Siena

Dopo le difficoltà affrontate nel lockdown con la chiusura degli alberghi, i mancati incassi e i limitati aiuti forniti dal governo, gli albergatori tornano a respirare, almeno per i mesi estivi. A preoccupare sembra il futuro del settore

Il mese di agosto sta concedendo agli albergatori di Siena una boccata d’aria vitale, considerando le difficoltà che hanno dovuto affrontare nel periodo di massima diffusione del Covid con la chiusura di tutte le strutture. Ai mancati incassi, infatti, si sono aggiunte le spese ordinarie e a poco sembrano serviti gli aiuti da parte del governo, come abbiamo anche documentato nell’intervista realizzata a Federalberghi. Oggi molte realtà cominciano a respirare, grazie al turismo estivo, ma diverse sono le preoccupazioni per il futuro a breve termine. Ne abbiamo parlato con gli albergatori della città nella nostra intervista.

Sebbene le prospettive di una ripresa sembrassero un miraggio, almeno durante i mesi più duri del lockdown, per gli albergatori quello attuale è un periodo di forte slancio: “La ripresa per il mese di agosto sta andando bene, siamo quasi arrivati ai livelli dello scorso anno, nello stesso periodo – dichiara un albergatore, infatti- le prospettive erano vaghe e tristi. Quando si è dato il via libera ai viaggi, abbiamo riaperto e, nonostante non ci fosse molta luce in fondo al tunnel, con luglio ed agosto abbiamo iniziato ad intravedere una vera ripresa”.

E’ stata lunga e dura -ammette un albergatore- venivamo da un momento non felice cioè da una bassa stagione, dei mesi invernali, non andata molto bene. Non abbiamo avuto aiuti”. Per tutti, infatti, i 600 euro a fondo perduto non sono stati adeguati alle reali esigenze “non cambiano un gran che, avrei preferito altri aiuti”, oppure “i 600 euro sono stati una magra consolazione”. Nel caso di nuove realtà: “Non mi è stato concesso il finanziamento perché essendo una nuova società non avevo i requisiti per averlo”.

A suscitare diversi problemi è stato anche il tema sui dipendenti perché nella maggior parte dei casi ancora non è stata erogata la cassa integrazione: “Un ragazzo che lavora qui deve ancora ricevere la cassa integrazione di maggio e giugno, i mesi in cui non abbiamo lavorato”. Quello che molti titolari chiedono è almeno la diminuzione delle imposte sul personale.

Il periodo positivo sembra, per alcuni, contrastare con le aspettative per la nuova stagione: “In queste settimane la situazione è migliorata, ma già a settembre non abbiamo alcuna prenotazione in vista, quindi la situazione è drammatica” altri aggiungono: “Per quest’anno dobbiamo chiudere gli occhi e arrivare a gennaio dell’anno prossimo”.

Per altri invece l’entusiasmo di questa stagione si trasforma in speranza per il prossimo futuro: “Siamo partiti veramente alla grande, chiaramente andando incontro alle esigenze di tutti con prezzi quasi dimezzati. Per noi è stata una batosta, però l’importante era ripartire, rimettere in attività la struttura ed ospitare con gli stessi servizi. Noi non ci possiamo lamentare, infatti dal 3 di giugno ad oggi non c’è mai stato mai un giorno di vuoto o di inattività. Siamo ben contenti e speriamo di proseguire su questa linea”.

Le interviste agli albergatori della città

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