Nel borgo di Radicondoli fino al 31 luglio si potranno visitare le tre mostre site-specific di Vittorio Corsini, Luca Gilli e Paolo Fabiani e la Mostra fotografica di Carlo Cantini

In occasione della  XXXVII edizione del Radicondoli Festival che presenta un ricco programma di teatro, danza, musica e incontri, fino al 31 luglio si terrà Paesaggi Contemporanei, il progetto di arte del Comune di Radicondoli a cura di Fabio Gori.  Ancora una volta  i segni dell’arte contemporanea si intersecano con lo spettacolo dal vivo e diventano un elemento importante di incontro e riflessione tra gli artisti invitati e il luogo che diventerà il palcoscenico della loro creatività.

Per questa terza edizione sono stati coinvolti: Vittorio CorsiniLuca Gilli e Paolo Fabiani, tre artisti che hanno lavorato su progetti site specific pensati per la particolarità ambientale e architettonica di  Radicondoli; Carlo Cantini con le fotografie realizzate per lo spettacolo Antigone una storia africana, un progetto del 2014 di Massimo Luconi con giovani attori senegalesi; Beppe Brotto, musicista e performer, che eseguirà dentro l’atmosfera mistica del boschetto una architettura sonora realizzata appositamente per questo luogo.

Paesaggi contemporanei è un progetto nato per valorizzare attraverso l’intervento artistico alcuni luoghi del borgo che si affaccia sulle colline metallifere del senese, per farli rivivere in una nuova dimensione in rapporto con la comunità. Ed è anche occasione per acquisire nel tempo una collezione permanente che si disloca per le vie e i luoghi del borgo, Iniziata nel 2021 con le opere di Antonello Ghezzi “vedere me in te” (Ex lavatori)  e Moussa Traore “Preghiera” (Agriturismo Le Cantiere), proseguita con leopere “Catturare il Riflesso” realizzate con i tre segni “simbolo” di Franco Ionda – chiodi stelle teste – (centro storico) e  l’installazione “Abbraccio” di Giuseppina Giordano (Ex Ospedale). Per questa terza edizione saranno acquisite opere di Vittorio Corsini, Paolo Fabiani e Luca Gilli.

Arte e natura: il senso della meraviglia è il titolo della mostra  a Palazzo Bizzarrini che propone una selezione di fotografie inedite del progetto realizzato da Luca Gilli  durante la sua residenza artistica a Radicondoli.
Il gesto fotografico di Gilli rivela occhi spalancati, da mente e fantasia, sul confine tra visibile e invisibile, tra natura e artificio. Il suo è uno sguardo, per così dire, “fuori campo”, attento a ogni tipo di dettaglio e situazione, che fa della semplicità la sua forza e si lascia sedurre e trasportare soprattutto dalle cose ordinarie, marginali. Cose e situazioni delle quali risveglia il potenziale poetico. I soggetti risultano immersi in atmosfere sospese nel tempo e nello spazio, tra silenzi passati e presenti. E’ così che lo stupore si compie e, a bassa voce, tra le righe, prende forma e senso negli interni abbandonati, nei giardini addormentati, tra mura in rovina, nei campi e in ogni luogo dove tutto è già avvenuto e, nel contempo, tutto può ancora accadere. Interferenze, interazioni, percorsi di prossimità fisica alle cose del mondo in ascolto della loro presenza, della loro natura, della loro storia per accogliere e custodire con rispetto ogni identità e bellezza, ogni frammento del tutto in una forma di resistenza attiva all’indifferenza, verso un percorso di presa di coscienza individuale, di condivisione e riflessione comune.

Vittorio Corsini presenta un’installazione site-specific sulle mura del centro storico (Casa Tilli):  guardando  l’immensità del mare di terra e erba che circonda il paese, una scritta luminosa,  Nel paesaggio bisogna farsi ciechi: una riflessione dell’artista che  invita a emozionarsi non solo con gli occhi.

Per Vittorio Corsini “Radicondoli è un luogo in cui il paesaggio regna sovrano, è il luogo in cui immergersi nel paesaggio è un atto irrinunciabile.

Ma il paesaggio non è possibile vederlo, non è lo sguardo dalla collina più alta, non è il panorama , non è il verde dei boschi né il giallo dei campi di grano: il paesaggio va sentito, vissuto, incontrato.

Farsi ciechi è perciò un’esortazione a entrare nel paesaggio, a non guardarlo,  a non rubare la cartolina che ci regala, ma farne parte come il cinghiale, il bue o il vento che l’attraversa

Il paesaggio è una corrispondenza, è come vediamo, non ciò che vediamo”

Dopo le perfomances della scorsa edizione, Paolo Fabiani riprende il suo rapporto con Radicondoli con due opere, Respira Paolo, respira!  Turris Babel , di cui una in ceramica progettata per la terrazza del palazzo Comunale

Queste due opere sono legate dallo stesso gesto, il blu oltremare che si espande sul bianco, raccontando in modo diverso il disordine.

Respira Paolo, respira! nasce da un’esperienza autobiografica. Il 15 agosto 2019 l’artista perse conoscenza per un blocco cardiaco, causa secondaria del trapianto di polmoni. “L’unica cosa che mi ricordo è la voce del mio amico Andrea che mi stava urlando: “respira Paolo, respira!”.  Il respiro è pneuma blu, che si espande in energia rivitalizzante ultracorporea.”

Turris Babel nasce da una riflessione su quegli esempi di antropizzazione invasiva o anche di abbandono, molto frequenti in alcune regioni italiane; in Calabria o in Abruzzo si possono notare situazioni che insidiano la bellezza della natura che qui è molto rigogliosa e riesce a tenere testa al degrado; fichi d’India, nespoli, olivi saraceni, agavi, combattono tenacemente per vincere su discariche a cielo aperto. Se si crede  al soffio blu della vita, si vince sempre. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui