Oggi anche per migliaia di studenti valdelsani è stato l’ultimo giorno di scuola. Un ultimo giorno alquanto particolare, arrivato alla fine di un anno scolastico a dir poco strano e fuori dall’ordinario, dove insegnanti, alunni e genitori si sono dovuti confrontare con la didattica a distanza e le sue mille difficoltà.

E’ arrivato il giorno dei saluti, in cui ci si scambiano gli auguri di buone vacanze, si raccontano i progetti dell’estate e non si vede l’ora di sentire il sospirato suono della campanella. Un momento di passaggio fondamentale, soprattutto per chi è alla fine di un ciclo, ma avvenuto anche questo a distanza, in maniera virtuale, davanti al pc.

«Strana sensazione stamane qui a scuola per l’ultimo giorno di lezione – commenta Gabriele Marini, preside dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Roncalli” di Poggibonsi – Ci si prepara agli esami di stato con cartellonistica, misurazione dei locali per garantire il distanziamento sociale, si è in fila per il test seriologico, si discute dei prodotti per la igienizzazione. Fortunatamente, di fronte a tale scenario necessario per la sicurezza e la salute di tutte e di tutti, che vede in campo tutto il personale della scuola che dirigo, docenti e ATA, oggi ci sono i saluti ultimi in videoconferenza tra docenti e insegnanti a dare senso ad un anno scolastico anomalo e complesso, per stare sul livello eufemistico».

Inevitabile, giunti alla fine, pensare a quello che è successo in questi mesi e a trarre un bilancio guardando a quello che succederà. «Di questo dovremmo parlare prima che di ipotesi pseudo futuribili – aggiunge -: di come la scuola risponde sempre con senso di responsabilità anche in emergenza, di come di scuola non possiamo fare a meno, di come la missione della scuola, costituzionalmente sancita, sia imprescindibile, di come la scuola possa migliorare il suo modello educativo per essere maggiormente rispondente ai bisogni di tutte e di tutti. Allora, se di questo si parlasse, invece che di altro, sapremmo dare maggiore senso ad ogni azione, che sia in presenza o a distanza, mai in “assenza”. Lo dobbiamo come Paese e come Scuola alle nostre studentesse e ai nostri studenti».

«Grazie – conclude – a chi ha fatto proseguire il nostro progetto di scuola, un saluto speciale agli alunni che stamane mi hanno fatto pervenire quel “silenzio assordante” e in bocca al lupo alle ragazze e ai ragazzi delle quinte per il loro esame».

Messaggi di augurio e di incoraggiamento, con un velo di tristezza, arrivano anche dalla professoressa Roberta Olmastroni del Liceo A. Volta di Colle di Val d’Elsa, che condivide su Facebook alcune riflessioni direttamente dall’aula, vuota, della classe 5^E.

«La linea del tempo rimane incompiuta – scrive, rivolgendosi ai suoi studenti, prossimi alla maturità – Altri, dopo di voi, completeranno forse il nostro promemoria con nomi e date di opere e autori. La tavola periodica invece è lì, brillante e sfacciata a catalogare l’universo che lì di fianco Dante, abbandonando la mano di Virgilio, si appresta a guardare dall’alto portato dalla sua Beatrice».

«Guardatelo anche voi, dall’alto, l’universo che ora si squaderna davanti a voi – dice -. E ricordatelo, quel che avete trascritto sul muro in fondo alla classe: cercate la libertà, siete fatti per seguir virtute e canoscenza! chiedetevi il perché delle cose, mettete in dubbio ogni verità apoditticamente promulgata, cercate le fonti, scavate, siate curiosi. Arroganti no, ma forti e sicuri delle vostre idee, quello sì, fino a quando non occorrerà, magari, riaggiustare il tiro. Siate “ginestre”, tenaci e coraggiosi, legati in social catena, senza fetido orgoglio inver le stelle. E che il vostro profumo, la vostra traccia, il vostro segno sia indelebile, dietro e intorno a voi».

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