Comuni, Province e numerose pubbliche amministrazioni toscane stanno aderendo alla petizione promossa dall’assessora Nardini per sollecitare la rapida adozione da parte del Senato del testo che contiene misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati all’identità di genere, al sesso e alla disabilità

Ad inizio novembre é stato approvato dalla Camera il testo del ddl Zan, che contiene misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità.
Si tratta di un disegno di legge caratterizzato da un approccio integrato al fenomeno delle discriminazioni e delle violenze, che non si limita ad un intervento di carattere penale ma affianca ad esso strategie di prevenzione, contrasto e sostegno alle persone che le subiscono.
L’assessora Alessandra Nardini che ha la delega all’attuazione della legge regionale (la legge 63/2004) “norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” e coordina le pubbliche amministrazioni toscane aderenti alla rete RE.A.DY. (la Rete italiana delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere), ha promosso un appello a sostegno del ddl Zan in cui si auspica una celere e definitiva approvazione in Senato. 

All’iniziativa lanciata dalla Regione Toscana hanno aderito oltre alla stragrande maggioranza dei Comuni e delle Provincie aderenti alla RE.A.DY. anche altre Amministrazioni toscane.

“E’ un bellissimo segnale che le istituzioni locali indirizzano al Parlamento: la Toscana è terra di diritti, da anni impegnata nel contrasto alle discriminazioni e alle violenze, e anche questa volta fa sentire la propria voce” afferma l’assessora Nardini, che aggiunge “ci auguriamo che questa nostra presa di posizione sensibilizzi anche le cittadine e i cittadini toscani rispetto all’urgenza di una legge contro la discriminazione e la violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità. Chiediamo al Parlamento una rapida e definitiva approvazione di questa legge di civiltà. Ricordo, per gli enti locali che non hanno ancora aderito, ma vogliono farlo, che l’adesione all’appello è sempre possibile, così come alla rete RE.A.DY. Le pubbliche amministrazioni toscane che ne fanno parte si sono moltiplicate negli ultimi anni, passando dalle 14 del 2015 alle attuali 63. Molte stanno aderendo anche in ragione di questo appello”.

Nardini lo ha lanciato proprio in una recente riunione della rete toscana che l’assessora ha il compito di coordinare. “L’affermazione dei diritti di ogni persona costituisce il presupposto per la costruzione di una compiuta cittadinanza – prosegue – Vogliamo contribuire a costruire un Paese, e una Regione, per tutte e per tutti, dove si combattono senza indugi discriminazioni e violenze”. 

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