Maggi: indispensabile tornare a pensare e progettare il raddoppio della Poggibonsi – Siena

Sono all’ordine del giorno i continui ritardi ai quali sono costretti, e in parte abituati, i pendolari della Valdelsa, che prendono il treno alla stazione di Poggibonsi.

Non è un caso se la tratta si è conquistata il titolo di una delle “peggiori” dell’intera Toscana, almeno per quel che riguarda le tempistiche. Numerosi i disagi dei cittadini, i quali si lamentano senza però trovare soluzione alcuna.

“Il problema è vecchio, e noi oggi dobbiamo dire con forza che il binario unico è il simbolo del ritardo” spiega Stefano Maggi, ordinario di Storia contemporanea all’Unisi, ex assessore, ma anche uno dei massimi conoscitori delle Ferrovie in Toscana.”

Se ad oggi in Valdelsa si viaggia ancora sui vecchi treni degli anni Ottanta, i quali riescono a viaggiare al massimo ad una velocità di circa 85 km/h, nel prossimo anno dovrebbero giungere delle novità: “la prospettiva di miglioramento c’è, e arriverà con i nuovi treni ibridi “Blues“, i quali hanno alimentazione mista elettrica e diesel, dotati di batteria. Arriveranno con certezza entro l’anno 2023, ma questo non basta – prosegue Maggi – per ottimizzare serve lavorare fin da adesso per creare un nuovo modello di esercizio della Ferrovia, per non farci trovare impreparati”.

Il rischio è quello che il futuro veda penalizzata solo la tratta senese.

“Terminati i lavori per il raddoppio della tratta nell’empolese (2026) saranno 37 i km raddoppiati, mentre rimarranno 25 quelli a binario unico – spiega Maggi – pertanto il lato in direzione Siena rimarrà scoperto”.

Una notizia poco consolante per la mobilità in Provincia di Siena, e con una tratta che potrebbe apparire, alla fine, più appetibile in direzione Firenze che in direzione Siena.

“Serve che anche Poggibonsi si impegni affinchè il raddoppio passi proprio partendo da qui”, per proseguire verso la stazione di Siena.

In tutto il mondo le ferrovie sono uno strumento prezioso, sostenuto anche dall’Unione Europea, mentre in Italia ancora queste vengono lasciate con gli stessi tracciati dell’Ottocento, quando non proprio chiuse.

Anche la Valdelsa senese fa parte di quell’Italia che ha messo, forse, le ferrovie in secondo piano. Rimanendo così, però, parzialmente isolata dalla comunicazione veloce presente nel nord della Toscana.

Paolo Moschi
Un etrusco con gli occhi puntati sulla Valdelsa. Aperto a tutto quanto si muove nelle città e nei paesi a nord di Siena, per raccontare la vitalità di terre antiche e orgogliose, ma anche dal cuore grande

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