Presentata la mostra “Masaccio, Madonna del Solletico. L’eredità del cardinale Antonio Casini” che sarà fruibile dal 22 maggio al 2 novembre. Nella collezione presente anche la celebre Madonna del Solletico in prestito dalle Gallerie degli Uffizi

Presentata questa mattina la mostra “Masaccio, Madonna del Solletico. L’eredità del cardinal Antonio Casini”, vescovo di Siena tra il 1408 e il 1426. L’esposizione, fruibile dal 22 maggio al 2 novembre, è stata promossa da Opera della Metropolitana di Siena, dal rettore Guido Pratesi con la collaborazione dell’Arcidiocesi di Siena – Colle di Val D’Elsa – Montalcino, della Sopraintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto, Arezzo della Biblioteca comunale degli intronati e organizzata da Opera Laboratori. Tra le opere appartenute all’insigne umanista e teologo si trova la celebre Madonna col Bambino detta del ‘solletico’ di Masaccio, prestito generosamente concesso dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt alla Fabbriceria senese.

“La mostra sarebbe dovuta partire lo scorso anno – ha spiegato Guido Pratesi rettore dell’Opera Metropolitana di Siena – ma a causa della pandemia è stato tutto bloccato. L’esposizione, accessibile da domani, è per noi un vanto, soprattuto per rilanciare Siena come città d’arte. Questo è anche il momento per riscoprire la bellezza, e rispondere così alle necessità di sviluppo della città”.

A parlare del ruolo cruciare dell’arte è stato il cardinale Augusto Paolo Lojudice: “Quando sono arrivato a Siena mi sono immerso in una realtà fatta di arte, tradizione, storia, cultura, un piccolo scrigno che costituisce tesori molto preziosi. Siena è luogo da cui si può propagare un profumo intensissimo che può arrivare molto molto lontano. Ringrazio quindi il Rettore, l’Opera Metropolitana che custodisce e promuove questi beni. L’augurio è che in un periodo così delicato si possa ripartire dall’arte, attraverso la bellezza e la fede. Qui in questa città così piccola ma densamente arricchita è possibile”.

All’interno della cripta presenti molte delle opere legate al cardinale Casini: dalla Madonna del Solletico, tempera e oro su tavola, con lo stemma del cardinal Casini, la scultura in marmo di Jacopo della Quercia La Madonna col Bambino. Poi il “Pastorale” in avorio, manifattura veneziana, il “Testamento di Misser Antonio cardinale di Sancto Marcello Aoms”, l’Ostensorio in argento, cesellato, smalti e gemme, di orafo romano. Il percorso continua con il ‘Cerimoniale dei vescovi’, pergamena, legatura moderna in assi di legno e mezza pelle, di Martino di Bartolomeo, concesso dalla Biblioteca Laurenziana, Firenze. Presente anche un prestito del Museo Archeologico e d’Arte della Maremma – Museo d’Arte Sacra della Diocesi, la “Madonna delle ciliegie”, di Stefano di Giovanni il Sassetta. La Biblioteca Comunale degli Intronati partecipa con il ‘Missale romanum’, di un miniatore attivo a Siena.

Siamo contenti di poter lanciare la ripartenza della cultura qui da Siena – ha detto emozionato Eike Schmidt – con la mostra su Masaccio della Madonna del Solletico, un’opera che torna a Siena perché è dipinta per il cardinale Antonio Casini quando era arcivescovo qui a Siena. Diventato Cardinale ha poi deciso di portare con se questa straordinaria opera grazie al formato piccolo e facilmente trasportabile. Questo fa si che non abbiamo una rappresentazione di stato, ovvero gerarchica, della Madonna, ma un’opera di una tale intimità nella scena che tocca davvero ogni cuore. Parliamo infatti di una madre vera e propria, colta nel momento in cui fa il solletico al proprio bambino. Non solo, nel gesto di toccarsi le corde vocali vuole indicare l’idea del verbo che si fa carne, che si incarna nel figlio di dio. La raffigurazione – ha specificato il direttore degli Uffizi – è originale e naturale. Vederla qui oggi nella cripta del Duomo di Siena è un’emozione incredibile. E’ un concentrato di bellezza che ispira la fede, la speranza ma anche la carità e la misericordia, un messaggio forte in un periodo come quello attuale“.

Presente anche il sindaco di Siena Luigi De Mossi: “Il merito di questa mostra è quello di puntare i riflettori su una storia e una evoluzione culturale che spesso rimane nascosta nelle pieghe della nostra storia senese. Questa piazza deve diventare un fulcro per tutti noi, non solo per i turisti. Questa piazza – ha concluso – deve avere un significato, deve essere qualcosa per noi che ci permette di riconoscerci sempre in quello che è stato fatto e in quello che faremo”.

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