“Sono pochi gli studenti partiti per l’Erasmus, ma le richieste per il prossimo anno non sono meno del solito, anzi. La nostra proiezione internazionale è stata come sempre molto vivace”

Nell’ultimo anno la pandemia ha messo a dura prova le nostre vite, sconvolgendo completamente le nostre abitudini. Oltre che con l’emergenza sanitaria e con la crisi economica, molte famiglie hanno dovuto fare i conti con i disagi legati alla chiusura delle scuole. Tuttavia, anche molti studenti universitari si sono ritrovati nel giro di un anno a non mettere più piede nelle loro facoltà. Visto che di Università si è parlato forse troppo poco nel corso di questi dodici mesi, abbiamo deciso di intervistare il professor Pietro Cataldi, Rettore dell’Università per stranieri di Siena, per sapere tutte gli effetti della pandemia sul mondo universitario.

“La situazione per noi è stata difficile come per tutti gli atenei italiani – afferma il Rettore -, però ciò che è accaduto ci ha ricordato la nostra funzione, lo scopo per cui esistono le Università. Siamo riusciti a tenere aperti i corsi, non c’è stato un giorno in cui non si sono svolte le lezioni, non c’è stata una sessione di esami che è stata rinviata e le tesi si sono discusse nei tempi previsti. Certo, queste attività sono state spesso a distanza, ma la capacità di adattamento di tutti noi è stata un segnale importante”.

Le restrizioni agli spostamenti hanno sicuramente creato qualche difficoltà ad un ateneo internazionale come l’Unistrasi: “Abbiamo molti studenti stranieri, ma l’85% dei nostri immatricolati sono italiani – spiega il professor Cataldi -. Il grande desiderio di entrambi di partire verso quei paesi di cui studiano la lingua e la cultura ha inevitabilmente subito una battuta di arresto, sono stati pochi gli studenti partiti per l’Erasmus e pochi quelli che abbiamo ricevuto. Tuttavia le richieste per il prossimo anno non sono meno del solito, anzi forse ancora di più. E ciò non ha comunque impedito che alcuni studenti internazionali continuassero ad iscriversi ai nostri corsi e quando possibile anche a venire a Siena. I rapporti con gli altri paesi non sono andati in crisi, abbiamo continuato a firmare protocolli di scambio docenti e studenti e per la ricerca scientifica. La nostra proiezione internazionale è stata come sempre molto vivace”.

Inoltre, anche l’impatto della pandemia su numero degli iscritti è stato contenuto, anche se ha portato comunque qualche cambiamento: “Non abbiamo avuto un calo delle immatricolazioni – afferma il Rettore -, c’è stata una redistribuzione interna ai corsi di laurea e anche una redistribuzione della provenienza degli iscritti. Tra le matricole sono diminuiti gli studenti stranieri, ma sono aumentati sensibilmente gli studenti dalle zone più vicine all’Università, come se ci fosse stata una territorializzazione delle iscrizioni”.

Ovviamente il quesito che tutti gli studenti si pongono riguarda il ritorno alle lezioni in presenza: “Nessuno sa rispondere a questa domanda con sicurezza – afferma il Rettore – e rischiano di confondere la speranza con la previsione e questo ci fa inciampare. La mia speranza è che si possa fare qualche lezione in presenza prima della fine di questo semestre e che si possa riprendere dopo l’estate con esami, discussioni di laurea e lezioni prevalentemente in presenza“.

In ogni caso, anche uno degli insegnamenti che possiamo trarre da quest’anno così difficile è che l’Università ricopre un ruolo fondamentale nella nostra società che non va sottovalutato: “Negli ultimi tempi si è parlato di Università – continua il Rettore – solo per esecrare il privilegio di averi ricevuto il vaccino un po’ prima degli altri. Indipendentemente da questa scelta, sulla quale non ho competenza, è importante sottolineare che qui si svolge la ricerca per trovare dei rimedi contro il Covid e per tutto quello che è importante sapere per gestire l’epidemia sul piano economico e sociale. Non si è parlato della necessità di portare il livello di finanziamento dell’Università al pari di Germania e Francia, che è il doppio rispetto a quello italiano”.

L’intervista al Rettore Cataldi.

Vincenzo Battaglia
Sono nato a Melito di Porto Salvo (RC) e mi sono diplomato al Liceo Classico di Reggio Calabria. Dopo la maturità, ovvero sia più di sei anni fa, mi sono trasferito a Siena, una città che ormai è più di una seconda casa. Qui ho conseguito una laurea triennale in Scienze Politiche e una magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Da sempre appassionato alla scrittura, il mio proposito è quello di raccontare ciò che mi accade intorno in modo obiettivo.

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