“Anche il numero dei laureati nel 2020 è stato più o meno lo stesso dell’anno precedente. Mi auguro che in estate si possano svolgere gli esami e le sedute di laurea in presenza”

E’ passato ormai un anno da quando le nostre vite sono state sconvolte dalla pandemia. Mentre il virus ha causato la morte di migliaia di persone, la crisi economica generata dal lockdown e dalle restrizioni ha messo in ginocchio numerosissime attività produttive. Inoltre, anche il mondo della scuola ha subito dei notevoli scossoni, visto che in molti casi non è stato possibile svolgere le lezioni in presenza. Una problematica che ha riguardato anche l’Università, anche se spesso nel dibattito pubblico si sente parlare poco delle difficoltà che riguardano gli studenti universitari. Che anno è stato allora quello della pandemia per l’Università? Lo abbiamo chiesto al Rettore dell’Università degli studi di Siena Francesco Frati.

“È stato un anno inevitabilmente complicato – afferma il Rettore dell’Unisi -, abbiamo affrontato tante situazioni emergenziali. Ritengo però che l’Università di Siena, attraverso la sua organizzazione, abbia risposto egregiamente all’emergenza, mettendosi al lavoro per garantire agli studenti le maggiori opportunità possibili, con l’obiettivo preciso di minimizzare il disagio e i ritardi sulle loro carriere. Crediamo di esserci riusciti perché i dati ci dicono che il numero dei laureati nell’anno solare 2020 è stato più o meno lo stesso dell’anno precedente”.

L’Università di Siena non si è fatta quindi trovare impreparata di fronte agli ostacoli posti dal lockdwon: “La didattica a distanza – continua Frati – è stata resa possibile grazie a delle piattaforme che noi avevamo implementato già da anni e che ci hanno consentito di rispondere efficacemente alle esigenze degli studenti durante il lockdown duro dello scorso anno, quando la dad era l’unico strumento consentito per legge per l’erogazione delle lezioni, degli esami e delle sedute di laurea”.

Inoltre, emergono dei dati molto confortanti, soprattutto rispetto a quelle che erano le aspettative: “La preoccupazione più grande un anno fa era quella di andare in contro ad un calo degli iscritti per l’anno accademico 2020-2021 – spiega Frati -, ma in realtà i dati ci dicono che l’Università di Siena ha avuto un incremento degli immatricolati di circa il 7% rispetto all’anno precedente, addirittura del 15% per quanto riguarda le lauree magistrali. Gli studenti hanno capito che iscriversi all’Università è un buon modo per investire su loro stessi e avere i mezzi necessari per contrastare la prossima pandemia o la prossima emergenza sociale”.

Ovviamente al momento l’interesse più grande degli studenti è quello di tornare il prima possibile sui banchi dell’Università: “Speriamo di poter svolgere le lezioni in presenza a primavera inoltrata – si augura il Rettore -, la sessione di aprile sarà ancora con esami a distanza, ma in estate speriamo che per alcuni esami sia possibile dare facoltà allo studente di svolgerli sia in presenza che a distanza. E mi auguro che in estate anche le sedute di laurea possano svolgersi in presenza”.

Tutto sommato buoni anche i dati riguardanti il progetto Erasmus: “C’è stato un impatto significativo ma meno di quanto abbiamo tutti temuto – dice il Rettore -, nel senso che nel 2020 molti studenti della nostra Università hanno comunque continuato il loro progetto Erasmus e molti studenti stranieri hanno comunque continuato a seguire i corsi a Siena. Nell’anno accademico 2020-2021 abbiamo ricevuto richieste superiori alle aspettative e molti studenti sono già partiti per la propria esperienza Erasmus. È il segno che il desiderio di internazionalizzazione e di fare una nuova esperienza è superiore al timore per i viaggi e alle difficoltà oggettive causate dalla pandemia”.

Resta comunque il fatto che nel dibattito pubblico i temi legati all’Università vengono spesso ignorati: “Si parla poco delle problematiche legate all’Università – afferma Frati – perché la quantità di famiglie e lavoratori coinvolti nel sistema universitario è di gran lunga inferiore rispetto a quello del sistema scolastico. È opportuno però ribadire il ruolo svolgo dall’Università nella formazione della classe dirigente, dei professionisti e dei prossimi cittadini. E non dobbiamo dimenticarci della ricerca, perché se abbiamo uno strumento per uscire dalla pandemia è grazie ai vaccini e ai farmaci che vengono prodotti sulla scorta di ricerche elaborate all’interno dell’Università”.

L’intervista completa al Rettore dell’Università di Siena Francesco Frati.

Vincenzo Battaglia
Sono nato a Melito di Porto Salvo (RC) e mi sono diplomato al Liceo Classico di Reggio Calabria. Dopo la maturità, ovvero sia più di sei anni fa, mi sono trasferito a Siena, una città che ormai è più di una seconda casa. Qui ho conseguito una laurea triennale in Scienze Politiche e una magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Da sempre appassionato alla scrittura, il mio proposito è quello di raccontare ciò che mi accade intorno in modo obiettivo.

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