Gianni Pasquale Pala, allevatore di Castiglion d’Orcia, negli ultimi anni 350 pecore del suo gregge uccise dai lupi

Giovanni Pasquale Pala è un allevatore di Castiglion d’Orcia che ha visto, negli ultimi anni, 350 pecore del suo gregge uccise dai lupi. E’ diventato il simbolo del “Comitato emergenza lupi-Arezzo“.

“C’è una guerra silenziosa che si sta combattendo sul territorio italiano” dice il Comitato. “Una vera e propria pulizia etnica contro gli allevatori, con il tacito consenso delle istituzioni nazionali, compiacenti nei confronti degli animalisti.

Il carnefice designato è il “lupo”, mentre l’ultima vittima di guerra si chiama Gianni Pasquale Pala, un allevatore di ovini della zona
di Castiglione d’Orcia.

Quando un pastore gestisce un allevamento estensivo, le tattiche dei lupi sono sempre le stesse: distrarre i cani a guardia delle greggi da
un lato, mentre gli altri lupi attaccano dall’altro”.

Negli ultimi giorni, in pochi istanti, 5 sue pecore sono state uccise dai “randagi di Stato”. Ma la sua perdita è molto più consistente. Negli ultimi anni, Gianni Pasquale ha subìto la perdita di oltre 350 pecore a causa delle predazioni, una perdita estremamente significativa che si aggiunge a tutti gli altri danni subiti.

“I pastori come Gianni Pasquale sono i custodi di una tradizione millenaria che ha permesso lo sviluppo delle civiltà” dice il Comitato. “Ma ora sono destinati all’estinzione. Da almeno 10.000 anni, in ogni parte del mondo e in ogni epoca, dagli insediamenti più remoti alle capitali, gli uomini si sono affidati ai pastori e agli agricoltori per la sopravvivenza delle popolazioni. Il legame tra le civiltà umane e la pastorizia è profondo e risale alla preistoria.

È importante sottolineare che nel corso dei millenni l’uomo ha sviluppato una modificazione genetica che gli consente di metabolizzare il latte e i suoi derivati, noto come “lattasi persistente”. Si può quindi affermare, anche scientificamente, che la pastorizia fa parte del patrimonio genetico umano.

Poi sono arrivati gli animalisti con le loro campagne assurde contro la normalità, le nostre radici culturali e persino la nostra natura stessa. Nella guerra moderna contro gli allevatori, il lupo è lo strumento perfetto, il nemico perfetto, perché gli attacchi vanno in una sola direzione, dal lupo all’uomo. La legittima difesa è proibita.

Tutto questo è ingiusto, irrazionale e inaccettabile, soprattutto innaturale. Ad aggravare la situazione e il senso di ingiustizia, in questi giorni gli allevatori devono affrontare anche gli attacchi mediatici degli animalisti che cercano di boicottare il consumo di agnelli durante il periodo pasquale. Siamo solidali con Gianni Pasquale e con tutte le altre vittime di questa follia”, conclude il Comitato.

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