“Abbiamo investito soldi e fatto dei sacrifici per aprire degli E-commerce, non ci abbattiamo”
Con la Toscana in zona rossa, i negozi di abbigliamento sono stati considerati come attività che non vendono beni di prima necessità e perciò hanno dovuto chiudere le porte al pubblico. Dopo il primo lockdown, che ha obbligato i negozianti a saltare le vendite della stagione primaverile, adesso la chiusura sotto natale è un altro duro colpo. Il Governo, nei mesi di marzo e aprile, ha rimborsato ai proprietari di un’attività, 1200€ che a malapena sono stati sufficienti, per esempio, per pagare l’affitto di un loco.
“Con i 1200euro del governo sono stata capace di pagarci un quarto di un assegno della merce – spiega Lucrezia Fattorini proprietaria del negozio LAB6 Siena, in Via Banchi di Sotto 71/73 – per quanto riguarda l’abbigliamento, noi dobbiamo prenotare la merce della stagione successiva durante la stagione precedente, quindi ho acquistato la merce primaverile senza poterla vendere perché eravamo chiusi in casa e quando a maggio è stato possibile riaprire l’ho dovuta vendere a sconto. In più, l’aiuto che c’è stato dato, è stato di spostare i saldi di un mese, perché ho dovuto ordinare l’estivo e dopo un mese metterlo in saldo, quindi ci ho preso la metà. È stata una situazione critica“. Lucrezia, come tanti altri negozianti senesi, in vista della seconda chiusura in un anno, ha dovuto organizzarsi con un E-commerce e con i social network (Instagram e Facebook) per continuare le vendite: “Chiedere di chiudere un negozio nel periodo sotto natale preclude le vendite e la possibilità di vivere in maniera dignitosa, ciononostante ho adottato soluzioni come la consegna a domicilio nel comune di Siena, ho abbattuto i costi di consegna e spedizione e ho investito in un online, nonostante non costi poco, però è il minimo che si può fare se si vuole sopravvivere“. LAB6 Siena è sul mercato senese da appena un anno e non è stato facile dover chiudere due volte: “Il primo anno, per ogni attività, dovrebbe essere quello nel quale si immagazzinano tanti fondi per poter pagare le tasse il secondo anno. Così non è potuto essere perché le spese sono state tante, è dura ma ci sto provando“.
Anche Giulio Venturini, proprietario di XO in Via Montanini 64, è provato dalle decisioni del Governo: “La situazione non è delle migliori, perché l’abbigliamento è stato il settore più colpito dopo i ristoranti. Sono dell’idea che o si chiude tutto o niente perché ci sono tanti negozi rimasti aperti come quelli che vendono intimo o abbigliamento per neonati, anche se mi chiedo come possano continuare a vendere nonostante Siena sia deserta“. Giulio per continuare a lavorare con la propria attività si è organizzato con Whatsapp Business, una piattaforma creata proprio da Whatsapp che dà modo di consultare il catalogo degli articoli inseriti, accedendo direttamente dal numero di telefono dell’attività: “Ho caricato lì tutte le immagini del negozio pubblicandole anche su Instagram. I clienti mi contattano ed è divertente perché si può anche fare le videochiamate e non si interrompe quindi la relazione che si crea in negozio tra venditore e cliente”. Oltre al sito di whatsapp business, Instagram e Facebook, XO si è organizzato anche con le vendite a domicilio e con le spedizioni su tutto il territorio italiano.
Il commercio online è sicuramente un’ancora di salvezza in questo periodo ma che solitamente attira una clientela più giovane: “Di solito da noi vengono sia donne di 80 anni che ragazze di 18 anni, mentre sui social network la fascia d’età va dai 20 ai 50 anni più o meno. Non è facile mettere vari prodotti su un social e farli capire a tutti” conferma Martina Joosten, co-proprietaria de Il Gomitolo in via delle Terme 59, insieme a suo fratello Francesco. Durante il primo lockdown, anche per l’attività dei fratelli Joosten, è stato previsto un sussidio di 1000€ a fondo perduto più 600€: “Scappa un po’ da ridere – dicono sorridendo Francesco e Martina – qualche sussidio c’è stato, però noi siamo rimasti a galla solo grazie alle nostre forze. La nostra fortuna è stata, ed è, che abbiamo aperto il negozio 5 anni fa e abbiamo avuto il tempo di farci conoscere all’interno del territorio senese e nazionale grazie ai siti e ai social“. Già esperti del mondo online, l’attività si è prontamente organizzata per affrontare l’emergenza continuando le vendite: “Ci stiamo adoperando con E-Commerce, uno per la vendita dei filati e uno per l’abbigliamento, e con i social network, (Instagram e Facebook) facendo spedizioni in tutta Italia e consegne a domicilio per chi sta nel comune di Siena e nei comuni limitrofi – spiegano Francesco e Martina – purtroppo però non è facile far capire tramite i social che cosa siamo noi, perché anche se sembra alla portata di tutti, non è facile gestire un network, bisogna stare sempre al passo con i tempi e poi vendiamo materiale che renderebbe di più se toccato, se visto a occhio nudo. Rispetto alle aziende di grande distribuzione, noi vendiamo qualità piuttosto che quantità, ed è il messaggio che cerchiamo di trasmettere su tutte le piattaforme con cui lavoriamo”.
In questo articolo potrete consultare i siti e i social delle attività intervistate da Gazzetta di siena. Incrementando le vendite online, daremo un aiuto concreto ai negozi senesi.
Di seguito le interviste per Gazzetta di Siena a Lucrezia Fattorini, proprietaria di LAB 6, a Giulio Venturini, titolare di XO e a Martina e Francesco Joosten, proprietari de Il Gomitolo.