La vendemmia appena finita si farà ricordare come annata eccezionale sia per quantità che per qualità. Questo il primo bilancio della raccolta

Qualità ottima e quantità del raccolto superiore alla vendemmia 2021 di circa il 5-10%, sono questi i dati più significativi per il vino Chianti che si prepara a presentarsi sul mercato italiano ed estero ancora all’insegna dell’eccellenza, complice un’annata straordinaria favorita dal clima.

“Complessivamente abbiamo una produzione superiore di quella del 2021 e una qualità veramente buona – spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti .- Dal punto di vista della quantità abbiamo dati a macchia di leopardo, perché in alcune aree la siccità indubbiamente si è fatta sentire e nonostante la pioggia di agosto la produzione è stata minore. Ma nella stragrande maggioranza dei territori del Chianti la produzione è stata abbondante”. 

Ma non solo, l’annata 2022 sarà ricordata anche come coltivazione particolarmente ‘green’. “Abbiamo raggiunto un’altissima qualità con un sistema di coltivazione green quasi al 100% – aggiunge Busi – perché i trattamenti per difendere le nostre colture sono stati veramente ai minimi storici, mai fatti così pochi in tutta la campagna, sarà un vino buono, bello e sano”. 

Unica nota dolente saranno, come altri settori, il rincaro dei prezzi a causa principalmente del caro energia e con i rialzi dei costi per le materie prime

I prezzi aumenteranno – spiega Busi – e questo è dovuto sostanzialmente ai problemi dei costi: oltre a quelli energetici che ci assillano quotidianamente, anche materiali come vetro, carta, cartoni ed etichette sono aumentati. In alcuni casi gli aumenti si vedono già sullo scaffale, mentre in altri casi le aziende si stanno accollando i costi per mantenere gli accordi già presi. Complessivamente è chiaro che nel 2023 ci saranno degli aumenti di prezzo”. 

Irene Chiti
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