“C’è stato un aumento considerevole di persone qui alla Caritas. Ma c’è stata anche tanta generosità”

La pandemia, oltre ad una catastrofica emergenza sanitaria, ci ha messi di fronte ad una terribile crisi economica. Sono dati allarmanti quelli emersi dal “Rapporto sulla povertà in Toscana” curato dall’Osservatorio regionale toscano in collaborazione con Anci Toscana  e dal “Dossier sulle povertà nelle diocesi toscane – anno 2020” di Caritas Toscana. Una situazione del genere rischia di avere dei costi sociali enormi, come ad esempio la crescita delle disuguaglianze e l’aumento del ricorso all’usura, come ha evidenziato il Presidente della Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura Lelio Grossi nell’intervista che ha rilasciato al nostro giornale.

Basti pensare che rispetto al 2019 aumentate del 35,7% le richieste di sostegno. Sono riportati dalla Caritas dell’Arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, che ha realizzato il dossier “Un anno di Covid”. Abbiamo intervistato allora l’ex assessore del Comune di Siena e volontaria della Caritas Anna Ferretti per fare un bilancio su quelle che sono state le ripercussioni della crisi sulla città di Siena.

“C’è stato un aumento considerevole di persone qui alla Caritas – spiega Anna Ferretti – ma è stato accompagnato anche da un notevole aumento di disponibilità umana, questo ci ha permesso di reggere l’urto delle nuove situazioni che si sono create durante il 2020″.

Una situazione drammatica quindi, inasprita dalle restrizioni, che ha portato numerose persone a ricorrere alla Caritas: “Direi che il momento più critico a Siena è stata la fine dell’anno – spiega Ferretti – perché l’ultima chiusura è stata quella che ha dato il colpo di grazia a tante situazioni e a tante famiglie, che dopo l’estate speravano di riprendere. Si rivolte a noi tutte quelle categorie che negli ultimi mesi hanno dovuto chiudere, come i ristoranti. Non avevamo mai conosciuto così tanti cuochi, aiuto cuochi, camerieri, tutte persone che da noi non erano mai venute, perché era gente che aveva il suo lavoro, aveva messo in piedi una famiglia e andava avanti in tutta tranquillità”.

“C’è stata una diversificazione dell’utenza nelle nostre zone – spiega ancora Ferretti – persone sopra i cinquant’anni che hanno perso il lavoro, e che difficilmente lo ritroveranno, perché diventa problematico a quell’età, e stranieri, che generalmente sono persone più giovani, intorno ai trentacinque anni. Immigrati però di vecchia data, che avevano un reddito e tutti i requisiti per avere la cittadinanza italiana, visto che alcuni di loro l’hanno acquisita di recente. Questi sono stati quelli colpiti dall’ultima chiusura, su questo versante abbiamo avuto veramente un aumento incredibile. Ma questo problema non c’è stato solo a Siena, c’è stato anche a Poggibonsi, nella Val d’Orcia, quindi è un problema diffuso ovunque“.

Ovviamente, un territorio come quello senese, da sempre meta dei turisti di tutto il mondo, ha avuto dei contraccolpi importanti: “Il turismo ha avuto un colpo di grazia tremendo e tutti gli operatori che sono in qualche modo rimasti coinvolti sono in crisi, penso agli agriturismi, agli alberghi, a tutto questo comparto che qui da noi è a terra”.

A spaventare però è ovviamente il futuro, cosa accadrà quando verranno meno il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione? “Ho paura di quello che ci aspetta – afferma amareggiata l’ex assessore – con i bonus e gli interventi fatti fino ad ora abbiamo dato da mangiare per un po’ di tempo, i nostri pacchi viveri possono servire per un po’ di giorni. Ma se non riparte il lavoro qui il problema non è risolvibile, né con i bonus né con la cassa integrazione, anche perché per esempio una cassa integrazione di un lavoratore part-time è di circa quattrocento euro e come si fa con questa cifra a pagare un affitto che costa altrettanto e poi mangiare, vivere e pagare le bollette? Quindi non c’è nemmeno bisogno del blocco dei licenziamenti, anche con il proseguimento della cassa integrazione sarà un dramma e se poi finisce anche quella e si passa alla disoccupazione, che sarà data in relazione agli anni di lavoro continuativo, la cifra si ridurrà ancora, ma gli affitti e le bollette non si abbasseranno”.

Un problema che però non riguarda solo coloro che hanno perso il lavoro: “Per fortuna in Toscana i disoccupati non devono pagare il ticket, ma anche chi ha un reddito di diecimila euro, come fa a permettersi di pagare 38 euro per una visita specialistica? E se uno sta male non si fa la visita? Come si fa a dire poi che la salute è un diritto? Questi sono problemi forti, che forse mai come ora diventano importanti e da mettere al centro della discussione”

Per fortuna, all’aumento delle criticità e del disagio sociale è corrisposta una crescita della generosità da parte dei senesi: “La generosità che ho trovato nel 2020 non l’avevo mai vista – afferma Anna Ferretti – eppure sono tanti anni che sono alla Caritas e seguo in qualche modo tutto il mondo del sociale. Devo dire che c’è stata una generosità a a livello di denaro, di prodotti, di tempo, che era tanto che non si riscontrava. La gente forse si è resa conto che, anche se aveva dei problemi, c’era chi stava messo peggio di loro. Quando vedi un dipendete che ti dà i suoi buoni pasto vuol dire che ci sono persone che hanno voglia di condividere, e credo che questo credo sia l’aspetto bello di tutta questa tragedia che stiamo vivendo“.

Vincenzo Battaglia
Sono nato a Melito di Porto Salvo (RC) e mi sono diplomato al Liceo Classico di Reggio Calabria. Dopo la maturità, ovvero sia più di sei anni fa, mi sono trasferito a Siena, una città che ormai è più di una seconda casa. Qui ho conseguito una laurea triennale in Scienze Politiche e una magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Da sempre appassionato alla scrittura, il mio proposito è quello di raccontare ciò che mi accade intorno in modo obiettivo.

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