Lo Stadio Comunale "Mario Maccari", casa della Virtus Chianciano Terme 1945

Il fatto è accaduto lo scorso marzo, ma la decisione del giudice sportivo è stata presa nella giornata di giovedì 24 novembre

Tutti i nodi vengono al pettine, anche quelli commessi per provare a salvare il salvabile di una stagione iniziata male e finita peggio. La cronaca ci riporta indietro a marzo 2022 quando Virtus Chianciano e Bettolle si affrontano al Stadio Comunale “Mario Maccari” non tanto per provare a evitare la retrocessione in Seconda Categoria quanto per ritardare la matematica esalazione dell’ultimo respiro. Grazie al 2-2 finale la Virtus Chianciano ottiene il primo punto in campionato dopo un ruolino impietoso di 19 partite a secco di punti, condita dalla penuria di 7 gol fatti e ben 64 subiti.

Nell’11 titolare dei termali figurava, con il numero 9, Marco Abbrunzo, attaccante prelevato nel corso della precedente sessione di mercato da uno dei tanti procuratori del Sud Italia che “esportano” calciatori al nord promettendo mari, monti e una carriera che il 90% delle volte stenta a decollare. I dirigenti della squadra avversaria, non si sa come, scoprirono che in realtà a vestire la casacca non era il sopracitato ma un altro ragazzo del 2002, tale Ciro Molisso, all’epoca tesserato per il Portici (squadra del girone I di Serie D). Dopo aver presentato già dalla settimana successiva un reclamo al giudice sportivo territoriale, questi si pronunciò contrario alla condanna poiché il direttore di gara non aveva rilevato (testuali parole) “nessuna incongruenza che mi inducesse a dubitare dell’identità dello stesso”. Oltre al danno, il Bettolle fu costretto anche a pagare la beffa della tassa che gli competeva per aver scomodato il Tribunale sportivo.

Soltanto col passare dei mesi – e grazie alla join venture del Comitato Regionale toscano e campano – si è scoperto che, a tutti gli effetti, in quella domenica di marzo qualche magheggio era stato effettivamente fatto. Il Molisso, infatti, non spostò di certo gli equilibri in campo, ma qualcuno spostò sicuramente la sua fotografia da un cartellino all’altro. Un taglia-incolla certosino che non fu notato immediatamente dall’arbitro ma che, con il dovuto tempo, ha portato a ben tre squalifiche. Il protagonista della vicenda, Molisso – che oggi milita nel San Sebastiano a Vesuvio, squadra di Promozione campana – è stato squalificato per 4 mesi, mentre due dirigenti della Virtus Chianciano – il direttore sportivo e il presidente – rispettivamente a 1 anno l’uno e 9 mesi l’altro. Allo stesso tempo, alla società in questione é stata comminata la sanzione di 500 euro e -2 punti in classifica…che però non saranno scontati visto che i viola non si sono iscritti al campionato.

Un danno, quello della penalizzazione, che non influirà minimamente né sul risultato sportivo maturato al termine della scorsa stagione, conciso con la retrocessione né, come scritto, su quello attuale. Di sicuro, però, ha consacrato e confermato ancora di più quella che, sotto gli occhi di tutti, è stata la peggior stagione della storia virtussina.

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