attive, Beatrice Andreuccetti; l’assessora alle Politiche sociali, Daniela Morbis; l’assessora alla Cultura, Carolina Taddei e la funzionario giuridico pedagogico della Casa di Reclusione Rita Favente. Seguirà un aperitivo di benvenuto. L’evento è gratuito e a libero accesso e la mostra sarà visitabile fino al 13 maggio, aperta in orario 10-18 dal lunedì al venerdì, mentre il sabato e nei giorni festivi sarà possibile visitarla su appuntamento. Per maggiori informazioni e per prenota la visita è possibile inviare una e-mail a info@cultureattive.org o chiamare il 338.4506864.

L’artista: Ferdinando Cifariello

Ferdinando Cifariello (Napoli, 1967) si forma da autodidatta, a partire dal 2010 circa, all’interno della Casa di Reclusione di San Gimignano, dove attualmente vive e lavora. La sua pittura guarda al Barocco sia nei soggetti che nello stile e nella tecnica, minuziosa e rigorosamente a olio su tela o tavola. Predilige i ritratti di donne e Madonne e le nature morte, ma anche l’apertura sul paesaggio classico e sull’ambiente urbano, quest’ultimo reinterpretato in chiave intima e astratto, materico.

“Io trasfiguro le cose – afferma Cifariello – anche i miei Vasi di fiori, per esempio, sono trasfigurati attraverso un gioco di luci e ombre. Attraverso gli oggetti, voglio rappresentare le persone, sempre fatte di lati oscuri e chiari: di una persona vediamo sono un 15-20% della sua luce, il resto è ombra, mi interessa come la luce bagna le cose e le persone. I miei sono paesaggi o donne viste sui giornali. Come la giovane che usciva dal mare e stava seduta che diviene, nei miei dipinti, quasi una Venere con dietro la Via Lattea”.

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