Il pittore del Drappelone di luglio del 2016: “Il maestro di Jullo mi ha chiesto di aiutarlo, sto rivivendo le emozioni di allora”

Il Drappellone del Palio del 2 luglio sarà realizzato dal maestro Roberto di Jullo, un pittore che può vantare una lunga e prestigiosa carriera, con esposizioni in giro per tutto il mondo. Nativo del Molise, di Jullo non può avere le conoscenze necessarie per dipingere un’opera in cui bisogna sublimare secoli e secoli di tradizione. Per questo motivo ha scelto di farsi aiutare da un suo amico, Tommaso Andreini, artista senese che aveva realizzato il Drappellone della Carriera del 2 luglio 2016.

Tommaso, com’è nato il rapporto tra te e il maestro di Jullo?

“Nel 2019 alcune sue opere sono state esposte ai Magazzini del Sale e io non perdo mai l’occasione di vedere queste mostre. Ci siamo conosciuti lì, lui è stato molto disponibile nonostante non ci conoscessimo, nacque subito un rapporto di stima reciproca. Con il tempo l’amicizia è diventata sempre più forte, così l’ho coinvolto in alcune iniziative su Siena e lui piano piano è diventato ‘senese’, perchè ha cominciato a innamorarsi di questa città”.

Quando ti ha chiesto di dargli una mano per il Palio?

“In passato mi diceva sempre che se un giorno gli sarebbe mai toccato questo onore avrebbe avuto bisogno di me, perchè conosco le iconografie e i colori del Palio. Gli dicevo sempre di sì, ma non sapevo se questo suo desiderio si sarebbe realizzato. Il sindaco De Mossi però lo ha voluto fortemente e alla fine gli è toccato questo privilegio. Allora lui mi ha chiamato e mi ha detto ‘Ci siamo’ e ovviamente ho accettato. E’ stato molto umile a chiedere il mio aiuto pur essendo un grande maestro”.

State lavorando fianco a fianco?

“Lui ha lo studio sia a Roma che a Pesco Costanzo, un paesino del Molise. Avrei avuto qualche difficoltà a recarmi lì, è molto lontano da Siena. In quel caso lo avrei assistito solo per via telefonica così lui ha deciso che lo avrebbe fatto qui a Siena, nel mio studio. Lo sto ospitando da un paio di settimane”.

Lo hai portato a fare un giro delle Contrade?

“Ancora no, nemmeno nella Torre, che è la mia Contrada. Lo farò in futuro, per ora abbiamo trascorso giorni intensi, mangiamo anche in studio, manca solo che ci dormiamo. L’ho comunque portato ad alcuni eventi, anche per fargli conoscere più gente possibile. Di Jullo è tutto da scoprire, ha un’eleganza da pittore dell’Ottocento. E’ una persona straordinaria. Lo sto indirizzando il più possibile per fargli conoscere il Palio, però il fatto che lui sia innamorato del contesto e della città lo aiuta tanto e gli fa onore”.

Stai rivivendo le stesse sensazioni di quando toccò a te dipingere il Palio?

“Sì, c’è un bellissimo clima. Fa piacere rivedere il tavolo che feci fare su misura all’epoca nuovamente vestito a festa. Però il Palio di di Jullo, io ci sono quando ha bisogno, gli do dei consigli tecnici perchè la seta va saputa lavorare, non è la tela di un quadro. Oppure quando ha bisogno di sapere qualcosa sulla storia e la tradizione delle Contrade. Sono dettagli che trovi anche nei libri, ma se hai una persona che te li suggerisce è meglio. Per me è una grande emozione”.

Vincenzo Battaglia
Sono nato a Melito di Porto Salvo (RC) e mi sono diplomato al Liceo Classico di Reggio Calabria. Dopo la maturità, ovvero sia più di sei anni fa, mi sono trasferito a Siena, una città che ormai è più di una seconda casa. Qui ho conseguito una laurea triennale in Scienze Politiche e una magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Da sempre appassionato alla scrittura, il mio proposito è quello di raccontare ciò che mi accade intorno in modo obiettivo.

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