Sempre di più e sempre più giovani: preoccupa l’abuso di alcol in età adolescenziale. La psicologa Selene Bisi: “L’alcool è diventato un mezzo per socializzare”

Stupisce la giovane età dei ragazzi protagonisti delle immagini raccolte a Castiglione della Pescaia e che sono andate in onda durante la puntata di “Si Fa per Scherza‘”, mercoledì scorso su Gazzetta di Siena. Un video choc che racconta quello che avviene quasi tutte le sere nelle strade e nelle spiagge di tutta la costa.

L’abuso di alcol tra i giovani è una piaga sociale che da sempre balza agli onori della cronaca, spesso per fatti gravi, quando il consumo è tale da portare a eventi tragici. All’esterno delle discoteche e in genere dei locali, i ragazzi (spesso minorenni) arrivano già in avanzato stato di alterazione, spesso accompagnati da bottiglie di plastica riempite con cocktails “fatti in casa” che consumano per strada o in spiaggia. Per qualcuno è richiesto l’intervento dei sanitari e sono spesso i gestori dei locali a dover intervenire.

“I giovani bevono da sempre, ma adesso si è abbassata l’età in cui iniziano a consumare bevande alcoliche – spiega la psicologa Selene Bisi – Sì, succedeva anche prima, ma accadeva in maniera diversa e per altri motivi. Oggi i giovani sono meno abituati a relazionarsi, perché lo fanno sui social. In passato, i ragazzi erano abituati al contatto: loro no, se non tramite lo schermo di un cellulare, di un tablet o di un computer. Quando si trovano tutti insieme, l’alcol, che abbassa i freni inibitori, diventa un mezzo per facilitare la socialità“.

Un problema che va oltre all’abuso di alcol e che comprende anche il rapporto con la realtà. “Bevono sempre di più, però è anche la ragione per cui viene fatto che è preoccupante – continua Bisi – Non sanno più stare insieme: quando si trovano senza uno schermo davanti e devono mostrare chi sono, hanno bisogno di un altro schermo. In questo caso, l’alcool”.

Anche il riconoscimento e il rispetto dell’autorità, sembrano venir meno. “In alcuni casi, i genitori hanno assunto un ruolo più protettivo che normativo. Non è una regola generale, ma ci sono casi in cui i genitori tendono a giustificare i figli quando sbagliano, sia a scuola che nella vita di tutti i giorni, a volte cercando colpe esterne. Anche questo rapporto genitore-figlio è cambiato, nel tempo. Prima era una relazione asimmetrica, esisteva una gerarchia. Ora tendono ad essere sullo stesso piano“.

Questo, spiega la psicologa Selene Bisi, porta a non riconoscere neanche le autorità fuori dall’ambiente familiare. “È come se la vita reale fosse un’altra cosa, non c’è più neanche la percezione del pericolo, tutto dura poco ed è veloce, proprio come le storie di Instagram. Sarebbe necessario che i genitori recuperassero una funzione normativa, così come la società. Inoltre, è importante che venga concesso anche agli altri: dall’insegnante, all’allenatore, al proprietario di una discoteca. Purtroppo, oggi i giovani vedono tutti sullo stesso piano”.

Grosse difficoltà anche per i genitori: “Oggi, è diventato difficile fare il genitore con un ruolo normativo. Si diventa un po’ ‘la pecora nera’ ed è difficile farlo digerire al figlio. I giovani, da sempre, tendono molto all’omologazione: per gli adolescenti il giudizio del gruppo dei pari è tutto“.

Arianna Falchi
Penna e cuore, dal 1991. Credo nella potenza delle parole, unica arma di cui non potrei mai fare a meno. Finisco a scrivere sui giornali un po' per caso, ma è quella casualità che alla fine diventa 'casa' e ho finito per arredarla a mio gusto. Sono esattamente dove vorrei essere. Ovvero, ovunque ci sia qualcuno disposto a leggermi.

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