Le immagini dei ritrovamenti archeologici di San Casciano dei Bagni hanno fatto il giro del mondo; non c’era televisione o giornale che non ne parlasse.

Si tratta prevalentemente di bronzetti trovati all’interno delle vasche sacre di un antico santuario con piscine calde, ma anche terrazze, fontane e altari. Una vera rarità, che ci racconta, e ci racconterà, molto della fase di “transizione” tra l’epoca etrusca e romana, e soprattutto della commistione avvenuta tra i due popoli.

A scavare a San Casciano, tra le archeologhe di “punta”, c’era anche una casolese: si tratta di Alessandra Fortini, che ha seguito il cantiere fin dal suo inizio.

La dottoressa Alessandra Fortini, sabato 17 dicembre, è stata ospite del Comune di Casole d’Elsa e della Pro Loco, con il patrocinio della Soprintendenza, per un convegno presso il museo civico sulla “straordinaria scoperta di San Casciano dei Bagni”, che ha visto l’intervento del sindaco Andrea Pieragnoli, dell’assessore alla cultura Vittoria Panichi, e della direttrice Patrizia La Porta.

Alessandra, come è nata questa passione per l’archeologia?


La mia passione è nata dal contesto in cui vivo. Sono cresciuta in una frazione di Casole, a Pievescola, e qui ogni podere, ogni casa, ha una storia, che spesso risale al medioevo. Basta guardarsi intorno per vedere tanta bellezza che viene dal passato. Proprio ammirandola è nata la mia passione che mi ha spinto a studiare archeologia medievale e delle architetture, approfondendo come le strutture sono cambiate nel tempo. E molto spesso le strutture medievali sono state edificate sopra siti ancora più antichi.


Cosa si può dire dell’esperienza di San Casciano dei Bagni, e in cosa è speciale?


Al di là dell’importanza dei ritrovamenti, il cui potenziale ci può far parlare di veri rinvenimenti, dobbiamo sottolineare quanto questa esperienza positiva sia nata dall’incontro e dalla totale collaborazione tra Università, Soprintendenza e Comune, enti che ci hanno voluto credere fino in fondo. Mettendo anche risorse. C’è un grande investimento di energie che si sono trovate a lavorare all’unisono e questo è probabilmente il segreto del successo. Ovviamente la ricerca è ancora in corso, quindi dobbiamo aspettare per poter dare delle risposte definitive ed ufficiali.


Secondo te anche Casole nasconde dei tesori archeologici?

Potenzialmente penserei di sì. Studiando le fasi medievali, capita non di rado dalle ricognizioni di scoprire che le costruzioni medievali delle nostre zone siano state realizzate su precedenti siti etruschi. Sarebbe bello trovare l’interesse e la passione riscontrati a San Casciano anche per un occasione di scavo qui.

Personalmente credo che nelle nostre zone, che hanno avuto la fortuna di conservare molte aree verdi, esista un potenziale da approfondire. Servirebbe lavorarci sopra, e siccome siamo in un’area abitata in epoca etrusca…nulla si può escludere, ma tutto si può indagare!

la Dott. Alessandra Fortini al Museo di Casole
Paolo Moschi
Un etrusco con gli occhi puntati sulla Valdelsa. Aperto a tutto quanto si muove nelle città e nei paesi a nord di Siena, per raccontare la vitalità di terre antiche e orgogliose, ma anche dal cuore grande

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