Il fisioterapista di Montepulciano è nello staff della Sir Safety Perugia, che sta dominando il campionato di Superlega. “Emma Villas progetto ambizioso, la salvezza sarebbe importantissimo. Robur che peccato, abbiamo toccato il fondo ma ho conosciuto persone d’oro”

Giulio Leonardi, classe 1992, originario di Acquaviva di Montepulciano, ex fisioterapista di Mens Sana e Robur, fa parte dello staff della Sir Safety Perugia, squadra di volley che sta dominando in campionato (è a punteggio pieno e già certa del primo posto ai playoff) e anche nel mondo, avendo vinto il Mondiale per Club, battendo in finale in Brasile un’altra italiana, Trento. “Vincere il Mondiale a 29 anni non me lo sarei mai immaginato – spiega Leonardi a “Al Bar dello Sport” – i ricordi sono bellissimi. È stato intenso dal punto di vista lavorativo perché è stato un vortice impressionante di impegni, di ore piccole per lavorare e far performare i ragazzi al meglio”.

Perugia finora in stagione ha vinto tutte le gare (32 su 32, lasciando un solo punto per strada, con Trento nell’ultima partita) e comanda la Superlega, mentre in fondo alla classifica lotta per salvarsi l’Emma Villas. “Il progetto Emma Villas è ambizioso, la società ha portato una piccola realtà come Chiusi dal dilettantismo alla Superlega – dice Leonardi – quando ero alla Mens Sana basket condividevamo le strutture, ricordo la finale playoff con Spoleto. Il campionato è iniziato male ma la squadra è stata brava a risalire quando tutti la davano per spacciata. Adesso si trova a giocarsi lo scontro diretto con Taranto che potrebbe decretare la salvezza in caso di vittoria. Sarebbe importantissimo confermare la Superlega, adesso che è una realtà affermata, dopo la fatica che ha fatto per ritagliarsi il suo spazio a Siena”.

Leonardi commenta anche il suo biennio alla Robur, prima in D e poi in C, sempre sotto la guida degli armeni. “Ho cominciato a novembre 2020 con Gilardino, poi sono rimasto l’anno dopo come responsabile dei fisioterapisti. Abbiamo vissuto momenti tragicomici, come la sconfitta di Sinalunga, sul campo dove avevo giocato da calciatore dilettante. Quello è stato il momento in cui abbiamo toccato il fondo. Ricordo la contestazione dei tifosi più che giusta, la situazione calda e un allenatore che dava indicazioni in tribuna al suo secondo che venivano riportate in inglese maccheronico ai ragazzi. Come traduttore era un ragazzino che non aveva mai giocato a calcio. Ci siamo trovati a fare da mediatori, l’inglese lo conosciamo ma è difficile tradurre testualmente ciò che dice un allenatore russo. Prima, con Gilardino, anche se in D era professionismo vero. I ritiri, l’organizzazione degli staff medico e tecnico, la qualità degli allenamenti… non a caso adesso Gilardino sta lottando per la Serie A (al Genoa, ndr)”.

Il peccato vero è che a Siena le risorse umane c’erano – continua Leonardi – conosciamo tutti il curriculum di Bencardino e Cancarini, Scimone è al Catanzaro che vola verso la B, Babucci è entrato nello staff dello Spezia. E poi Nermin e Ezio che nonostante le difficoltà erano i primi ad avere un sorriso e a prodigarsi per far andare avanti le cose. Nei momenti negativi si vede bene su chi puoi puntare. Anche Salvini stesso è una figura che sa di calcio, ho avuto il piacere di parlarci all’inizio di questa stagione e mi è parso una persona d’oro. Ma a livello di proprietà mi pare che le cose non siano così tanto cambiate in meglio”.

Dopo aver lavorato anche nel basket (un anno alla Mens Sana), Leonardi da quest’anno respira l’aria del grande volley. Ma in futuro tornerebbe nel calcio, la sua grande passione, magari alla Robur? “Mai dire mai. Ora sono concentrato sugli obiettivi di Perugia: campionato e imminenti playoff, quarti di Champions e Coppa Italia. Mi auguro che Siena possa tornare in una situazione tale da poter permettere a un lavoratore che non sia un calciatore o allenatore di poter investire il suo tempo e le sue energie senza avere il dubbio o il sospetto che possa saltare qualche stipendio. In quel caso ben venga che ci sia l’opportunità”.

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