Ai Weiwei, The Last Supper, 2022, toy bricks (LEGO), 342 x 684 cm, 134.64 x 269.29 in, Courtesy: AI WEIWEI STUDIO and GALLERIA CONTINUA, Photo by: Ela Bialkowska, OKNO Studio

Uno dei più importanti artisti contemporanei, Ai Weiwei, con la sua personale “Neither Nor” arriva a San Gimignano, a Galleria Continua fino al 15 settembre 2024

Le opere di uno dei più importanti ed influenti artisti contemporanei, Ai Weiwei, sono in esibizione nella sede di San Gimignano di Galleria Continua con la mostra “Neither Nor”. Oltre alla personale di Ai Weiwei nel cinema-teatro di via del Castello, sabato 13 aprile si tiene l’inaugurazione di “The Citrus Project” e di “Anxiety“. “The Citrus Project” è un progetto socioculturale a sostegno della Fondazione Todolí Citrus, azienda agricola e centro di ricerca nel piccolo comune di Palmera, vicino Valencia, nella sede dell’Arco dei Becci.

E “Anxiety” è la personale di Zhanna Kadyrova. L’artista ucraina è conosciuta nel panorama artistico internazionale per la sua capacità di creare opere che esplorano i limiti del materiale e della forma. Utilizza spesso materiali di recupero e oggetti trovati come il cemento, la ceramica, il vetro o il metallo.

L’intero cinema-teatro sede della galleria, conosciuto dai sangimignanesi come il cinema dell’indimenticato Tono di Maso, è completamente invaso dalle opere dell’artista. Con un’esposizione che ripercorre i suoi lavori dal 1995 ad oggi. A partire da un’ampia selezione di opere, recenti o inedite, realizzate con i mattoncini giocattolo, opere storiche in porcellana, legno, marmo e bambù. Fino agli assemblaggi di materiali diversi.

Ai Weiwei e la scelta del titolo della mostra

Sulla scelta del titolo l’artista nato a Pechino nel 1957, ha dichiarato: “Nell’epoca attuale ci troviamo di fronte a un panorama culturale che tende agli estremi. Dove tutto si riduce a una scelta binaria tra bianco e nero. Questa tendenza è profondamente arretrata e preoccupante e ricorda periodi autoritari della storia, come le prime purghe sovietiche. Come l’era McCarthy negli Usa. O come la Rivoluzione Culturale in Cina e come l’ascesa del nazismo negli anni ’30 e ’40. Tempi nei quali, non solo i diritti umani furono gravemente violati, ma anche l’essenza stessa della natura umana e le convinzioni collettive della gente comune furono profondamente danneggiate.

“Il titolo ‘Neither Nor’ intende trasmettere che, nella maggior parte dei casi, il nostro pensiero non è limitato a verità assolute o singole interpretazioni. Ma piuttosto esiste in uno stato di ambiguità che consente maggiori possibilità e dibattiti”.

“È all’interno di questo stato di ambiguità che il pensiero e la cultura umana, compresa l’arte, trovano l’ambiente e lo spazio per prosperare. Di conseguenza, è spesso difficile fornire risposte definitive sì o no. Indipendentemente dalla risposta, c’è un forte senso di esclusività e una mancanza di tolleranza per prospettive alternative”.

Chi è Ai Weiwei

Non è semplice definire il poliedrico artista originario di Pechino. Artista concettuale, scultore, pittore. Performer, fotografo, architetto e urbanista. Collezionista, regista (di cinema, documentari, teatro e opera), attore. Musicista (cantante e paroliere), scrittore ed editore, blogger, giornalista d’inchiesta, attivista per i diritti umani e dissidente. Ai Weiwei, infatti, è un artista impossibile da etichettare. Prolifico e impegnato. Aperto a ogni innovazione, combina con sapienza arte, vita privata e impegno politico.

Profondo conoscitore della tradizione del suo paese natale, interpreta i motivi, i processi di fabbricazione e i materiali tradizionali in modo ludico e iconoclasta. La sua riflessione acuta, che non cade mai nella retorica, visionaria e in grado di disorientare sempre e comunque: è la cifra che scandisce la sua parabola di uomo e di artista. E denuncia le contraddizioni tra individuo e collettività nel mondo contemporaneo.

Ai Weiwei è stato definito l’artista più influente del nostro tempo. Dopo aver denunciato la corruzione del governo e il mancato rispetto dei diritti umani e della libertà di parola in Cina, è stato arrestato, picchiato, messo in isolamento. Gli è stato vietato di viaggiare. La sua attività di dissidente è andata di pari passo con la sua carriera artistica. Ha continuato a produrre opere che testimoniano le sue convinzioni politiche, dando allo stesso tempo ampio spazio alla creatività e alla sperimentazione.

La produzione negli ultimi trent’anni permette di esplorare il suo rapporto ambivalente sia con la cultura occidentale che con la cultura del suo paese, diviso tra un profondo senso di appartenenza e un altrettanto forte impulso alla ribellione.

Ai Weiwei è nato nel 1957 a Pechino. Suo padre, il poeta Ai Qing, fu etichettato come “di destra” nel 1958. E Ai e la sua famiglia hanno vissuto l’esilio: prima a Heilongjiang, nel nord-est della Cina. E poi subito dopo nei deserti dello Xinjiang, nel nord-ovest della Cina. Dopo la morte di Mao Zedong nel 1976, Ai Qing fu riabilitato e la famiglia tornò a Pechino. Ai si sarebbe iscritto alla Beijing Film Academy ed era uno dei membri del gruppo di artisti “Stars”.

Ai si è trasferito negli Stati Uniti nel 1981, vivendo a New York tra il 1983 e il 1993. Ha studiato brevemente alla Parsons School of Design. A New York, Ai scoprirà le opere di Marcel Duchamp e Andy Warhol. Ritornato in Cina nel 1993 per prendersi cura del padre malato, Ai ha contribuito alla creazione dell’East Village di Pechino, una comunità di artisti d’avanguardia. Nel 1997 ha co-fondato i China Art Archives & Warehouse (CAAW), uno dei primi spazi artistici indipendenti in Cina. Ha iniziato a interessarsi all’architettura nel 1999, progettando il suo studio-house a Caochangdi, nella periferia nord-est di Pechino.

Nel 2000, ha avviato il suo studio di architettura, FAKE Design. Come partecipante a documenta 12, nel 2007, ha portato 1001 cittadini cinesi a Kassel nell’ambito del suo progetto Fairytale. L’anno successivo, insieme con il team svizzero di architettura di Herzog e de Meuron, ha progettato lo stadio nazionale di Pechino. Nel 2010 ha ricoperto il pavimento della Turbine Hall della Tate Modern con 100 milioni di semi di girasole in porcellana. Due anni più tardi ha ricevuto il Premio Václav Havel per il dissenso creativo, dalla Fondazione per i Diritti Umani. Nel 2015 ha ricevuto l’Ambassador of Conscience Award, da Amnesty International, per le sue azioni a sostegno della difesa dei diritti umani.

Nel 2017 il suo epico viaggio cinematografico “Human Flow” ha partecipato alla 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film offre uno squarcio potente sulla massiccia migrazione umana contemporanea. Acquisito nel corso di un anno ricco di eventi in 23 paesi, “Human Flow” segue una catena di storie umane che si estende in tutto il mondo in paesi tra cui Afghanistan e Bangladesh. Francia, Grecia, Germania Iraq, Israele, Italia, Kenya, Messico e la Turchia. Nel 2024 è uscito “Zodiac: A Graphic Memoir”. Il progetto a quattro mani, con il fumettista Gianluca Costantini (pubblicato da Ten Speed Graphic, con la sceneggiatura di Elettra Stamboulis) racconta la vita di Ai Weiwei a partire dai dodici segni zodiacali che compongono l’oroscopo cinese. E la personale di Ai Weiwei, “Neither Nor”, sarà in mostra a Galleria Continua a San Gimignano fino al 15 settembre.

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