Covid

Il virus è cambiato? Perché stanno aumentando i contagi? Come vengono sperimentati i vaccini? Sono solo alcuni degli interrogativi che abbiamo posto alla Professoressa Maria Grazia Cusi, ricercatrice che ha guidato la sua equipe attraverso l’isolamento del virus in colture cellulari da un campione risultato positivo

Sono ormai passati sei mesi da quando l’Organizzazione Mondiale della sanità, ci informava della possibilità che il nuovo Coronavirus si diffondesse su scala mondiale e, dalla dichiarazione della pandemia dell’11 Marzo, molte sono state le sfide che gli scienziati hanno dovuto affrontare.

Il nuovo virus ha, infatti, posto i ricercatori di fronte a quesiti, confronti, prove ed errori perché come ricordava Cesare Alemanni: È nella natura iconica, quasi socratica, del metodo scientifico il fatto che per sapere si deve prima ‘sapere di non sapere’. Ma ad oggi cosa sappiamo del Covid? Sta cambiando? Come funzionano i vaccini? Ci sono terapie alternative? Cosa ci aspetta in autunno? La professoressa di biotecnologie mediche Maria Grazia Cusi, che con la sua equipe è riuscita ad isolare il virus in colture cellulari da un campione risultato positivo al Covid-19, ha risposto ad alcune delle nostre domande.

Professoressa, qual è lo stato attuale del contagio da Covid, e perché sono aumentati i casi?

“Il numero in aumento dei casi Covid è dovuto al rientro dei giovani da vacanze fatte o all’estero o in zone dove ci sono dei focolai di infezione, sia in Italia che nei paesi limitrofi. Il ministero ha già indicato quali sono gli Stati al rientro dai quali è obbligatorio fare il tampone. Quindi l’aumento è dovuto a piccoli cluster, focolai endemici che si sono creati un po’ dovunque nel nostro paese e soprattutto ai contatti con persone che lo hanno trasmesso all’interno della famiglia. La maggior parte dei casi di ora presenti in Italia è dovuto a tutto questo”.

Che connessione c’è tra il caldo e la trasmissibilità del virus?

“Durante l’estate l’aiuto ci può essere dato dalla temperatura. Il virus sopravvive molto meno a temperature più elevate. In questo caso la sopravvivenza del virus è inferiore. Però non si può sostenere che il virus non si trasmette perché la trasmissione è comunque attiva, lo abbiamo visto in questi mesi”.

Il virus oggi è diverso dal quello di inizio pandemia? E’ cambiato?

“C’è un contrasto tra tante versioni che circolano. Non credo che il virus sia cambiato. Dal punto di vista genomico ci sono pochissimi cambiamenti, non imputabili a un aumento della virulenza del virus. Recentemente è uscita una comunicazione, fatta da un ricercatore italiano, che avrebbe individuato una delezione piccola in una proteina del virus che probabilmente lo renderebbe meno effettivo, ma in pochissimi soggetti. In linea di massima non sono in grado di dire se si sia attenuato o meno il virus. Per quello che vediamo dai dati epidemiologici il virus continua a circolare e ad infettare”.

Come funziona invece l’immunità di gregge?

“Per l’immunità di gregge siamo ancora lontani. Dai dati di sieroprevalenza, fatti a livello nazionale, abbiamo visto che la percentuale di soggetti che sono stati infettati, è ancora piuttosto bassa. Forse siamo nell’ordine del 5% e l’immunità di gregge sarà possibile solo in seguito ad un vaccino”.

Per quanto riguarda i vaccini quali sono le fasi della sperimentazione, quando un vaccino viene reputato valido?

“Ci sono diverse fasi di sperimentazione che il vaccino deve superare per poter essere utilizzato. Di solito sono almeno tre, l’ultima è quella più estesa, durante la quale il vaccino viene utilizzato su un numero di soggetti piuttosto ampio. Importanti sono le prime fasi, in cui si valuta se il vaccino è innocuo cioè se non causa malattie o non procura effetti collaterali nel soggetto immunizzato. Superato quello si va a vedere, nella seconda fase, l’efficacia del vaccino, ovvero se il soggetto ha risposto dal punto di vista immunologico con la produzione di anticorpi e con la produzione di cellule dedicate all’immunità specifica. Nell’ultima fase viene provato il vaccino su un numero piuttosto esteso di soggetti. Poi si verifica se effettivamente l’immunità è completa e il vaccino non causa altri effetti collaterali gravi”.

Da quando lei e il suo team siete riusciti ad isolare il virus, avete fatto ulteriori scoperte ?

“Stiamo lavorando sempre in campo di ricerca per studiare la patogenesi del virus e l’infezione del virus in altri organi. Lavoriamo su questo perché si pensa che il virus possa sicuramente avere anche la possibilità di infettare diversi tessuti, utilizzando dei recettori alternativi. Inoltre stiamo cercando di capire quali sono le proteine virali del virus che in parte vanno ad inibire la risposta immune dell’ospite, e quindi il motivo attraverso il quale è possibile spiegare perché il soggetto non risponde bene dal punto di vista immunologico all’infezione da parte del SARS-CoV-2″.

Quando potrebbe essere distribuito il vaccino?

“Per i primi mesi del prossimo anno, il 2021. Non prima”.

Quando verrà sviluppato il vaccino, sarà necessario che tutti vengano vaccinati?

“Credo che se il vaccino sperimentato ha passato tutti gli step necessari per la validazione, è necessario vaccinare tutti”.

Si stanno sperimentando anche degli appositi farmaci?

“Sì, c’è una grande sperimentazione per la ricerca di nuovi farmaci e dell’uso di altri farmaci che possono essere utilizzati in questo tipo di infezione. Poi c’è anche importante l’utilizzo di anticorpi monoclonali specifici umani che possono essere utilizzati nei casi più gravi e che, secondo me, avranno un buon impatto. Penso che potranno essere veramente utili in particolari casi”.

E la terapia con il plasma?

“La terapia del plasma viene utilizzata sperimentalmente in diversi casi ed è stato visto, dai dati della letteratura, che esiste un vantaggio: rispetto al gruppo non trattato i soggetti trattati hanno avuto un decorso migliore e sono addirittura guariti. Il plasma quindi è utile. Però nel momento in cui potranno essere disponibili anticorpi, cioè immunoglobuline specifiche e purificate che hanno un bersaglio specifico, credo che questa sarà un’arma migliore rispetto al plasma”.

Cosa accadrà, secondo lei, in autunno?

“E’ quello che aspettiamo tutti. In autunno ritorneranno tutte le infezioni respiratorie e purtroppo insieme all’influenza ci aspettiamo virus respiratori, parainfluenzali e anche il Covid. Presumibilmente ci si aspetta un maggior numero di casi”.

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