Il direttore sanitario dell’Aou senese Roberto Gusinu è preoccupato per l’aumento dei contagi e dei ricoveri nel reparto Covid dell’ospedale di Siena

“La vaccinazione è un’opportunità che non dobbiamo gettare al vento, è un gesto di responsabilità soprattutto verso gli altri. Quindi in questo momento non focalizzerei la discussione su questo o quel vaccino, ma mi preoccuperei di utilizzare tutti i vaccini a disposizione”.

Il messaggio del Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese Roberto Gusinu è chiaro e diretto: vaccinare più velocemente possibile il maggior numero di persone possibile, per limitare la diffusione del virus.

“Per prima cosa  – sottolinea Gusinu – dobbiamo essere molto soddisfatti del fatto che, in soli 10 mesi, possiamo già avere a disposizione diversi vaccini: questo è già un grandissimo risultato. E poi dobbiamo fidarci delle indicazioni che ci danno le autorità, perché dietro c’è una valutazione scientifica.

Io non voglio essere drammatico e nemmeno allarmista – prosegue Gusinu -, ma credo che stiamo entrando nella fase più difficile, c’è ancora molto da combattere. Febbraio, marzo e aprile saranno mesi di battaglia. I contagi aumentano e l’età si è abbassata, ora vengono colpiti anche i bambini.

Lo si capisce anche guardando i numeri del nostro ospedale: a fine agosto, avevamo liberato il reparto Covid, oggi abbiamo 68 pazienti ricoverati, di cui 11 in terapia intensiva e 12 con assistenza respiratoria tramite casco (che è l’extrema ratio prima dell’intubazione) e sono preoccupato, inutile negarlo. Il padiglione può accogliere fino a 88 pazienti, ma l’aumento dei contagi e dei conseguenti ricoveri può farci andare in affanno. Il diffondersi di queste varianti ci ha riportato indietro di un anno, solo che quando tutto è iniziato i posti letto erano tutti disponibili, ora ne abbiamo appunto già 68 occupati. Non so se mi spiego…

La campagna vaccinale è un’arma fondamentale contro il virus – conclude Gusinu – e nell’attesa di avere la copertura dei vaccini che ci consenta di recuperare un po’ di normalità dobbiamo mantenere alta la guardia. Dobbiamo avere sempre gli accorgimenti che abbiamo ripetuto fino allo sfinimento: indossare sempre la mascherina, mantenere il distanziamento fisico, lavarsi le mani spesso, areare gli ambienti e via dicendo. C’è forse un calo di attenzione, perchè siamo stanchi, per primi noi operatori sanitari, ma non dobbiamo mollare adesso”.

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