L’inflazione tornata ai livelli del 1986, insieme alle elezioni politiche, monopolizza l’attenzione dell’opinione pubblica in questa rovente estate. Ecco l’analisi della situazione preoccupante da parte di SienaIdeale

La fiammata dei prezzi riguarda imprese e famiglie, soprattutto quelle più deboli. Gli aumenti stanno viaggiando a una velocità che non si vedeva da oltre 30 anni; e intaccano pesantemente consumi e risparmi.

Siena presenta, infatti, un tasso d’inflazione generale più alto del dato toscano e in linea con quello nazionale (8%); ma l’inflazione relativa al “carrello della spesa” risulta inferiore (7,6%) sia alla media toscana (9%), sia a quella nazionale (9,2%). Secondo gli esperti questa “anomalia” può derivare dalla concomitanza di due fattori: dalla disponibilità di “offerta” nella nostra provincia, a partire dagli acquisti di vicinanza, con i “mercatini” alimentari, e la filiera corta che abbatte i costi di trasporto e distribuzione taglia gli intermediari; e dal fatto che la grande distribuzione non aumenta i prezzi, consapevole di andare incontro ad una riduzione sensibile dei consumi.

Dallo studio emerge che gli italiani individuano nei fornitori di energia, privati e pubblici, le cause principali delle spinte inflazionistiche. Ma se allarghiamo il campo al mercato dei beni e servizi primari (mi riferisco all’acqua, alla raccolta e smaltimento dei rifiuti e agli altri servizi pubblici, offerti nel nostro caso da imprese pubbliche o private sottoposte al controllo pubblico) si individuano anche le responsabilità degli amministratori locali in materia di regolamentazione dei prezzi.

Prediamo il caso dell’acqua (ma il principio può essere applicato per analogia, anche ad altri ambiti). Già nel dicembre del 2021, Siena Ideale aveva denunciato il caso del costo dell’acqua a Siena: il cittadino senese, infatti, paga una tariffa per l’acqua di ben sei volte maggiore rispetto a quello di Milano; cinque volte rispetto al cittadino di Trento; e tre volte rispetto a quello di Monza o di Bolzano. Rimanendo in Toscana, la spesa media annua (2020) dell’acqua a Siena è stata di 813 €, contro la media regionale di 710 €. Come si vede ci sono ampi margini per operare una politica di contenimento dei prezzi, soprattutto in una realtà come Siena.

Chiudiamo con il ruolo delle banche. A Siena abbiamo il Monte dei Paschi di Siena, una banca da sempre attenta alla prossimità con le necessità anche sociali dei propri territori di riferimento. Sia chiaro che la banca è un’impresa; ma mai come oggi è chiamata ad essere “impresa per le imprese e per i clienti”, sia in veste di risparmiatori, sia di prenditori di denaro. Per quanto riguarda i risparmiatori, MPS potrebbe, ad esempio, dare completa attuazione ai principi ispiratori della direttiva comunitaria del 2014 che ha dettato nuove regole per gli operatori finanziari in materia di difesa e tutela del risparmio (la cosiddetta MiFID II); mentre per i prenditori di denaro, in un momento di turbolenza dei tassi di interesse, potrebbe offrire – penso ad esempio ai giovani per l’acquisto della casa – una consulenza per la scelta della soluzione più idonea, nonché, per coloro che il mutuo l’hanno già, favorire la rinegoziazione dello stesso, ridefinendo i criteri (in primis il tasso), magari con un procedimento a costo zero e senza spese extra, secondo quanto previsto dalla legge.

E’ giusto, insomma, attendersi dalla politica nazionale azioni efficaci per contrastare l’inflazione; ma non dimentichiamo quelle misure che possono essere messe in campo anche a livello di territorio contro un nemico subdolo e pericoloso come l’inflazione. Che colpisce tutti, ma si accanisce in particolare contro i più deboli.

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