La fonte dell'Acquasanta all'interno dell'omonimo parco di Chianciano Terme

Ci sono voluti due anni. Previsto ora un aumento di capitale di 6 milioni

“Un momento storico per l’economia del territorio”. È con queste parole che le Terme di Chianciano hanno esposto, in una nota stampa, l’ultimo traguardo raggiunto, ovvero l’omologazione del concordato fallimentare. Nella giornata di mercoledì 26 luglio è stato infatti notificato dal Tribunale di Siena il decreto di omologa del concordato proposto dalla società Terme di Chianciano, al termine di due anni di grande lavoro ed impegno da parte dei nuovi azionisti, del management e dei lavoratori. Grazie all’agognato via libera, “la società prevede a breve un ulteriore aumento di capitale di 6 milioni, indispensabile non solo per far fronte al pagamento dei debiti pregressi, ma soprattutto per attuare il piano di interventi, necessari ed indispensabili per la riqualificazione del vetusto complesso termale”.

L’omologazione del concordato, il conseguente aumento di capitale e la scomparsa di molti vincoli che finora avevano frenato il nuovo corso delle Terme di Chianciano – oggi sotto Terme Italia, società che detiene anche Terme di Saturnia e il parco della Fonte di San Gemini – daranno il via ad una serie di investimenti che avranno l’obiettivo di “dare origine ad un prodotto turistico-termale-sanitario innovativo che faccia di Chianciano Terme un moderno hub nazionale del benessere, della prevenzione e della salute”. Prima, però, “elemento fondamentale e imprescindibile per garantire l’attuazione del piano di rilancio è la più che mai urgente risoluzione della questione collegata alla liquidazione della società Terme Chianciano Immobiliare, controllata dalla Regione: è infatti oggettivo come non sia assolutamente possibile avviare un piano di investimenti in presenza di un soggetto ‘proprietario’ impossibilitato a potersi confrontare in maniera compiuta e su investimenti e programmi di lungo periodo“.

“Auspichiamo fortemente che il Presidente Giani – continua il comunicato -, da sempre sensibile al tema dell’occupazione e dello sviluppo economico del territorio, colga questa occasione per far diventare il risanamento di Chianciano un ‘best case’, ovvero un esempio virtuoso della interazione pubblico- privato, attuando quanto necessario per risolvere in maniera definitiva i problemi dell’Immobiliare, che rischiano di bloccare il piano di rilancio per le Terme di Chianciano e per tutto il territorio. È altresì importantissimo un piano straordinario di riqualificazione delle strutture ricettive del territorio, oggi possibile grazie agli strumenti, anche legati al Pnrr e ai fondi europei, di cui la Regione dispone, per una ripartenza complessiva e multisettoriale della destinazione; su questa azione è indispensabile che le Associazioni di Categoria facciano sentire la loro voce riproponendosi come elemento propositivo e propulsivo”.

Finalmente!“, ha commentato il sindaco di Chianciano Terme sui propri profili social. “A questo punto – ha poi aggiunto – ci sono importanti obbiettivi da portare a termine: la valorizzazione del comprensorio termale, la destagionalizzazione dei flussi turistici, la promozione di forme di integrazione fra terme, benessere, cultura, sport ed enogastronomia e il sostegno all’aggregazione delle imprese. È quindi fortemente necessario – ha concluso, con un tono un po’ polemico – che la Regione Toscana, rimasta finora silente (tanto per usare un eufemismo), si riappropri del ruolo di regia per porre in atto una programmazione strategica fatta di politiche di rilancio serie che guardino alla ripresa del territorio, utilizzando al meglio e pienamente tutte le risorse disponibili anche per evitare che la Legge Regionale 11 ottobre 2022 n° 33 ‘Disposizioni di sostegno al settore termale‘ rimanga un puro esercizio di stile”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui