La direttrice sanitaria della Asl Toscana Su Est ha risposto alle domande in “Covid e vaccini: domande e risposte” su Gazzetta di Siena

“Ricoveri in aumento, su Aztrazeneca non facciamo allarmismi e attendiamo le decisioni dell’Aifa”. Vaccino AstraZeneca, campagna di vaccinazione, situazione delle strutture sanitarie: sono alcuni degli argomenti toccati da Simona Dei, direttrice sanitaria della Asl Toscana Sud Est che ha partecipato alla trasmissione “Covid e vaccini: domande e risposte” su Gazzetta di Siena.

Il vaccino AstraZeneca

Sul blocco della somministrazione del vaccino Astrazeneca, Dei ha detto che si è verificato un blocco “cautelativo e preventivo, le dichiarazioni di Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco, ndr) ci fanno capire che non c’è nessun nesso fra eventi accaduti e vaccinazioni. Abbiamo immediatamente bloccato le vaccinazioni appena arrivata la comunicazione della sospensione. Chi era prenotato per i prossimi giorni sta ricevendo una comunicazione relativa alla sospensione. Cosa accadrà? Giovedì (domani, ndr) avremo informazioni da Aifa e da Ema e in base dalla loro informazioni scientifiche prenderemo, come Regione e Asl, le decisioni del caso e poi vedremo come procedere sia con le prime dosi e le seconde dosi. Le vaccinazioni erano state sospese da una nota Aifa, se Aifa dovesse dire che il vaccino risulta sicuro, come pare, riprenderemo le vaccinazioni. Le persone prenotate saranno tutte ricontattate entro breve”. Simona Dei ha ribadito anche il concetto che “possiamo dubitare di tutto, anche della scienza. Ci sono delle evidenze scientifiche che sono alla base dei vaccini e del loro utilizzo. Fra attenzione e allarmismo c’è una certa differenza, l’attenzione ha portato l’Aifa a prendere questa decisioni, ma prendiamo questo periodo per dare ancora maggiore sicurezza”. Sui tempi Dei ha detto che “se ci dovesse essere un nuovo via di Aifa avremmo al massimo perso tre giorni, peraltro sapevamo già della riduzione della fornitura di Astrazeneca”.

Positivi nelle Rsa

“Chi è vaccinato – ha detto ancora Dei – non è esente dalla positività al tampone, sui ricoveri ricordo che gli anziani in Rsa hanno già molti altri problemi e un ricovero può essere legato alla situazione generale, non specificatamente al Covid. Non ci sono persone senza altre patologie che sono ricoverate dopo la doppia dose di vaccinazione”. “Chi ha avuto il Covid – ha aggiunto – non è detto che scateni la reazione anticorpale, ma in genere ha una copertura per almeno sei mesi, anche se dipende da caso per caso. Possiamo dire che chi ha avuto la malattia comunque ha bisogno di una sola dose di vaccino”.

La campagna di vaccinazione

“Proseguire con le categorie per età – ha spiegato ancora Dei – avendo esaurito le altre indicare dalle direttive governative. Andremo avanti così. Cinquecentomila vaccinazioni al giorno? Per fare i vaccini servono: sedi, persone che vaccinano e vaccini. Abbiamo sedi, al momento le persone che vaccinano non sono sufficienti e infatti il governo sta venendo incontro ad alcune richieste, ma soprattutto servono i vaccini. Al momento non siamo rimasti senza personale e abbiamo fatto tutti i vaccini che ci sono arrivati, ma è chiaro che per fare 500mila vaccinazioni al giorno come ha detto il commissario del governo servono i vaccini. Possiamo pensare anche a luoghi diversi da quello attuale. Abbiamo al momento più modalità: sono partiti i medici di famiglia per gli ultraottantenni e stanno aderendo gli estremamente fragili ad esempio. Ci muoviamo su vari filoni, possiamo arrivare anche all’obiettivo che si è dato il commissario.  Il vaccino Johnson&Johnson può contribuire? Ha modalità oggettivamente più facili di gestione, non deve essere ripetuto e per alcuni casi può aiutare moltissimo, è più maneggevole”. “L’ordinanza del commissario Figliuolo – ha aggiunto sull’aspetto relativo alle dosi che possono ‘avanzare’ in ogni giornata e all’invito a non buttare le dosi – non è così “libertina”. Ci dice che non si devono buttare le dosi e noi non lo abbiamo fatto, ci invita ad avere delle liste di riservisti a cui proporre il vaccino, ma ci dice anche di dare le dosi per priorità, dunque rispettiare le categorie per età e patologia”.

La pressione sugli ospedali

“I numeri dei ricoveri stanno aumentando – ha detto Dei relativamente alla pressione sulle strutture sanitarie – quando c’è un aumento dei positivi fuori, normalmente i ricoveri aumentano. Lavoriamo con tutte le strutture, è una situazione duttile, cerchiamo di non portare mai gli ospedali al limite e comunque di permettere un accesso veloce al pronto soccorso. Abbiamo una rete regionale che funziona, ad esempio un anno fa andarono un po’ in crisi gli ospedali della zona nord, gli ospedali della Sud Est arrivarono in soccorso. Già al momento abbiamo una trentina di posti letto di così dette cure intermedie a diposizione delle Scotte. Se superiamo la quota di 160 ricoveri alle Scotte dovremo riorganizzarci. Poi c’è anche l’attività non Covid, tutti quei percorsi che è assolutamente necessario soddisfare”.

Le varianti

“Abbiamo avuto la variante inglese – ha spiegato Dei – e quella brasiliana. Soprattutto quest’ultima sono state più pericolose, il virus vira, è nato per sopravvivere. Nei grandi numeri le varianti ci sono, d’altra parte combattiamo bene le varianti quando le incontriamo. Chi ha la variante non esce al ventunesimo giorno se è sempre positivo, anche nell’isolamento delle persone c’è una maggiore attenzione per evitare che forme contagiose e virulente possano creare focolai

Le raccomandazioni

“La raccomandazioni – ha concluso la direttrice sanitaria della Asl Tioscana Sud Est – sono quelle di chi vive in un periodo di pandemia: serve grande attenzione all’uso della mascherina e al suo cambio frequente, al lavaggio delle mani, all’igiene e al distanziamento fisico. E fare grande attenzione nella frequentazione degli anziani, anche i vaccinati possono essere vettori della malattia: non prendono la malattia, ma possono trasmetterla”.

Ecco la puntata integrale di “Covid e Vaccini: domande e risposte” con Simona Dei

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