Inaugurata giovedì mattina la mostra tattile in collaborazione con l’UICI Siena e la collaborazione delle scuole

Una mostra da toccare, da scorrere con le dita, ‘La cura dell’arte’ è una mostra-evento visitabile al Santa Maria della Scala fino a domenica 11 giugno. L’esposizione, progettata dal Centro Ricerche Europeo Terapia Espressiva di Firenze in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Siena, Fondazione Santa Maria della Scala e Istituto Sarrocchi di Siena, è dedicata al percorso di “cura” e attenzione all’altro e alla condivisione della conoscenza sviluppati nell’ambito dei laboratori plastici di Arteterapia, sia nel percorso didattico ‘Statue in fuga al… Sarrocchi’, ed è arricchita dalle opere della pittrice Giada Varricchio.

La mostra abbatte le barriere ed è veramente accessibile a tutti, anche a chi le opere non riesce a vederle, ma può solo toccarle. Gli studenti hanno fatto un esperimento sulla propria pelle visitando bendati la mostra. Con le opere tattili realizzate ed esposte non c’è bisogno della vista, l’esperienza dell’arte viene comunque percepita nella sua interezza e bellezza.

“La bellezza. In questo mondo così complicato e così pieno di drammi, dare spazio alla bellezza e alla percezione della bellezza da parte di tutti è un segnale positivo di speranza. – Ha commentato Massimo Vita -. Questa mostra mette in campo l’esperienza di giovani studenti, che hanno lavorato per rendere accessibili i monumenti a noi non vedenti, c’è un lavoro fatto da noi non vedenti in un laboratorio di arteterapia, c’è l’esempio di una giovane donna che dipinge trasmettendo le sue emozioni. Il bello aiuta a vivere meglio, e noi che viviamo, spesso in difficoltà per le barriere che la società ci pone, vogliamo lanciare messaggi di speranza, e questo è un messaggio di speranza.”

Presenti alla mostra anche la presidente della Fondazione Santa Maria della Scala Lucia Cresti, la Prof. Elena Vitale, l’artista Silvia Ottobrini, che ha diretto i laboratori di arteterapia e Loretta Secchi, curatrice del Museo Tattile dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza di Bologna.

L’intervista completa a Massimo Vita, membro dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti sezione di Siena.  

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

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