Il Prefetto ha conferito le Medaglie d’Onore alla memoria dei senesi deportati nei lagher

Conclusa la commemorazione in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico. Dopo settantasette anni dalla liberazione dei lagher nazisti, a Siena Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e i rappresentanti delle istituzioni locali si sono riuniti nel Salone degli Arazzi della Prefettura per la cerimonia di consegna delle Medaglie d’Onore, conferite dal Capo dello Stato ai cittadini deportati e ai familiari dei deceduti.

Il Prefetto di Siena Maria Forte ha consegnato le medaglie alla memoria di Bruno Goracci, Santi Salvini e Marino Verdinelli. Le famiglie hanno raccolto l’omaggio in un commovente silenzio scandito solo dalle parole della lettrice, che impietose descrivevano le circostanze che hanno portato questi uomini ad essere deportati e destinati al lavoro coatto nei campi della morte.

Santi Salvini, era in servizio militare a Messina quando fu dichiarata la guerra e venne inviato sul fronte greco e poi in Albania, dove si trovava quando i tedeschi lo deportarono in un campo di lavoro. Anche Marino Verdinelli, militare, e Bruno Goracci, bersagliere, vennero catturati dai tedeschi su suolo albanese,  e trasportati da qui, a piedi o su vagoni per trasporto animali in un lagher in Europa. Tutti e tre sono tornati miracolosamente a casa nel 1945, irriconoscibili per gli stenti subiti, ma vivi e pronti a coltivare quella memoria che è arrivata fino a noi oggi.

Maria Forte si è detta dispiaciuta di dover svolgere la cerimonia a porte chiuse, e soprattutto di non aver potuto coinvolgere le scuole:” Purtroppo la situazione non ci ha permesso di coinvolgere le scuole, ma nei prossimi mesi ci impegneremo per un coinvolgimento più diretto dei giovani, affinché comprendano i valori ed i principi che sono legati a questo giorno”. Il riferimento ai giovani non è causale, pochi giorni fa infatti un bambino ebreo è stato vittima di atti antisemiti a Livorno. Per scongiurare ed evitare che certi atti si ripetano, secondo il Prefetto, il cambiamento deve partire dalle istituzioni, che devo essere in grado di coinvolgere la società civile.

Maria Forte insiste sul fatto che:” Ancora oggi ci si chiede come siano state possibili certe atrocità, dobbiamo coltivare la memoria dei principi di libertà e democrazia, che sono i capisaldi della nostra Costituzione, di cui tutti noi siamo attori”.

L’intervista al Prefetto di Siena Maria Forte

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

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