Gli uffici che hanno avviato il progetto rispondono alle polemiche sorte nei giorni scorsi riguardo le dimissioni di parte del comitato scientifico

Gli uffici del Ministero della Cultura che hanno avviato nel 2019 il progetto di ricerca etnografica “Il Palio di Siena” – l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo – ritengono doveroso comunicare agli organi di stampa le precisazioni e le rettifiche sulle informazioni riportate, in questi ultimi giorni, nell’interrogazione comunale presentata dalla prof. Gabriella Piccinni il 29 luglio 2023 e dalla stampa.

“Si tratta di un chiarimento rivolto, in primis, ai contradaioli secondo il principio di coerenza e continuità con l’attenzione e la cura che hanno contrassegnato l’iniziativa degli uffici ministeriali a Siena in questi anni.” Spiegano gli esponenti del progetto “Il Palio di Siena”.

“Innanzitutto, trattandosi di procedimento amministrativo, si ricorda a tutti i cittadini e alle istituzioni interessate a conoscere compiutamente il progetto che è possibile fare formale richiesta di accesso agli atti, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, al fine di visionare tutta la documentazione prodotta fino ad oggi, e si rinnova la disponibilità a fornire informazioni e chiarimenti da parte dei funzionari del Ministero responsabili del progetto”.

Ad ogni buon conto, con l’obiettivo di sgombrare il campo da ulteriori imprecisioni ed equivoci, si offre di seguito una breve sintesi delle principali tappe del progetto, che riteniamo necessaria in termini di sopra richiamata chiarezza e correttezza di informazioni.Il progetto del Ministero della Cultura è finalizzato alla salvaguardia del Palio di Siena, ovvero a coadiuvare le iniziative locali volte a sottolineare la vitalità della festa e delle Contrade.

“Il progetto – continuano – , promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, è condotto, fin dalle prime fasi, in collaborazione con il Comune di Siena, il Magistrato delle Contrade, l’Università per Stranieri di Siena, l’Università degli Studi di Siena, l’Archivio di Stato di Siena ed è da considerarsi del tutto indipendente da qualsiasi candidatura alle Liste Unesco”.

“La professoressa Katia Ballacchino, docente di Antropologia Culturale dell’Università di Salerno, incaricata dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale sulla base della sua esperienza pregressa sull’etnografia dei contesti festivi e dei processi di patrimonializzazione, ha condotto una ricerca etnografica finalizzata a documentare alcuni elementi del patrimonio culturale demoetnoantropologico, materiali e immateriali relativi al Palio di Siena e alle sue 17 Contrade. Data la vastità e la ricchezza di tale patrimonio, si è proceduto ad una selezione per ambiti e tipologie di oggetti su cui concentrare l’indagine. Tale selezione è stata condotta esclusivamente sulla base delle indicazioni dei membri del Comitato Scientifico e in accordo con essi”.

Obiettivo integrante di questo progetto è, infatti, riconoscere da parte del Ministero della Cultura la ricchezza contemporanea del mondo del Palio di Siena a partire dal punto di vista, dal vissuto e dal significato attribuitogli dai contradaioli, intesi come protagonisti assoluti, andando oltre l’immaginario massmediatico limitato esclusivamente alle giornate di Festa, e riconoscendone istituzionalmente l’importanza quale elemento emblematico del patrimonio culturale immateriale nazionale.

Siamo ora alle fasi finali del progetto che si concluderà – così come proposto fin dall’inizio – con una dichiarazione di interesse culturale che, a partire dal riconoscimento del Palio di Siena quale “espressione di identità culturale collettiva” (art. 7 bis del D.Lgs. 42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”), avrà come base materiale alcuni oggetti rappresentativi; si tratta, nello specifico, di bandiere e tamburi, individuati sulla base dei risultati dell’etnografia e selezionati assieme ai rappresentanti delle Contrade come particolarmente significativi nella vita della singola Contrada.

Nell’ambito di queste scelte, ogni Contrada ha proposto autonomamente gli oggetti da sottoporre a tutela, facendo emergere, all’interno di una comune cornice di senso e di pratiche, la pluralità dei punti di vista e la specificità di ciascuna realtà. Su tali oggetti sarà esercitata una tutela volta non a una loro musealizzazione o a una sorta di “congelamento”, ma piuttosto a preservarne e garantirne usi e significati, valorizzando il loro legame con l’indiscutibile vitalità del Palio e con la socialità intergenerazionale dei protagonisti.

Il progetto, quindi, è stato compiutamente caratterizzato dal coinvolgimento delle istituzioni locali, dalla partecipazione attiva dei rappresentati delle Contrade e i lavori sono stati costantemente seguiti dal Comitato Scientifico fino alla fase di implementazione dell’azione amministrativa, di competenza degli uffici ministeriali.

“Il progetto proseguirà, dopo questa azione propedeutica, con una seconda fase volta all’ideazione e all’implementazione di attività di salvaguardia, che avranno l’obiettivo di coadiuvare e supportare il mantenimento della vitalità del mondo contradaiolo. Trattandosi di una prassi assolutamente innovativa e virtuosa nel panorama nazionale, questa seconda fase di salvaguardia sarà sviluppata in tutto e per tutto in collaborazione con i rappresentanti delle Contrade e delle istituzioni senesi coinvolte, aumentando ulteriormente l’approccio partecipativo fin qui adottato, al fine di provare a rispondere ai bisogni, alle necessità e ai rischi concretamente percepiti a livello locale. A questo punto, si riportano di seguito le rettifiche in merito ad alcune informazioni riportate nell’interrogazione e sui giornali”.

“In merito alle dimissioni dei professori Mugnaini, Savelli e Balestracci, della cui avvenuta decisione il Ministero ha preso atto con dispiacere, e ricondotte alle critiche fatte ad alcuni passaggi del report della professoressa Katia Ballacchino, che non sarebbero state tenute in debito conto, si informa che tali osservazioni sono state mosse a distanza di più di un anno dal formale invio del report ai membri del Comitato Scientifico e dalla conseguente richiesta di riscontro formulata dai funzionari responsabili del progetto, seguita anche da comunicazioni di sollecito. Nonostante tale significativo ritardo, i riscontri poi recepiti dei tre professori sono stati acquisiti agli atti dal Ministero della Cultura e integrati dalla professoressa Ballacchino all’interno del proprio report, di cui ha consegnato una versione aggiornata”.

“Pertanto, i contributi costruttivi forniti dai membri del Comitato Scientifico sono stati accolti durante tutto il corso della ricerca, come avvenuto, ad esempio, per l’indicazione della rilevanza nel mondo paliesco dell’endiadi bandiere e tamburi, segnalata dal professor Mugnaini e sottoscritta dalla professoressa Ballacchino e dagli uffici ministeriali quale pista di lavoro centrale nell’ambito del progetto”.

“Errato è anche affermare che i tre dimissionari sarebbero stati informati tardivamente dei meccanismi di salvaguardia in atto. Infatti, il processo di definizione delle azioni di salvaguardia non è ancora stato avviato e, come più volte riportato nel corso delle riunioni, sarà elaborato e condotto adottando un metodo partecipativo che continuerà a coinvolgere tanto il Comitato Scientifico del progetto quanto i rappresentanti delle Contrade, proseguendo e sviluppando l’approccio partecipativo finora adottato, che ha visto la costruzione di un interessante e proficuo dialogo con il Magistrato delle Contrade, i Priori e le istituzioni senesi coinvolte nel progetto”.

“In buona sostanza il progetto del Ministero della Cultura attiene al riconoscimento di un interesse pubblico preminente, che si traduce nel vincolo demoetnoantropologico, ossia nella certificazione di qualità di un valore unico ed irripetibile che appartiene alla città di Siena e ai senesi”.

“Si tiene a precisare, infine, che il tema dell’iscrizione del Palio di Siena nella lista delle rievocazioni storiche toscane non ha nulla a che vedere con i presupposti e i risultati del progetto ministeriale in oggetto; pertanto, – aggiungono in conclusione – trattasi di argomento che si ritiene debba essere discusso separatamente, al fine di evitare confusione, fraintendimenti ed errate sovrapposizioni”.

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