Rettore dell'Unistrasi Pietro Cataldi

Esami e lauree a distanza per l’Università per Stranieri, con la speranza del Rettore di tornare presto ad accogliere gli studenti internazionali

In attesa di conoscere il contenuto dei nuovi provvedimenti emanati dal governo, l’Università per Stranieri di Siena si prepara a dare il via alla sessione d’esame invernale, e proprio della situazione universitaria ci ha parlato il Rettore Pietro Cataldi.

La sessione d’esame si svolgerà a distanza, come è già avvenuto per le precedenti – ha spiegato – abbiamo notato che questa modalità di esame si è rivelata dare i medesimi risultati della classica modalità frontale, con una media di voti, di promossi e di bocciati sovrapponibile a quella delle sessioni in presenza degli anni passati. Dati che hanno solo confermato la sensazione avuta dai professori”.

Non solo la sessione invernale, ma anche gli esami di laurea continueranno a svolgersi per via telematica, e su questo il Rettore ha voluto soffermarsi, sottolineando come “le università sono riuscite a far conseguire i titoli di laurea nelle tempistiche già previste, senza incorrere in ritardi nonostante la situazione in perenne cambiamento. Bisogna ricordare tutto l’iter burocratico normalmente svolto attraverso il passamano di documenti che è stato completamente adattato attraverso lo smartworking dei dipendenti che hanno permesso agli studenti di non incorrere in ritardi, potenzialmente dannosi”.

Anche le lezioni sono riuscite a seguire il proprio calendario, adattandosi alla possibilità di svolgimento in presenza, per via telematica o duale, e saranno così flessibili anche per il secondo semestre che avrà inizio a febbraio.

I corsi che soffrono anche sul breve periodo della non presenza in aula sono quelli di lingua straniera – ha evidenziato Cataldi – Soprattutto quelli delle lingue orientali, come il cinese, il coreano e il giapponese mostreranno, temiamo, qualche danno che dovremo recuperare. Stiamo vagliando varie ipotesi, come ad esempio dei corsi aggiuntivi durante l’estate”.

L’Università per Stranieri ha inoltre somministrato, oltre i classici questionari di feedback annuali, dei nuovi questionari prettamente legati alla situazione creatasi a causa dell’emergenza Covid-19.

La risposta degli studenti è stata fortemente positiva, mostrando il classico 10/20% di responso negativo che è sintomo di pensiero critico fra i nostri iscritti. Avere il 100% di risposta positiva mi avrebbe preoccupato, mentre in questo modo abbiamo una spinta a far sempre meglio per i nostri studenti – e ha aggiunto – In più i questionari vanno anche letti tenendo bene a mente la rabbia che in questo momento caratterizza tutta la società, e che spinge a riversare questa stessa emozione verso ciò che si ha vicino o in cui si crede”.

La caratteristica principale dell’Università per Stranieri, giusto appunto, è la percentuale di studenti stranieri che ogni anno si iscrive ai suoi corsi di laurea. Una media del 15% di immatricolati annui che in questo anno di pandemia si è dimezzata a causa dell’impossibilità da parte degli studenti di raggiungere l’Italia.

Speriamo che sia un problema limitato a questo anno accademico, e che per il prossimo possiamo vedere magari ancora più iscritti internazionali. La socialità è una parte importante dell’esperienza universitaria all’estero, sia sul piano umano che sul piano dell’apprendimento di una lingua diversa dalla propria. Sono, anzi, meravigliato del fatto che, nonostante la costrizione a un primo semestre prevalentemente in via telematica, c’è stato comunque un numero significativo di nuovi immatricolati stranieri, nella speranza di poterci raggiungere appena sarà possibile”.

Tornando alla situazione ministeriale, la speranza che proviene dal Rettore Cataldi è quella di “trarre un insegnamento da questa pandemia. A livello nazionale mi auguro che possa cambiare la visione dell’università, che questo paese comprenda quanto istruzione e ricerca siano pilastri fondamentali per lo sviluppo e il benessere della nazione, anche sul piano economico. Attualmente l’Italia è un fanalino di coda per gli investimenti sulla ricerca sul piano europeo. Con la crisi economica del 2008 l’Italia ha ridotto del 30% gli investimenti sull’università, mentre è proprio sull’istruzione e la ricerca che puntò un paese come la Germania, e a livello economico ora vediamo la differenza fra i nostri due paesi. Concludo con la speranza che questa pandemia serva anche a comprendere l’importanza di un paese con un numero di laureati maggiore. Che ci sia un po’ meno di irrazionalità in futuro”.

Francesca Bonelli Grisostomi
Scrivere sempre, scrivere nonostante, scrivere e basta. ᴄ̴ᴏ̴ɢ̴ɪ̴ᴛ̴ᴏ̴ sᴄʀɪʙᴏ ᴇʀɢᴏ sᴜᴍ

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