Lo sostiene l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico, che interviene nella procedura di consultazione pubblica

“I siti individuati in Toscana, in Provincia di Siena (in Val d’Orcia, fra Pienza e Trequanda) e in Provincia di Grosseto (Campagnatico) risultano interessare direttamente e/o indirettamente aree tutelate con vincolo paesaggistico, nonché beni culturali specificamente tutelati, alcuni dei quali rientranti nel patrimonio dell’umanità sotto l’egida dall’UNESCO (Val d’Orcia)”.

E’ quanto sostiene l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), che, dopo un’ampia verifica fra i propri Soci, ha inoltrato (24 giugno 2021) uno specifico atto nell’ambito della procedura di consultazione pubblica  prevista dal Governo per l’individuazione del sito unico nazionale per le scorie radioattive.

In questa direzione si era indirizzata anche la Camera dei Deputati nello scorso mese di aprile, approvando una mozione che in sostanza esclude, per lo stoccaggio dei rifiuti, nucleari i territori con particolari colture di pregio e le aree naturali protette”. Una mozione che contiene dunque un passaggio fondamentale per arrivare all’esclusione della Valdorcia dall’elenco delle zone individuate come potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.

Intanto la task force di professionisti, che si è costituita subito dopo la comunicazione, ha inviato le prime osservazioni, e continua a lavorare per inviarne altre, previste dal percorso di concertazione pubblica, mostrando tutti gli elementi tecnico-scientifici a sostegno dei criteri di esclusione, sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico, che geologico e architettonico.

Dopo la pubblicazione della lista delle possibili zone in cui l’Italia dovrà costruire il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, il territorio senese ha reagito compatto per ribadire il no a questa scelta, si sono mobilitati cittadini, schieramenti politici, istituzioni. E’ stata promossa anche una campagna di sensibilizzazione promossa dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese (di cui fanno parte Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Pienza e Trequanda), nella convinzione che la costruzione del deposito distruggerebbe l’area sotto il profilo ambientale, paesaggistico, agro-alimentare e turistico.

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