Pronto un report per la Regione. Catturati oltre sessanta esemplari nel 2020, già 8 nel 2021

Il Comune di Siena si mobilita contro la proliferazione degli ungulati e il pericoloso avvicinamento dei cinghiali ai centri abitati, come segnalato da Gazzetta di Siena anche negli ultimi giorni. Il Parco Unità d’Italia è fra le “mete” preferite, ma non solo.

In particolare, attraverso l’invio di un apposita documentazione alla Regione, il Comune chiede l’autorizzazione ad ampliare le misure per la cattura dei cinghiali: in questo modo si proverà a limitare l’avvicinamento degli animali a case e luoghi frequentati, come alcuni parchi cittadini. Negli ultimi giorni, infatti, si sono registrate le presenze di diversi cinghiali a pochi passi, di fatto, dal centro e comunque molto vicino alle abitazioni.

Nel frattempo l’amministrazione sta comunque portando avanti tutta una serie di interventi per limitare la presenza degli animali. “Stiamo monitorando la situazione – conferma l’assessore al decoro Silvia Buzzichelli – partiamo dal fatto che il territorio comunale è incluso in una zona di divieto di caccia e anzi è ritenuta zona di ripopolamento dal piano faunistico della Regione Toscana. La zona è gestita dall’Atc Siena Nord. In sostanza la competenza in questo caso è regionale, fermo restando che sono attive allo stato attuale tre trappole nelle zone Tufi-San Marco, Scalpellino e Pescaia”.

Il protocollo attuale della Regione Toscana è calibrato sulla salvaguardia delle zone adibite ad agricoltura, la volontà del Comune è applicare e ampliare il protocollo alle zone urbane per la salvaguardia delle persone.

“Il report che abbiamo effettuato nelle ultime settimane e che invieremo alla Regione – prosegue Buzzichelli – individua diverse zone in cui sono presenti quasi stabilmente gli animali. Sono le Scotte, Strada di Busseto, strada di Certosa, Tufi, San Marco, Scalpellino e Pescaia. Le trappole installate hanno permesso di tamponare la situazione, ma non basta”. Dal primo gennaio di quest’anno sono stati catturati 8 esemplari, nel 2020 le catture sono state in totale ben 67. “Fra volontari, dipendenti comunali e associazioni – spiega Buzzichelli – sono state impiegate 299 persone a rotazione per queste catture, ma servono interventi mirati che possiamo effettuare solo con l’autorizzazione regionale”.

Sono diverse le ragioni per le quali i cinghiali e gli ungulati in genere si avvicinano sempre di più alle abitazioni e ai centri abitati. “Fra queste – spiega ancora Buzzichelli – il fatto che il lockdown dello scorso marzo è coinciso con il periodo della riproduzione e questo ha permesso agli animali di riprodursi in grandi quantità. Inoltre, soprattutto in alcuni parchi, gli animali sono attratti dagli avanzi di cibo e per questo è necessario tenere i parchi, come altre zone, più puliti possibile. Abbiamo fatto il possibile in altre zone, dando vita a un’ordinanza per la ripulitura di alcune zone incolte, anche questo può contribuire a non far avvicinare troppo alcuni animali”.

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