“Il Pd ha dimostrato di essere disponibile anche a fare un passo indietro pur di costituire un fronte largo di forze di progresso, politiche, sociali e civiche per restituire a Siena un governo cittadino efficiente e e non divisivo”
L’ex sindaco di Siena Bruno Valentini ha analizzato i risvolti politici che le elezioni suppletive vinte da Enrico Letta potrebbero avere sul futuro del Comune di Siena.
“La comparazione più sensata per valutare l’elezione di Enrico Letta alla camera dei Deputati – afferma Valentini – è quella con la corrispondente elezione di Padoan il 5 marzo 2018. Sono trascorsi circa tre anni e mezzo e molti avvenimenti politici: la prima vittoria di un Sindaco di centrodestra a Siena, il trend nazionale favorevole per Salvini/Meloni, il cambio di due Segretari per il PD (Zingaretti e Letta), la nascita di Italia Viva di Matteo Renzi, l’ascesa e la caduta dei 5 Stelle, l’avvento del governo Draghi dopo i governi Conti1 e 2″.
“Mentre Padoan vinse con il 38,3% (al quale si potrebbe teoricamente aggiungere il 4,4% di Liberi ed Uguali) – spiega Valentini -, Letta ha vinto con il 46,13%. Il candidato del Centrodestra fu Claudio Borghi, che prese il 31,5% (al quale si potrebbe aggiungere l’1,9% di Casa Pound). Marrocchesi Marzi ha preso il 41,94%. Al conteggio mancano i voti dei 5 Stelle, che non avevano un loro candidato nel 2021. Ed inoltre l’affluenza fu molto più alta, quasi il doppio. Se ne desume che il risultato politico delle elezioni a Siena città è oggettivamente contendibile da una decina di anni, come del resto dimostrarono anche le elezioni amministrative del 2013, dove vinsi con il 52% al ballottaggio“.
“Resta il fatto che in tutte le scadenze elettorali successive al giugno 2018 – continua l’ex sindaco -, l’esito è stato positivo per il centrosinistra nelle 50 sezioni del capoluogo, ovvero nelle elezioni europee del 2019 e nelle regionali del settembre 2020 (51,4% per Eugenio Giani contro Susanna Ceccardi al 40,09%). La stessa cosa non è avvenuta, al contrario, nei Comuni di Arezzo e Grosseto, dove la vittoria di due sindaci di centrodestra ha avuto conseguenze per loro favorevoli anche nelle elezioni successive. In sostanza, il mandato De Mossi non ha aggiunto consensi al centrodestra (anzi, ne ha persi), pur rimanendo uno zoccolo duro abbastanza elevato, basato anche sull’alimentazione artificiosa del rancore”.
“Come ha detto Enrico Letta – conclude Valentini -, il PD ha dimostrato di essere disponibile anche a fare un passo indietro pur di costituire un fronte largo di forze di progresso, politiche, sociali e civiche per restituire a Siena un governo cittadino efficiente e e non divisivo, aperto al dialogo con tutta la comunità (a cominciare dai tanti delusi del cambiamento promesso da De Mossi) e con il resto del territorio”.