L’Università per stranieri di Siena ha aperto le porte allo scrittore Paolo Nori dopo il “caso Bicocca”

La letteratura è più forte di qualsiasi censura” sono queste le parole che lo scrittore Paolo Nori, ospite questa mattina all’Università per Stranieri di Siena ha usato in risposta al “caso Bicocca”. A margine del seminario dedicato a Dostoevskij, lo scrittore e il rettore Tomaso Montanari hanno espresso opinioni in merito al conflitto in corso.

“L’università – ha detto Montanari sulla volontà della Bicocca di annullare l’evento con ospite Noli – credo debba fare il suo lavoro. E’ strano che in un momento in cui tutti ritengono normale che gli eserciti facciano il proprio lavoro che è quello di massacrarsi, le università non possano fare il loro lavoro che è quello di costruire conoscenza, abbattere i confini e contestare alla radice le ragioni dei nazionalismi. Si dice che l’università debba difendere i valori occidentali, io penso che debba modificarsi, interrogarsi su quali siano questi valori e che debba fare la sua parte proprio perché l’occidente non è totalitario. Continuiamo a condannare con fermezza l’aggressione imperialista dell’Ucraina da parte di Putin – ha aggiunto il rettore – ma sappiamo distinguere la Russia da Putin”.

Diverse infatti le iniziative che l’ateneo ha pensato “tanto per per gli ucraini che per i russi perché – ha detto Montanari – non vogliamo distinguere tra persone in fuga, rifugiati, c’è chi fugge dalla Russia in dissenso con il regime, chi fugge dall’Ucraina per le bombe russe ma anche chi non vuole combattere. Quindi noi offriamo borse di studio, un accesso illimitato e gratuito ai corsi di italiano di ogni livello per permettere a questi di integrarsi. Abbiamo acceso 5 posti per ora di research fellow corsi che durano un anno ma prorogabili fino a 3 che si rivolgono ai ricercatori russi che vengono qui. Ci sono poi iniziative che riguardano l’accoglienza: 60 nostri tirocinanti si stanno formando per fare accoglienza ai profughi ucraini”.

Lo stesso scrittore Paolo Nori è intervenuto sulle vicende che lo hanno visto protagonista in questi giorni: “Non mi sento censurato del mondo accademico italiano ma una rettrice e un prorettore che sono stati un pò maldestri. Sono contento però della reazione delle altre università: dovevo fare 4 lezioni in Bicocca e mi hanno proibito di farle, allo stesso tmepo però ho iniziato a ricevere diversi inviti e queste 4 lezioni diventeranno 44. Ne faremo tante e questa è la dimostrazione di una cosa che i russi sanno bene: la letteratura è più forte di qualsiasi censura e dittatura, i libri più letti non a caso sono sempre stati quelli proibii”. Sulle vicende internazionali ha detto ironicamente: “Vedo gente che non è mai stata in Russia e sa tutto, io c’ho messo 20 anni a capire la prosa di Cechov mi ci vorrà qualche anno per capire quello che sta succedendo”.

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