Entro l’inizio delle festività il Partito conta di rinominare il segretario di Siena. Ma i vertici regionali potrebbero dire basta

Non ce l’ha fatta neppure l’unico candidato che aveva avuto la forza (o forse il coraggio?) di presentarsi alla scomoda poltrona di segretario del Pd di Siena. Guido Leoncini è infatti stato respinto dai numeri dell’assemblea cittadina: non si è arrivati alla maggioranza assoluta dei voti o, almeno, questa è l’interpretazione data dai vertici provinciali sui 37 voti ottenuti (su 41 presenti) nell’ultima riunione dei Democratici di Siena. In effetti, stando ai numeri, in 48 membri dello stesso consesso non si sono presentati e secondo il segretario provinciale Andrea Valenti l’elezione “bulgara” di Leoncini non è valida. Non è dato sapere se i 48 assenti – in larghissima parte una volta appartenenti alla maggioranza Roncucci – siano stati indisposti, indifferenti o abbiano applicato l’ormai consueta regola del Partito Democratico negli ultimi anni: prima che vinca qualcuno, meglio che non vinca nessuno.

Quindi? Quindi, al di là dell’annuncio dello stesso Leoncini che pare voglia presentare ricorso (ma non sappiamo quali siano i tempi e i termini, né tantomeno quante possibilità ci siano che vada a buon fine) si andrà al congresso, ma anche in questo caso non ci sono tempi certi su quando e come possa essere convocato.

Il tempo diventa quindi tiranno, anche se detto del Pd di Siena diventa quasi un eufemismo: da luglio scorso, da quando cioè Massimo Roncucci (al centro nella foto) ha presentato le dimissioni da segretario dopo la sconfitta elettorale a Siena, si è assistito alla solita “lungagnata” su nomi, veti incrociati, voci e quant’altro, pur in un partito ridotto quasi all’osso in quanto a iscritti, basta leggere i numeri delle elezioni del segretario nazionale a febbraio scorso.

Diventa quasi ormai certo, per quanto di certezze dalle parti del Pd ne esistano poche a questo punto, l’approdo di un commissario spedito dai vertici regionali, in attesa di capire i tempi del suddetto congresso. Così sotto l’Albero di Natale il Pd di Siena vorrebbe trovare un congresso (e un segretario) e invece si troverà un commissario.

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