La prova scritta per diventare avvocati sarebbe dovuta partire il 15 dicembre. “Avvertiti con un post”

Sono almeno una ventina solo a Siena i praticanti avvocati che, dopo mesi di studio, sacrifici e pratica, avrebbero dovuto svolgere la prova scritta per l’abilitazione alla professione a metà dicembre (l’esame di Stato prevede una complicata prova scritta tramite la quale accedere poi a un’altrettanta difficile prova orale) a Firenze. Poi, improvvisamente, con un post sul proprio profilo Facebook, il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha sospeso la prova. Nonostante l’esame fosse stato programmato il 14 settembre scorso, in una fase in cui la situazione sanitaria era ampiamente conosciuta e senza prevedere una valida alternativa.

Una situazione che ha creato non poche proteste e disagi, anche perché, come spiegano i praticanti “non ci sono certezze per lo svolgimento dell’esame”. E migliaia di praticanti in Italia, centinaia solo in Toscana, si trovano adesso in una condizione di “limbo” insopportabile.

“Abbiamo scoperto tutto questo – racconta Giulia Rossi, praticante avvocato di Siena – con un post su facebook. Non era una notizia inaspettata, sapevamo che ci sarebbe stato un rinvio o una soluzione diversa, ma ci aspettavamo un altro tipo di comunicazione e anche un confronto diretto, cosa che non c’è stata neppure in commissione giustizia, dove il ministro non si è presentato e si è fatto rappresentare dal sottosegretario”.

“Si ipotizza adesso – dice Rossi – un rinvio a primavera, senza specificare date e senza una precisa modalità. Non sappiamo quale sarà il livello dell’emergenza in primavera, in questo modo possiamo pensare a un ulteriore rinvio. Era possibile creare modalità diverse per fare l’esame? La pandemia si conosceva, galoppa da tempo, l’esame di stato è un appuntamento fisso, si poteva prevedere qualcosa, magari farlo sostenere in modalità diverse, come è stato fatto per altri tipi di abilitazione: medicina, architettura, farmacia e altre professioni. Ci hanno detto che l’esame orale in streaming avrebbe influito sulla qualità, ma delle due una: se vale per le altre professioni, perché non è abilitante per noi?”.

Le parole di Giulia Rossi, praticante avvocato.

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