Violenza donne

L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia sta aumentando i casi di violenza domestica

É ormai un dato tristemente noto quello dell’aumento dei casi di violenza domestica in tempi di Covid. Tante le donne che hanno subito violenze o sul cui corpo sono evidenti lividi e ripercussioni. Il primo lockdown ha obbligato tante di esse ad una convivenza forzata con il proprio maltrattante e tutt’oggi, le restrizioni in atto, sono il caro prezzo che le vittime femminili devono pagare.

“In questa fase di contenimento – spiega il criminologo Silvio Ciappi – sono aumentati quei disturbi legati all’ansia e alla depressione. Questi fenomeni, in qualche modo, possono contribuire ad una disorganizzazione mentale che scatena comportamenti violenti“.

L’isolamento forzato voluto dalla pandemia in atto, ha costretto le donne a condividere gli spazi 24 ore su 24 con il proprio partner, abolendo sempre di più lo spazio personale e tagliando fuori tutti i contatti esterni che possono essere ancore di salvataggio in queste situazioni. Nei giorni immediatamente successivi all’entrata in vigore del decreto che ha imposto a tutti gli italiani di non uscire di casa, tutte le principali associazioni impegnate per il contrasto alla violenza domestica hanno registrato un calo di contatti.

“I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano chiaro – continua il criminologo – questa situazione ha incrementato e incrementerà comportamenti a rischio anche di tipo violento”. L’Oms riporta, infatti, dei dati che indicano come la prevalenza della violenza sulle donne sia triplicata durante l’emergenza del covid-19 rispetto all’anno scorso.

Ricordiamo ai lettori che la lotta alla violenza fisica e psicologia non si è arresa dinnanzi ad un nemico invisibile quale il virus. Il numero 1522 antiviolenza e stalking, i centri antiviolenza e le case rifugio del Telefono Rosa, sono sempre rimasti attivi nel rispetto delle previste prescrizioni igienico-sanitarie. Inoltre, le istituzioni, hanno rafforzato gli interventi di contrasto e prevenzione, pertanto se vi sentite in pericolo, non esitate a contattare i numeri di riferimento.

Di seguito l’intervista per Gazzetta di Siena al criminologo Silvio Ciappi:

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui