Tra riorganizzazione degli spazi, banchi monoposto, ingressi scaglionati, lezioni in presenza, screening sierologico e nuove figure nelle scuole. Abbiamo chiesto a Floriana Buoncore, Dirigente scolastico dell’istituto Federigo Tozzi e reggente del Sallustio Bandini, di spiegarci come sarà la nuova scuola

Qualche certezza e ancora troppi dubbi e perplessità, così riapriranno il 14 settembre le scuole di Siena. Gli spazi sono stati ripensati o sono state trovate strutture alternative? Come avverranno le lezioni? Quali saranno gli orari di ingresso ed uscita? Come verrà trattato un caso Covid? Abbiamo posto questi e tanti altri quesiti a Floriana Buoncore, Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Federigo Tozzi e reggente dell’Istituto Sallustio Bandini.

Il primo aspetto che abbiamo affrontato è quello della riorganizzazione degli spazi per garantire il corretto distanziamento sociale. “E’ dapprima iniziata un’interlocuzione non semplice con gli enti locali -ci spiega Floriana Buonocore- le difficoltà si sono maggiormente riscontrate con l’Istituto Tozzi perché qui si parlava di carenza degli spazi anche prima del Covid. L’utenza, poi, è in forte espansione, basti pensare che siamo passati, negli ultimi 5 anni, da 2 sezioni a 4 soprattutto per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado, quindi le medie. Anche alle elementari c’è stato il completamento della quarta sezione per cui l’utenza è veramente cresciuta”.

Passando poi al concreto, aggiunge la preside: “Avuto chiaro ciò di cui c’era bisogno, sono state fatte delle richieste al comune anche se i lavori sono ancora in fase di ultimazione. Per quanto riguarda l’Istituto Tozzi sono state ricavate delle aule nel locale della mensa, quindi i ragazzi non avranno più a disposizione il refettorio per mangiare, ma consumeranno il loro pasto nella aule. Poi sono stati fatti interventi di edilizia leggera per ricavare nuove aule attraverso l’ampliamento di quelle già esistenti e grazie all’esportazione degli uffici di segreteria. Anche al Bandini sono state riorganizzate le aule cercando tutti gli spazi possibili e immaginabili per non far star a casa nessuno. Comunque riusciamo a mantenere il distanziamento minimo richiesto”.

A far discutere durante questa pazza estate sono stati, poi, i banchi monoposto, ma sono effettivamente arrivati? “Sia al Tozzi che al Bandini sono stati comprati e richiesti ma in minima parte perché quasi in tutte le aule avevamo già banchi monoposto. Quelli che abbiamo richiesto al Ministero, circa un centinaio, ancora non sono arrivati”.

A preoccupare, non solo i docenti ma anche e soprattutto le famiglie, è la questione relativa allo svolgimento delle lezioni. Un’eventuale ritorno della didattica a distanza, infatti, costringerebbe molti genitori a dover trovare delle soluzioni per non lasciare da soli i figli. “Il nostro obiettivo fin da subito -ci tiene a precisare la preside- era quello di portare tutti i ragazzi a scuola, cercando di evitare forme di alternanza o turnazioni, quindi tutti i ragazzi faranno lezione in presenza. Il periodo del lockdown è stato duro per tutti, è necessario che questi ragazzi si riapproprino della loro socialità. Sicuramente la scuola è anche il luogo fondamentale dove apprendere le regole, come si sta insieme ora”.

Per garantire un corretto distanziamento tra gli alunni, anche il tema deglli orari scaglionati all’ingresso e all’uscita ha provocato diverse discussioni. “Al Tozzi e al Bandini -come spiega la Buonocore- sono stati creati tutti i percorsi di entrata e di uscita e sono stati fatti ingressi scaglionati ma non più di tanto perché non si può chiedere alle famiglie di portare un bambino alle 9.30 a scuola. Sono scaglionati nel giro di un quarto d’ora. Invece di iniziare alle 8.25 si inizia alle 8.20 e si finisce di entrare alle 8.35. Sarà fondamentale la collaborazione delle famiglie nel rispetto di tutte queste regole. Non a caso in questi giorni stiamo svolgendo delle riunioni con i genitori, a distanza con i genitori degli alunni già iscritti, in presenza per i genitori degli alunni delle classi prime, cercando di instaurare una buona collaborazione“.

Oltre a questi aspetti si è parlato molto di nuove figure all’interno delle scuole, come quella del referente Covid e dello psicologo, come supporto a studenti per i studenti ed anche per i docenti. “Il referente Covid, invece, c’è ed è già stato nominato, sarà un punto di congiunzione tra dirigente scolastico e Asl, raccoglierà tutte le segnalazioni e criticità che ci sono. Per quanto riguarda lo psicologo, noi abbiamo sempre avuto lo sportello psicologico e continueremo ad averlo, a maggior ragione ora”.

Oltre a queste questioni, come spiega la stessa Buonocore, ci sono tanti altri aspetti a cui non è stata ancora data risposta.

A partire dalla procedura da attuare nel caso dei lavoratori fragili: “Non abbiamo assolutamente cognizione di come dobbiamo fare lunedì 14 perché i lavoratori fragili sono presenti nei nostri istituti. Anche perché il docente fragile può fare la didattica a distanza ma non può vigilare sulla classe, come si fa a tenere i ragazzi a scuola e il docente a casa? Oggi noi su questo non sappiamo come comportarci”.

A questo si aggiungono i dubbi sul rientro degli studenti dall’estero: “Ci sono tante famiglie che vanno a casa loro a trovare i parenti durante l’estate e anche su questi non si capisce che tipo di controlli ci saranno, se ci saranno. Da parte della scuola non ci potranno essere perché non si fa questo tipo di verifica. La temperatura noi non la prendiamo, è un compito che è stato demandato alle famiglie anche perché non basterebbe nemmeno un termoscanner”.

Altro aspetto non ben chiaro è quello relativo ai sospetti casi Covid, come vanno gestiti? “Secondo il protocollo allo studente vanno fatti indossare mascherina e guanti poi va chiamata la famiglia che a sua volta contatterà il medico o il pediatra. Poi però cosa succede al resto della classe? E agli insegnanti? Anche perchè il docente non ha sempre un’unica classe, gira tra tante classi e spesso anche tra le scuole, basti pensare agli insegnanti di religione”.

Si è parlato anche di certificati di riammissione per chi dovrà, finita la malattia, ritornare a scuola, ma permane una perplessità, come afferma la stessa Buonocore: “Al momento è stato stabilito che se l’assenza dura meno di cinque giorni non c’è bisogno del certificato di riammissione. E’ un controsenso”.

Altra questione sfuocata e che dipende dalle scelte di ciascun istituto è quella degli organici, per la Buonocore: “Noi non abbiamo sdoppiato le classi quindi, più che sul personale docente, la richiesta dell’organico aggiuntivo riguarda i collaboratori scolastici che hanno un compito fondamentale di vigilanza, per esempio sugli ingressi al mattino e sull’igienizzazione di tutti i locali. Abbiamo fatto questa richiesta all’ufficio scolastico provinciale la scorsa settimana, tuttavia, ad oggi, non sappiamo ancora niente sull’organico aggiuntivo. Da noi ci sono le cattedre vacanti per mancanza di docenti, come negli altri anni, ma non sono dovute al Covid”.

In fine il grande tema dello screening sierologico per docenti e personale che, non essendo obbligatorio, la scuola non è esattamente al corrente di chi ha fatto il test e chi no: “La scuola non ha un registro su questo però dai rapporti con gli insegnanti, anche nelle riunioni collegiali, sappiamo che ci sono o ci stanno andando quasi tutti . Gli insegnanti si stanno dimostrando seri, responsabili e sono molto preoccupati perché avrebbero preferito maggiori tutele, maggiori linee guida dato che sono una categoria molto a rischio per via dei tanti contatti”.

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