Palio e fotografia
Foto di Nicolas Daoust

Dopo l’intervista dello scorso anno a Marzia Benigna torna un altro appuntamento di Palio e fotografia: questa volta abbiamo incontrato il fotografo francese Nicolas Daoust

Lo scorso anno abbiamo parlato con Marzia Benigna per il primo appuntamento di Palio e fotografia. Quest’anno, quasi fosse una staffetta di immagine in immagine, abbiamo intervistato un altro fotografo non originario di Siena ma che, da alcuni anni, torna nella nostra città per immortalare il Palio, con i suoi scatti in bianco e nero e a colori. Si tratta del fotografo francese Nicolas Daoust.

Nicolas iniziamo l’intervista presentandoti

“Sono un fotografo amatoriale, perché il mio vero lavoro è l’avvocato, interessato alla street photography, al bianco e nero e, soprattutto, affascinato dai cavalli. Vengo da una piccola città, Senlis (qui il suo profilo Instragram @senlisien, NdA) che si trova proprio vicino a Chantilly, la capitale francese dei cavalli, famosa per il suo ippodromo, dove si corrono il Jockey Club e il Prix de Diane. Ho iniziato a fotografare a 20 anni (circa 20 anni fa…), quando avevo più tempo libero durante i miei studi di legge. All’inizio scattavo esclusivamente in analogico, con rullini e stampe sviluppate e stampate da me”

Venendo da una zona della Francia famosa per i cavalli come hai iniziato a seguire il Palio di Siena?

“Da giovane andavo all’ippodromo e mi è sempre piaciuto anche andare a cavallo. La mia baby-sitter era italiana, quindi ho conosciuto l’Italia fin da bambino. In queste condizioni il Palio è stato una scelta ovvia per me. Ho iniziato a seguire il Palio guardandolo in TV, dalla Francia. Ho visitato Siena per la prima volta poco più di dieci anni fa, ma non nel periodo del Palio. E mi ha colpito lo spirito della città e l’influenza delle Contrade nella vita sociale dei senesi. Volevo saperne di più e vivere il Palio dall’interno della città. Il primo Palio che ho visto dal vivo dalla piazza è stato quello dell’Assunta 2016 per il Cappotto della Lupa. Ero alla Mossa e questo mi ha segnato per sempre: un po’ come un calcio… con lo zoccolo! Per me è stata la fine, sono diventato un ‘drogato’ del Palio e di Siena”

Quindi hai coniugato la passione per i cavalli (e per il Palio di Siena) con quella per la fotografia

“Ho iniziato a fotografare ‘seriamente’ il Palio solo nell’agosto 2017 con la vittoria dell’Onda. Di solito cerco di arrivare per le prove notturne. E per il Palio di agosto 2018 e per quello straordinario dello stesso anno, mi ricordo che ero arrivato in piazza del Campo intorno alle 11 per essere in prima fila alla curva di San Martino. Ultimamente lo sto seguendo dai palchi perché sono diventato troppo pigro per aspettare sotto la sottile ombra della Mangia

Come mai alterni fotografie in bianco e nero e a colori al Palio?

Anche se preferisco il bianco e nero per la sua atemporalità e l’enfasi sulla luce, il colore dà un senso migliore della vivacità e del calore della città. I colori sono parte integrante dell’anima delle Contrade. Sarebbe quindi un po’ riduttivo scattare solo in bianco e nero.

Cosa vuoi raccontare con le foto durante il Palio?

“All’inizio ho fotografato il Palio per mostrare i cavalli e la gara. Poi, conoscendo meglio la città e la sua gente, mi sono reso conto che Siena aveva una singolarità che non credo esista altrove (né in Italia, né in tutto il mondo). L’amore incrollabile e disinteressato che i senesi hanno per la loro Contrada e la solidarietà che questo genera tra loro è qualcosa che non si trova più nel mondo moderno, estremamente individualista. Penso che sia qualcosa che dovrebbe ispirare anche le altre città. Questa unicità dovrebbe rendere orgogliosi tutti i senesi e deve essere preservata così com’è e dov’è. Se le mie foto permetteranno a chi non conosce Siena e il Palio di provare la passione dei contradaioli e di capire l’amore e il rispetto dei senesi per il cavallo, allora sarò molto felice.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui