Intimidazioni, usura ed estorsione: ecco come si insinuano nelle imprese e nelle famiglie durante il Covid. L’intervista al presidente della Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura, Lelio Grossi

Piccole e medie imprese ma anche tante famiglie, sono i soggetti che piacciono alla criminalità organizzata, specialmente al tempo del Covid. Durante l’emergenza sanitaria, infatti, il rischio di proliferazione delle pratiche di usura e di infiltrazione nell’economia, è aumentato vertiginosamente. Intimidazioni, usura ed estorsione sono il pane quotidiano della Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura che tenta, da oltre 20 anni, di contrastare queste attività illecite.

Ne abbiamo parlato con il presidente, Lelio Grossi.

Quello dell’usura è un fenomeno più attuale che mai. Oggi, secondo un’indagine condotta da Confcommercio, a rischiare sarebbe un imprenditore su dieci. Una situazione che può aggravarsi con l’aumentare del grado di incertezza delle nostre vite. “Sono preoccupato per dicembre – ammette Lelio Grossi presidente della Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura – perché scadranno le agevolazioni nei confronti delle famiglie e delle imprese, quelle previste dai decreti del Covid. La mia impressione, dalle domande che riceviamo, è che ci un grosso stato di incertezza che porta le persone a vivere alla giornata”.

La Fondazione per la prevenzione dell’usura conoscere bene questi problemi. Da oltre 20 anni, infatti, si occupa di assistenza, informazione e consulenza finanziaria per famiglie ed imprese. “Rilasciamo garanzie concrete nei confronti delle banche per agevolare la concessione di finanziamenti, che consentano a queste persone di superare le difficoltà, così da non cadere in mano a speculatori o usurai”.

Qual è stata la situazione durante il lockdown? “Noi siamo stati due/tre mesi fermi come molte attività, poi abbiamo progressivamente ripreso ed ora il flusso delle domande è nei valori dello scorso anno però – continua il presidente – le famiglie sono state assalite da una serie di informazioni che venivano dallo Stato o dalla Regione. Da allora, anche se attraversavano momenti di difficoltà di sovra-indebitamento, si sono fermate in attesa di conoscere quelli che erano gli aiuti che potevano pervenire dalle istituzioni, rimandando cioè il problema nel tempo. Il problema è che quando scadranno tutte le sospensioni che lo Stato ha indicato entro la fine dell’anno, si creerà una preoccupante situazione”.

Cosa chiedono le famiglie e le imprese? “Le imprese chiedono liquidità, quella liquidità che è nn c’è stata per la mancata operatività e per i ritardi da parte dello Stato nell’erogare le assistenze stabilite. Nel caso delle famiglie ci sono tanti casi in cui non sono stati erogati i sussidi. Si sono rivolti a noi per avere operazioni di importo contenuto per fronteggiare le necessità. Per sopravvivere”.

Fino ad ora la Fondazione ha contribuito a concedere un sensibile aiuto a tante famiglie “abbiamo erogato in questi anni oltre 110 milioni di euro di finanziamenti e di questi, quote significative (70%) sono state finalizzate a salvare circa 980 famiglie dal perdere la casa. Abbiamo cioè evitato che quella casa finisse all’asta o in mano di approfittatori. Questo è l’alto valore sociale che caratterizza la nostra attività”.

Adesso, se non adeguatamente gestita, l’emergenza Covid potrebbe continuare a rappresentare un’opportunità di infiltrazione per la criminalità. “Mi auguro – conclude Lelio Grossi – che vengano trovati degli strumenti, non solo attraverso i contribuiti a fondo perduto, per consentire alle famiglie di superare questi due o tre mesi e tornare così a rivedere nuovamente la luce”.

Intervista al presidente della Fondazione Toscana per la prevenzione dell’usura

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