“Al momento non sono molte le persone che si sono rivolte alla Fondazione per la prevenzione dell’usura ma, quando verranno meno le sospensioni di rate e muti, la situazione potrebbe cambiare”

La crisi economica causata dal Covid ha portato a 121mila il numero dei poveri in Toscana. Questo è il dato allarmante emerso dal quarto rapporto sulle povertà in Toscana curato dall’Osservatorio regionale toscano in collaborazione con Anci Toscana  e dal “Dossier sulle povertà nelle diocesi toscane – anno 2020” di Caritas Toscana. In un contesto sociale in cui aumentano le disuguaglianze e crollano i redditi anche a causa del Covid, diventa allora importante non sottovalutare l’impatto che potrebbe avere un fenomeno come l’usura. Per questo motivo abbiamo intervistato Lelio Grossi, Presidente della Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura.

Prima arrivare a qualsiasi conclusione bisogna però aver ben chiaro in mente chi sono i soggetti che purtroppo tendono a fare maggiore ricorso agli usurai: “L’incremento della povertà è principalmente dovuto a famiglie e persone che hanno necessità per sopravvivere – spiega Grossi – quelle che all’estremo si rivolgono anche all’assistenza delle suore. Ma questa condizione non porta ad un ricorso maggiore all’usura, o almeno è un dato che per ora non abbiamo rilevato, anche perché si rivolgono alla Fondazione coloro che sanno che noi garantiamo dei finanziamenti. Pertanto ci deve essere, al momento o in prospettiva, la possibilità che questi finanziamenti vengano rimborsati. Allora le persone che sono in miseria assoluta non vengono nei nostri centri, ma si presentano le persone in condizione di sovraindebitamento”.

Al momento la crescita del disagio sociale è stata di fatto congelata: “Il problema Covid ha aggravato la situazione dei nuovi poveri, che provengono in buona parte dalla classe media – spiega il Presidente della Fondazione-, ma non li ha indotti a presentarsi ai nostri centri perché hanno usufruito delle agevolazioni che lo Stato ha messo a disposizione, come ad esempio il rimando delle rate e dei muti. Per cui queste persone sono ancora in attesa di avere un quadro genarle di quella che è la loro situazione, per poi in caso presentarsi ai nostri centri e vedere quali spazi di intervento si presentano”.

Tuttavia l’esplosione del fenomeno dell’usura rischia di essere semplicemente rimandato: “Ritengo che questo problema sarà fortemente sentito nei prossimi mesi – afferma Lelio Grossi – quando verrà meno il blocco dei licenziamenti o la Cassa Integrazione Straordinaria, la cui scadenza è prevista per aprile, salvo proroga. Quando queste sospensioni verranno a cadere riteniamo che avremo un flusso significativo di richieste, che però al momento non si sta verificando. Le misure prese dal governo hanno contribuito a lenire tante situazioni, sono stati dei supporti che hanno sopperito momentaneamente al problema, che però si ripresenterà a breve”.

Va sottolineato che la piaga dell’usura è spesso ampiamente sottovalutata, nonostante la crisi economica che ci ha colpito, non si sono ancora accesi i riflettori su questo drammatico problema: “L’usura viene sottovalutata da tempo – spiega Grossi – perché è un fenomeno che non si presenta apertamente. Infatti, se guardiamo i dati ufficiali, l’usura non esiste, visto che è stato presentato un numero di denunce limitato. Però, nella sostanza, quello che possiamo rilevare è che l’usura non è scomparsa, tutt’altro”.

Vincenzo Battaglia
Sono nato a Melito di Porto Salvo (RC) e mi sono diplomato al Liceo Classico di Reggio Calabria. Dopo la maturità, ovvero sia più di sei anni fa, mi sono trasferito a Siena, una città che ormai è più di una seconda casa. Qui ho conseguito una laurea triennale in Scienze Politiche e una magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Da sempre appassionato alla scrittura, il mio proposito è quello di raccontare ciò che mi accade intorno in modo obiettivo.

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