Ristoranti, locali, centro città Siena

Il flash mob #ioaprosoloinsicurezza per chiedere risposte al governo sulle chiusure serali imposte ai ristoratori

La sera di venerdì 15 gennaio bisognerà tenere di certo gli occhi aperti, nel tentativo di seguire le due correnti che a breve distanza si sono create fra i ristoratori del belpaese: #ioapro e #ioaprosoloinsicurezza. Due hashtag rappresentativi di una categoria che attende col fiato sospeso di sapere cosa succederà dalla seconda parte del mese, e che ormai da mesi manifesta un numero sempre crescente di fallimenti e danni.

L’iniziativa #ioapro è partita da Cagliari dopo le indiscrezioni sul nuovo dpcm e si è presto diffusa in tutto lo stivale, coinvolgendo molti ristoratori ma suscitando una reazione diversa in molti altri. Questo è l’esempio del collettivo Tutela Nazionale Imprese (Tni) che insieme a Ristoratori Toscana e molti altri gruppi sparsi per il territorio nazionale ha voluto modificare il proprio slogan. Il messaggio è chiaro, non rischiare di agire fuori dalla legge e dalla creanza per rabbia.

“Io personalmente parteciperò al flash mob del 15 gennaio – ci ha raccontato Davide Patrone, proprietario del Piripì e portavoce del gruppo Rispetto, che da mesi cerca risposte e chiarimenti – Io e i miei dipendenti non in cassa integrazione accenderemo le luci del locale, azioneremo la musica e ci siederemo ai tavoli apparecchiati. I clienti non potranno accedere al locale, perché non vogliamo che la nostra protesta esca dai limiti delle regole”.

#ioapro nasce come atto di disobbedienza con il quale in molti non sono d’accordo, e lo stanno dimostrando aderendo al diverso genere di manifestazione, ovvero il flash mob di #ioaprosoloinsicurezza che venerdì 15 gennaio dalle 20 alle 22 farà appunto accendere le luci e la musica all’interno dei locali aderenti, mettendo a sedere proprietari e dipendenti non in cassa integrazione a tavoli apparecchiati ma privi di clientela.

“Far entrare i clienti nel locale dopo le 18 quando ciò va contro le norme in vigore è un tipo di protesta che non ci interessa fare – ha spiegato Patrone – bisogna sempre mantenere al primo piano la salute dei cittadini e il rispetto delle regole, perché comportarsi da fuori legge può dare il via a una serie di reazioni a catena che nessuno vorrebbe provocare. Lasciare che la disperazione prenda il sopravvento sul rispetto delle regole è sbagliato, specie quando potrebbe mettere a rischio la stagione che partirà da Pasqua”.

Il gruppo di protestanti sta aspettando l’autorizzazione doverosa da parte del questore e del prefetto, in quanto il flash mob atteso per la sera del 15 sarà una vera e propria manifestazione, pur fuori dai canoni a cui ormai siamo abituati. Un modo non solo di chiedere risposte al governo riguardo la spinosa domanda ‘Perché a pranzo sì e a cena no?’ ma per mandare un messaggio anche ai colleghi che si prenderanno la responsabilità invece di infrangere le regole e mettere a rischio se stessi e gli altri – anche solo di fronte alla legge.

“La domanda di tutti è sempre la stessa, ovvero sul perché questo accanimento nei confronti della categoria. Nel momento in cui un locale è in grado di rispettare i protocolli imposti per il pranzo perché non anche per la cena? Alla base c’è il bisogno di controlli e di sanzioni rigide ai danni di chi non rispetta le regole, mettendo a rischio l’intera categoria oltre che i cittadini” sono queste le parole di Patrone, in linea con gli appelli lanciati dai vari rappresentanti del gruppo Tni.

Pasquale Naccari, presidente di Ristoratori Toscana e portavoce del collettivo Tni, ha infatti affermato come i membri del suo settore siano “imprenditori seri e responsabili: rispettiamo le regole, anche stavolta, come abbiamo sempre fatto. Gesti estremi ci espongono solo a strumentalizzazioni. Chi entra in un ristorante deve avere la certezza di entrare in un luogo sicuro, dove non si violano le leggi” in un appello che esorta a non lasciarsi trasportare dalla pancia, a protestare certo ma senza che la delusione prenda il sopravvento.

“A distanza di un anno ci sono una serie di domande senza risposta riguardo la pandemia, e la cosa più importante da fare in questo momento è cambiare prospettiva – ha poi concluso Patrone – Bisogna imparare a convivere con questo virus e permettere ai lavoratori italiani di riprendere sul serio a lavorare. È questa la ragione per cui torniamo a chiedere di essere ascoltati, vogliamo risposte vere e spiegazioni riguardo questa disparità di attenzioni fra il pranzo e la cena. Io personalmente renderei le sanzioni per chi non rispetta le regole ancora più dure, e darei modo così agli imprenditori in regola di poter seriamente riprendere in mano le proprie attività, senza concorrenza sleale e senza mettere a rischio la salute dei clienti e le restrizioni di una regione intera. Siamo imprenditori ma siamo persone anche noi, abbiamo familiari potenzialmente a rischio, e nonostante la situazione ormai arrivata al limite vogliamo cercare una soluzione senza cadere nell’inciviltà e nel non rispetto del prossimo. Ma ciò non toglie che abbiamo bisogno di farci sentire”.

Francesca Bonelli Grisostomi
Scrivere sempre, scrivere nonostante, scrivere e basta. ᴄ̴ᴏ̴ɢ̴ɪ̴ᴛ̴ᴏ̴ sᴄʀɪʙᴏ ᴇʀɢᴏ sᴜᴍ

1 commento

  1. protestare così è inutile, è da vigliacchi; e poi non va contro una legge ma solo contro un dpcm.
    e se la legge è idiota, protestare (pacificamente) contro non è un reato, è un affermazione di un diritto del cittadino e della persona.
    basta seghe, torniamo a vivere.

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