“Il forno crematorio emette una grande quantità di inquinanti atmosferici”

Da tempo a Siena si parla del forno crematorio del Cimitero del Laterino. In particolare i residenti nella zona lamentano l’aumento esponenziale delle cremazioni giornaliere e le conseguenti emissioni di diossine, dibenzofurani e polveri: sostanze potenzialmente molto nocive per la salute delle persone. L’ex candidato a Sindaco di Siena Eugenio Neri ha spesso sottolineato la pericolosità dell’impianto e l’esigenza di ricollocare il forno crematorio.

Ricordiamo che per legge i forni crematori devono essere collocati ad almeno 200 metri di distanza dalle abitazioni mentre, nel caso del forno del Laterino, le prime abitazioni si trovano a soli 100 metri. Nella zona si trovano una scuola, un asilo, una facoltà universitaria e anche il parco dell’Oliveta, abitualmente frequentato da molti bambini e non solo.

La Sentenza del Consiglio di Stato n. 14 del 3 gennaio 2022 ha attestato che: “I forni crematori con il loro funzionamento producono emissioni inquinanti, costituite in particolare da polveri, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti, tra cui il mercurio. Non si può allora negare che questo tipo di emissioni sia in termini chimico fisici del tutto identico a quello prodotto appunto dagli inceneritori“.

Nel febbraio 2023 Arpat e Regione Toscana avevano fermato le attività del forno in quanto le emissioni superavano i limiti di diossine/dibenzofurani e polveri. Attività che sono poi riprese dopo alcune verifiche e modifiche fatte all’impianto.

Per avere un’idea più chiara della situazione e del possibile impatto ambientale delle emissioni del forno crematorio, abbiamo intervistato Silvano Focardi, Professore di Ecologia presso l’Università di Siena e autore di 500 pubblicazioni scientifiche su varie linee di ricerca, tra cui le valutazioni di impatto ambientale.

Professore, tanti residenti nella zona sostengono che il forno non può stare lì: è d’accordo? Quale potrebbe essere un luogo alternativo per la ricollocazione?

“Le emissioni saranno localizzate a circa 100 metri di distanza dalle abitazioni più vicine. A tale proposito va ricordato che l’articolo 57 del DPR n. 285/1990 del Regolamento di polizia mortuaria, richiamando l’articolo 388 del T.U. leggi sanitarie (R.D. 1265/1934), prevede che i cimiteri siano costruiti a distanza di almeno 200 metri dal centro abitato. È ovvio che il cimitero non può essere spostato, ma è anche ovvio pensare che possa essere spostato l’inceneritore oppure le sue emissioni, ad una distanza di 200 metri e oltre, sempre all’interno del cimitero, o in un’altra sede ai fini di limitare il più possibile il rischio della ricaduta di contaminanti pericolosi sugli abitanti delle zone più vicine. Spostarlo in un cimitero fuori dai centri abitati sarebbe la situazione ideale, non so però se sia percorribile”.

Quale è lo stato dell’arte in questo momento e quali sono potenzialmente i danni che possono provocare alla salute le emissioni dell’inceneritore?

“Il principale impatto ambientale di questo tipo di impianti riguarda l’aria, poiché durante la cremazione nei forni si ha produzione di inquinanti atmosferici, in particolare polveri, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono aggiungersi, inoltre, pericolose emissioni di mercurio, diossine, furani, policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Le emissioni di tali impianti, per la pericolosità e il rischio per la popolazione delle zone vicine, sono regolamentate dall’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) e sono soggette alle prescrizioni in materia di emissioni gassose in atmosfera (parte V del D.Lgs. 152/2006 e smi). Ad oggi vengono fatti da Arpat controlli sull’aria e al camino; il monitoraggio della qualità dell’aria effettuato da Arpat è basato su due postazioni mobili, una interna al cimitero a circa 70 metri dal forno crematorio e l’altra esterna in corrispondenza della Scuola Elementare Saffi a circa 400 m dal forno crematorio. Alcuni risultati mostrano che molti contaminanti, in particolare le polveri sottili e le diossine, si trovano in concentrazioni superiori a distanza di 400 metri dalla sorgente; questo è stato attribuito in parte all’incidenza del traffico ma necessita di essere valutato con campionamenti specifici”.

Nel febbraio 2023 Arpat e Regione Toscana avevano dato lo stop alle attività del forno per superamento dei limiti di emissioni di diossine, dibenzofurani e polveri. Le attività del forno, dopo questo breve stop, sono riprese normalmente: secondo lei perché?

“Le analisi effettuate da Arpat avevano evidenziato superamenti dei limiti stabiliti per alcuni contaminanti quali quelli indicati nella domanda. Questo ha reso necessario un controllo degli impianti con la sospensione delle attività in modo da verificarne i motivi e correggere le disfunzioni degli impianti stessi. Dopo la verifica e le opportune modifiche le attività furono riprese”.

Quali tipologie di test ha suggerito al Comune per monitorare i possibili danni ambientali?

“Il Comune mi ha chiesto di fare un piano di monitoraggio per valutare in maniera più dettagliata i rischi derivanti dalle emissioni. Ho indicato opportuno un controllo costante delle emissioni dei componenti volatili mediante campionatori di aria fissi, in analogia con quanto attualmente effettuato da ARPAT, con incremento dei punti e della frequenza della raccolta dei campioni, tenendo conto anche delle ricadute e quindi delle possibili distanze dal camino. In aggiunta ho proposto la raccolta di campioni di suolo in 4 punti a distanza variabile dal camino, con frequenza semestrale, per la misura di alcuni contaminanti che si depositano e che possono far comprendere l’entità delle emissioni degli stessi nel tempo. Mi risulta che il Comune abbia richiesto preventivi a Laboratori per questa parte del monitoraggio in quanto non viene effettuato da Arpat, monitoraggio quindi che risulterà a carico del Comune stesso. Ho dato la mia disponibilità per valutare i risultati”.

Francesco Zanibelli
Sono appassionato del Palio di Siena, della sua Storia e di tutte le corse dei cavalli a pelo italiane. Mi interessano le nuove tecnologie e sono appassionato di musica, storia e geopolitica.

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